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F1 | GIAN CARLO MINARDI “LA SPRINT E’ UNA COPIA MINORE DEL GP. COSI’ NON SERVE. IN MESSICO MI ASPETTO UN PUBBLICO PIU’ SPORTIVO”

Mentre la Formula 1 è pronta a fare capolinea a Città del Messico per il diciannovesimo appuntamento del Mondiale, il Circus si interroga sul futuro della Sprint race. Nata nel 2021 per aumentare lo spettacolo, in particolare modo nel programma della giornata di sabato, fino ad oggi il mini-GP di 100 km ha disatteso le aspettative.

Come spesso succede in queste occasione si cercano soluzioni alternative, molto diverse tra loro, volte a migliorare lo spettacolo. Tra le idee ci sarebbe l’uso della griglia invertita, la creazione di un campionato a parte con un punteggio e un montepremi dedicato come “incentivo” ai piloti. Abbiamo voluto sentire cosa ne pensa Gian Carlo Minardi.

La sprint-race era nata con l’intento di aumentare lo spettacolo. Ad oggi questo risultato è stato fortemente disatteso. In questo momento il format non è di aiuto. E’ solamente una copia minore del Gran Premio, senza aggiungere niente di più come abbiamo visto proprio negli ultimi due appuntamenti in Qatar e Austin” commenta Minardi.

La sesta e ultima sprint di questo 2023 si correrà in occasione del Gran Premio del Brasile “C’è bisogno anche di un programma del fine settimana costante, senza dover stare ad impazzire per ricordarsi il format in occasione del singolo GP.

 Inoltre la sprint crea un ulteriore problema. Una sola ora di prove libere per la messa a punto di queste vetture è troppo poco, soprattutto quando sono i millesimi a fare la differenza tra una sessione di qualifica e l’altra.

Quando un pilota abbassa la visiera il suo unico obiettivo è la vittoria. Non credo esista nessun pilota che si risparmia in ottica della gara di domenica. Per questo non vedo la necessita di dover aggiungere un montepremi a parte o dedicargli una classifica” prosegue il manager  faentino.

Forse si potrebbero aumentare i punti in palio, ma al momento non ho la ricetta. Siamo di fronte ad un dominio incredibile da parte di Red Bull a cui non sarà facile porre fine da parte dei concorrenti. Non dimentichiamoci che la storia della Formula 1 è piena di cicli vincenti. Fa parte di questo sport. Di certo non lo fermi creando un campionato a parte o mettendo in palio cifre da capogiro.

Questo fine settimana il mondiale arriva circuito intitolato ai fratelli Rodriguez. “Arrivando a parlare del GP di Messico, non penso ci siano dubbi sulla leadership, ma tutto l’interesse sarà volto alle spalle di Max Verstappen e Red Bull.

Davanti al suo pubblico, Sergio Perez deve ritrovare la giusta serenità. Sono rimasto molto infastidito dai fischi rivolti a Verstappen da parte del pubblico americano. Il fanatismo speravo facesse parte di altri sport. Spero che in Messico siano più Signori.

Ad Austin, McLaren ha completato la sua rimonta ai danni dell’Aston Martin, mentre Ferrari ha portato il suo distacco dalla Mercedes a 22 punti (complice la squalifica a Lewis Hamilton).

La sfida sarà proprio tra questi quattro team, ognuno dei quali con il suo obiettivo da raggiungere. Staremo a vedere chi sarà il più abile. Sarà interessante seguire anche l’Alpha Tauri, reduce da un Gp di Austin molto favorevoleconclude Gian Carlo Minardi.

F1 | E’ di Morbidelli il miglior risultato in Messico

E’ con Gianni Morbidelli che Minardi Team ha colto il miglior risultato all’Autodromo Hermanos Rodriguez. Era il 16 giugno 1991 e il Circus faceva capolinea a Città del Messico per il sesto appuntamento del Mondiale

Quell’anno la scuderia fondata da Gian Carlo Minardi schierava Pierluigi Martini, alla sua quinta stagione col team faentino, e il 23enne Gianni Morbidelli al volante della Minardi M191 motorizzata Ferrari. Per la prima volta nella sua storia la Scuderia del Cavallino Rampante forniva il suo propulsore ad un altro team.

Su un parco macchine composto da trentaquattro monoposto, ventisei presero parte al gran premio, superando le pre-qualifiche e le qualificazioni.

La Minardi, alla sua settima stagione nel mondiale, piazza “Piero” Martini in quindicesima posizione e Gianni Morbidelli in ventitreesima, rispettivamente a 2.5 sec e 3.6sec dalla pole di Riccardo Patrese su Williams.

Se la gara di Martini dura solamente quattro tornare – autore di un testacoda – Gianni Morbidelli si rende protagonista di una rimonta importante, chiudendo al settimo posto e sfiorando la zona punti (in quegli anni la F1 attribuiva i punti solamente ai primi sei classificati), a un giro da Riccardo Patrese (Williams-Renault), Nigel Mansell (Williams-Renault) e Ayrton Senna (McLaren-Honda). Col  ritiro dei ferraristi Alesi e Prost, Maranello taglia il traguardo della corsa grazie alla Minardi.

Con il sistema di punteggio attuale, la Minardi avrebbe centrato la zona punti già in occasione del Gran Premio del Messico 1986 – alla sua seconda stagione in Formula 1 – grazie all’ottavo posto firmato da Andrea De Cesaris (partendo dalla 22esima posizione in griglia) al volante della Minardi M186 motorizzata Motori Moderni. Erano gli anni dei motori turbo e il Minardi Team lottava contro i colossi del calibro di BMW, Renault, Honda, Ferrari, Alfa Romeo con un propulsore privato.  In quattordicesima posizione concludeva invece Alessandro Nannini.

Nel 1988 lo spagnolo Luis Perez-Sala, in coppia  col connazionale Adrián Campos, portava la M188 motorizzata Ford in undicesima posizione.