La F1 del domani. Carey punta sui “grandi eventi” Minardi “Servono gare più corte”
Poco alla volta Chase Carey, il nuovo volto della Formula 1 dopo l’acquisizione da parte di Liberty Media, svela il progetto legato alla nuova era del Circus. Reduce dal fine settimana di Marina Bay Street Circuit a Singapore, in un’intervista rilasciata al sito ufficiale del mondiale Carey parla di “grandi eventi” che dovranno interessare l’intera settimana del gran premio “Singapore è stupefacente. Si tratta di uno spettacolo lungo una settimana intera. Il Gran Premio di Formula 1 dovrà far parte di un grande evento, dove le macchine e i piloti saranno il nucleo. Le vetture sono incredibile così come la loro tecnologia, ma non basta”
Sul fronte del mercato, Libery Media punterà molto sul territorio a stelle e strisce “Crediamo che la F1 debba arrivare nelle grandi città del mondo, come Miami, New York e Los Angeles”
“Singapore è stato il primo circuito a trasformare il Gran Premio in un evento con spettacoli e attrazioni diluiti nella settimana. Iniziativa che richiama tantissima gente e veramente molto bello, ma la F1 non può slegarsi dai circuiti veri e storici come Monza, Silverstone e Spa-Francorchamps-Monza” racconta Gian Carlo Minardi “Anni fa i prati dei circuiti venivano presi d’assalto dai tifosi, trasformandoli in campeggi con tende e grigliate. Oggi purtroppo tutto questo è impossibile”
“Gli eventi di contorno vanno molto bene, ma bisognerebbe avere gare più corte e spettacolari, rivedendo completamente i regolamenti. Servono regole chiare, stabili e interpretabili anche dagli appassionati” prosegue il manager faentino, richiamando l’attenzione su un tema altamente di attualità.
Quanti di noi, guardando una gara, hanno rischiato di addormentarsi? Singapore, escludendo la bellissima lotta tra Kvyat-Verstappen, il sorpasso di Raikkonen su Hamilton e gli ultimi passaggi con la rimonta (non riuscita) di Ricciardo sul vincitore Rosberg, è stata una gara eterna, soporifera.
“Negli Stati Uniti le federazioni, dal basket alla Nascar e Indy ecc., stanno affrontando uno studio sul disinteresse dei giovani verso lo sport che chiedono eventi più veloci. Nei prossimi anni questa crisi interesserà anche il calcio. Novanta minuti di partita sono troppi” conclude Minardi aggiungendo “Il mondo sta cambiando. Negli ultimi 10 anni l’America è passata ad avere un 73% di neo-patentati ad un 45% attuale. E’ un segnale importante sugli interessi dei giovani di oggi e su come stiano cambiando le abitudini”