Gp Ungheria – PRESENTAZIONE
Con il Gran Premio di Ungheria ci prepariamo a voltare pagine, con il campionato pronto ad entrare nella parte calda della stagione. Dopo questo fine settimana resteranno solamente nove round, tutti importanti e determinanti. Dopo la pausa estiva, con Spa e Monza, la classifica potrebbe delinearsi.
Il tracciato di Budapest si può definire un kartodromo, in cui i sorpassi tradizionalmente sono sempre stati molto difficili, anche se avremo due zone DRS. Qui ogni piccolo errore si paga il doppio. Arriviamo dopo i tre giorni (indecifrabili) di test di Silverstone e avremo anche l’incognita delle gomme “nuove” a rendere ancora più difficile una previsione. La Pirelli fornirà a tutti i team pneumatici con spalla 2012 e mescola 2013. Non credo che cambierà qualcosa in termini di forze in campo, ma rappresenterà comunque un’incognita maggiore.
Da quello che abbiamo potuto vedere a Silverstone la Red Bull continua ad essere in grande spolvero e il punto di riferimento per tutti, anche se la Ferrari non si è risparmiata macinando tantissimi chilometri e raccogliendo dati importanti per lo sviluppo della F138. Rigon ha lavorato molto bene e Massa ha lanciato segnali positivi. La stessa Mercedes ha svolto una grande mole di lavoro e potrebbe essere un outsider in più per la vittoria.
La qualifica avrà certamente la sua importanza, ma non dobbiamo aspettarci un risultato scontato in quanto possono intervenire diversi fattori. I giri da percorrere sono veramente tanti e sono attese alte temperature che potranno portare a diversi pit stop. Tradizionalmente si forma sempre un corridoio dal quale non bisogna uscire, per evitare di perdere aderenza e raccogliere lo sporco della pista. La strategia avrà un ruolo importante e per ottenere un buon risultato bisognerà azzeccare la gara perfetta.
Bisognerà vedere chi sarà stato più bravo in queste tre settimane e diminuire il gap con le Red Bull, che anche al Nurburgring erano apparse in splendida forma. Andando avanti, per i team di seconda fascia diventerà sempre più difficile entrare nella top 10, come ha già dimostrato la classifica in Germania.