Mancano cinque appuntamenti alla conclusione del Mondiale di Formula 1 che questo fine settimana approda in Giappone, sullo storico tracciato di Suzuka. Dopo la vittoria di Lewis Hamilton e la doppietta della Mercedes il distacco di Sebastian Vettel e della Ferrari è salito a 50 e 55 punti rispettivamente nella classifica piloti e costruttori.
In Ferrari devono fare mea.culpa per u punti persi a Monza come in atri circuiti, nel momento della stagione a loro più favorevole. Adesso il distacco sarebbe nettamente inferiore, così come la pressione. La Mercedes ha dimostrato una grande forza sia tecnica, che di strategia anche se i giochi di squadra a qualcuno possono non piacere, ma sui libri di storia restano solamente i titoli vinti.
Gli uomini di Toto Wolff stanno ottimizzando tutto il materiale a loro disposizione al massimo sfruttando ogni occasione a loro favore. Purtroppo in casa Ferrari non riescono a farlo altrettanto bene, nonostante a Sochi siano arrivati ad una manciata di secondi dopo un gran premio tirato e molto tosto.
Suzuka è certamente un tracciato non facile dove negli ultimi anni il meteo è stato una variabile importante. Anche per questo weekend le previsioni non sono il massimo poiché c’è un tornado che non si sa ancora quale direzione prenderà. Forse sarebbe il caso di cambiare la data della corsa poiché il maltempo è sempre stata una costante. Mi ricordo ancora l’edizione del ’94 quando Alboreto e Martini arrivano al contatto senza neanche accorgersene, tanto stava diluviando. Andò decisamente meglio nel 1992 con Fittipaldi che tagliò il traguardo con la M192 motorizzata Lamborghini al sesto posto regalandoci l’unico punto della stagione.
La Pirelli porterà le lescole Medium, Soft e Supersoft e Mercedes e Ferrari hanno puntato su strategie differenti con 10 set di SS per Vettel e Raikkonen e 7 per Hamilton. Certamente sarà il caso di intervenire sulle gomme in vista del prossimo anno poiché quest’anno non si stanno ottenendo i risultati sperati con differenze di prestazioni irrisorie tra una mescola e l’altra.
Gian Carlo Minardi