F1 – Aspettando Spa-Francorchamps
A tre settimane dall’appuntamento ungherese e dal sigillo di Jenson Button al volante della sua McLaren Mercedes il circus della Formula 1 si appresta a riaccendere nuovamente i propulsori per dar vita al 12mo appuntamento tra i sali scendi del tracciato delle Ardenne.
“Spa è un tracciato tra i più lunghi del mondiale grazie ai suoi 7 km di asfalto. Il decadimento di una gomma potrebbe quindi essere determinante e indovinare il momento giusto per effettuare la sosta non sarà certo facile. Affrontiamo questa trasferta, l’Università dell’Automobilismo, con tante incognite e diversi team in crescita come McLaren e Ferrari. Arriveremo a questo trasferta dopo tre settimane di stop dove i team hanno avuto solamente 7 giorni per mettere a punto gli ultimi sviluppi sulle monoposto, prima di mandare tutti in ferie. E’ una gara importantissima dove il clima spesso ha caratterizzato il risultato e lo spettacolo in pista, senza dimenticare le strategie e il degrado della gomme.
Tornando indietro al gp di Ungheria mi ha fatto piacere vedere nuovamente in zona punti giovani promettenti come Paul Di Resta con la Force India e i due alfieri della Toro Rosso, in quanto non è certo facile entrare nella top ten in un campionato così tirato. Siamo di fronte all’ennesima conferma che bisogna scommettere sui giovani dando a loro il giusto spazio. Di Resta fa parte di quei piloti che erano stati accantonati, un po’ come era successo per Sebastian Vettel e Robert Kubica venuti poi alla ribalta solamente grazie alle prove libere del venerdì mattina. In giro abbiamo ragazzi con un potenziale enorme che rischia di essere sprecato, fermati dai regolamenti” analizza Gian Carlo Minardi
In questi giorni la Formula 1 è tornata a dipingersi di rosa grazie a Maria de Villota e al team Renault che ha messa a disposizione della driver spagnola la R29 per un test sul tracciato del Paul Ricard, 6 anni dopo Katherine Legge che nel 2005 si era accomodata nell’abitacolo della Minardi “Il gentil sesso si sta avvicinando sempre di più al mondo dell’automobilismo e lo stiamo vedendo da noi nelle formule propedeutiche e in America. L’atteggiamento sta cambiando in quanto anche le ragazze iniziano a formarsi fin dai kart seguendo una procedura che le rende sicuramente più preparate anche fisicamente, rispetto a quello che succedeva qualche anno fa. Una macchina di F1 richiede una grande preparazione atletica e questo è lo scoglio più importante che si trovano ad affrontare,” conclude Minardi