F.1 – Il Gran Premio di Silverstone…. di Gian Carlo Minardi
Come avevamo già scritto nei giorni precedenti il gran premio di Silverstone, la Red Bull si è presentata in pista con un ulteriore step sullo sviluppo che gli ha permesso di stare davanti a tutti, Brawn GP compresa. Già ad inizio di stagione, al di la della sorpresa Brawn, avevamo sottolineato che la macchina più avveniristica, più interessante e anche più bella era proprio la Red Bull di Sebastian Vettel e Mark Webber.
Sperando che questo risultato non sia solo un fuoco di paglia dettato dal fatto che eravamo in Inghilterra, circuito loro amico e privo di segreti, potremmo veramente assistere ad una riapertura del Mondiale. Quel che è certo è che questa scuderia si merita certi risultati, per tutto quello che hanno fatto vedere in questa prima parte di stagione.
Grande lavoro anche in casa Ferrari, dove purtroppo sono partiti da molto lontano. E’ evidente che hanno grandi problemi con la temperature delle gomme, con una Felipe Massa molto volenteroso e sempre aggressivo e un Kimi Raikkonen ancora leggermente sotto tono, anche se ha portato la sua F60 nella zona punti. Vista la supremazia dei primi due team hanno ancora molto lavoro da svolgere, ma sono sicuro che in breve tempo potranno anche loro ambire al gradino più alto del podio, anche se ora l’obiettivo principale deve essere il podio.
Ad oggi abbiamo quindi una Red Bull in netta ascesa con delle soluzioni che, proiettate sul futuro, potranno dare importanti risultati, una Brawn GP con un vantaggio che deve solo gestire e una Ferrari nel cui DNA c’è la voglia di lottare e di ottenere sempre il massimo. Proprio per questo, continuando su questa strada, potrà diventare la terza forza in campo, strappando il posto alla Toyota.
Ancora una volta abbiamo potuto apprezzare il livellamento delle forze in campo con tredici vetture racchiuse in meno di nove decimi, mentre in Q2 tutte le vetture erano raggruppate in appena un secondo. Con un piccolo miglioramento riesci subito a fare un grande passo in avanti, come abbiamo potuto vedere dalla Force India che, anche se non è andata a punti, si è portata a casa un buon decimo posto con Fisico, autore di una bella gara. In queste gare dove l’affidabilità la fa da padrone diventa molto difficile raggiungere la zona punti, anche se si parla di distacchi minimi.
McLaren e Renault continuano invece ad essere in grande difficoltà, anche se ci hanno regalato un bel duello con i loro due alfieri Hamilton e Alonso. Via radio si sentiva l’inglese lamentarsi di non avere grip e questo è certamente molto grave, perché vuol dire che ci sono problemi estremamente importanti da risolvere. Lo stesso Fernando ha dovuto lottare con tutte le sue forze per mantenere la sua posizione, a dimostrazione di una vettura in grossa difficoltà. La BMW ha mostrato nuovamente i problemi già accusati a Montecarlo: dispone una vettura senza via di mezzo, ovvero che va bene o male.
Calato il sipario sul gran premio, la vicenda FOTA-FIA tornerà a tenere banco. Nonostante la rottura di venerdì credo ancora in un margine di mediazione da parte di Ecclestone che, contrariamente ad altre occasioni dove si esprimeva senza tanti giri di parole emettendo sentenze, in questa occasione sta sulla difensiva. Il 24 giugno ci sarà un Consiglio Mondiale a Parigi dove potremmo assistere ad un nuovo scontro, che potrà aprire a nuovi spiragli: abbiamo un Mosley che non gode della fiducia da parte dei team. Certamente non è solo la Formula 1 che determina la fiducia o la sfiducia del suo presidente, anche se in questo momento la FOTA è rappresentata da tutti i più grandi costruttori mondiali di automobili di cui la FIA dovrebbe essere proprio il loro massimo organo rappresentativo. Ci troviamo di fronte ad uno scontro epocale.
I “piccoli team” che sono stati esclusi dal prossimo mondiale stanno dando un segnale molto forte, alzando loro stessi bandiera bianca: questo è un altro punto in sfavore di Mosley che poche settimane fa aveva annunciato di avere la griglia già pronta per il prossimo anno, anche senza i costruttori. In questo momento, fossi in Adrian Campos sarei un po’ preoccupato di poter far parte di un campionato senza i principali attori: facendo un riferimento al mio passato, era comunque la lotta di Davide (Minardi Team) contro Golia (costruttori). Era la sfida del piccolo team, e quindi del piccolo sponsor, che aveva la prospettiva di diventare grande.
Ora che inizio ad avere un quadro più generale del progetto di Mosley, la mia rabbia nei suoi confronti è cresciuta esponenzialmente, perché pur di attirare a se i piccoli team gli ha offerto dei soldi, mentre ai miei tempi ci era stato detto di restare pure a casa se non avevamo il budgets necessario. In questo momento, e nell’arco di pochi anni, quindi il presidente della FIA ha cambiato il suo modo di pensare e agire. Starei molto attento alle promesse che vengono fatte da una persone che ha stravolto completamente quello che era il suo modo di pensare. Non mi pare obiettivo e mi viene da pensare che stia solo seguendo un suo utile personale in termini di popolarità e potere.
Oggi la FIA ha molto da perdere e di conseguenza chi è collegato con lei. Faccio fatica a pensare a due campionati di Formula 1 che prevedranno minimo 40 vetture. Nel passato avevo affermato che in Italia non esisteva la forza economica per far sopravvivere tutte le squadre che erano presenti e infatti, poi, ne è rimasta solo una (Ferrari) o una e mezza se contiamo la Toro Rosso che, vincendo a Monza, ci ha onorato di sentire suonare l’inno di Mameli. In uno scenario di due campionati avremo lo stesso problema, infatti sarà praticamente impossibile mantenere alto il livello proprio per la mancanza di fondi.
Con questo vi saluto e vi do appuntamento nei prossimi giorni con ulteriori aggiornamenti
Gian Carlo Minardi
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