Gp Cina – PRESENTAZIONE

Come sappiamo il pre-Cina è stato certamente scosso dalla decisione lampo in casa Ferrari, con le dimissioni di Stefano Domenicali. Sinceramente non pensavo arrivassero così velocemente e a questo punto della stagione. Al di là che Stefano sia un amico e una persona che stimo in particolar modo, con i suoi 23 anni a Maranello è stato un aziendalista contribuendo attivamente alla crescita del team. Per dare uno scossone ad una stagione che ha mostrato diverse criticità ha voluto metterci la faccia.

Ora il testimone passa a Marco Mattiacci che dovrà risolvere non poche problematiche, anche in termini di uomini. Dovrà fare certamente un reset. Non essere mai stato coinvolto nel Mondiale di Formula 1 potrebbe agevolarlo in questa decisione, anche se la situazione non è facile, visto l’imminente weekend cinese dove nella passata stagione trionfò Fernando Alonso. Ora bisognerà vedere come tutto il team reagirà a questo cambio della guardia.

Il Circus arriva a Shanghai, su una pista di 5,451km e un rettilineo di 1,3 km che non mette particolarmente sotto stress l’impianto frenante, anche se l’anno scorso le Pirelli avevano sofferto di un forte greening. Quest’anno il costruttore italiano metterà a disposizione mescole P ZERO WHITE MEDIUM e P ZERO YELLOW SOFT. Tra le due mescole c’è una differenza di oltre 1”. Pertanto le strategie diventano importanti. Un anno fa Fernando aveva portato al successo la Ferrari con una strategia di 3 soste.

Sono passati solamente quindici giorni dall’ultima gara in Bahrein e non credo che avremo sorprese sui vincitori. Mi aspetto ancora una bella lotta tra Hamilton e Rosberg, soprattutto se il team continuerà a lasciarli liberi. A questo punto sarà interessante capire chi si aggiudicherà il terzo gradino del podio. I pretendenti al trono saranno ancora i team motorizzati Mercedes con Force India e Williams in pole. Il bello della Formula 1 è anche vedere un team con risorse limitate, come la Force India, lottare per posizioni importanti con l’obiettivo di portare a casa più punti possibili.

Per la McLaren è una stagione di transizione visto il passaggio nel 2015 alla power-unit Honda. Da tenere d’occhio ci sarà certamente la Red Bull di Vettel-Ricciardo che resta la vettura con il miglior telaio. Proprio nel tratto misto potrebbero mettersi in evidenza, per poi cedere qualcosa sul lungo rettilineo. Il tallone d’Achille resta il propulsore Renault e quei 40 CV he Horner continua a chiedere.

E ora andiamo in Cina con la speranza di vedere presto una Ferrari pronta a lottare per il secondo posto.

Gp Bahrein – IL PUNTO

Come avevo detto nei giorni scorsi durante il consueto appuntamento con il Pre-Gp, in questo momento della stagione e davanti ad un cambiamento tecnico così importante, è inutile gridare “al-lupo-al-lupo”. Bisogna lasciare il tempo a questa Formula 1 di crescere tecnicamente. A distanza di una settimana siamo passati da una Formula-Noia ad una Formula-Spettacolo con sorpassi e lotte.

La Formula 1 è fantastica perché racchiude al suo interno tutto. Tecnica, regolamenti sportivi e piloti. È difficile emettere delle sentenze poichè la pista da un week end all’altro può smentire tutti, soprattutto quest’anno. Pensiamo solamente a che punto eravamo durante i test in Bahrein. Con la Cina mi aspetto ulteriori cambiamenti, per non parlare di cosa potrà succedere con l’arrivo in Spagna, tra un mese. Oggi abbiamo visto che il problema di questa Formula 1 non è certamente il Sound del V6Turbo. La cosa più importante è la competitività delle vetture e le battaglie che i piloti ci possono regalare in pista. Abbiamo assistito a belle lotte, sorpassi, strategie e incidenti. La safety-car poi ha arricchito gli ultimi 8 giri.

Certamente abbiamo una supremazia Mercedes – negli ultimi otto giri la W05 ha dato 24” al terzo classificato –  sia come team che come Power-unit. Rosberg ed Hamilton sono due grandi campioni che sapranno farci ancora divertire. Ho avuto l’impressione che negli ultimi giri abbiano voluto soprattutto giocare e regalare al pubblico un bello spettacolo – anche per farsi inquadrare – visti i punti un po’ improbabili in cui Nico cercava l’affondo finale sul compagno. Alle loro spalle poi ci sono tutti gli altri, più o meno vicini. In questo momento la lotta è per il terzo gradino del podio. La classifica finale parla di due Mercedes, Force India, Red Bull, Force India, Red Bull, due Williams e due Ferrari. Cinque motori Mercedes, due Renault e due Ferrari con Ricciardo e Vettel in mezzo a Perez e Hulkenberg, e Alonso e Raikkonen a chiudere la Top 10. Un plauso ad Aldo Costa. Questo successo deve far riflettere, perché troppo spesso la tecnologia e i tecnici italiani sono sottovalutati. Si pensa sempre che gli inglesi siano superiori. Il Made in Italy è ancora molto vincente. Costa è a capo ad un gruppo che certamente lo segue, in quanto la macchina non la progetta certamente da solo. Questo deve far pensare anche altri team.

La Red Bull si dimostra una macchina con un telaio fantastico, a cui mancano solamente quei 40 cv che Horner vorrebbe dal propulsore Renault. Ricciardo è stato autore di una gara strepitosa. Nonostante una penalità ingiusta di 10 posizioni in qualifica per i fatti legati al Gp della Malesia – dove per altro aveva giù subito uno stop&go da 10” per un errore non suo – ha chiuso davanti al compagno. In un mese sono riusciti a ribaltare una situazione veramente difficile.

Ottima gara per Sergio Perez e la Force India. Già nei precedenti GP con Hulkenberg avevano dimostrato di avere una buona macchina, che oggi occupa la seconda posizione nel Mondiale facendosi dare del “Lei”. Il messicano si è rifatto avanti con autorità, dimostrando di essere della partita. Con questo podio ha riscattato anche la negatività della passata stagione dimostrando che le decisioni in casa McLaren sono state prese con troppa fretta. Ha guadagnato a pieni voti il podio.

Andiamo in casa Ferrari. Attualmente sono la quinta forza del Mondiale. Credo che il risultato sia stato salvato solamente dai suoi due campioni del mondo, Alonso e Raikkonen. Diversamente credo che sarebbero stati fuori dalla Top 10. Il problema non è solo nella power-unit. La competitività manca in diversi settori, come si è visto dai pattinamenti e dai camera-car dei piloti. Credo che sia importante non cercare scuse o puntare solamente il dito contro un unico settore. Devono ragionare a mente fredda e lavorare a 360° in tutti i settori. Ora ci saranno i test prima del Gp della Cina. Escludendo le W05 di Nico e Lewis, tutti gli altri sono vicini. Quindi anche la Ferrari può giocarsi il terzo gradino del podio e il secondo posto nel Mondiale.

Gp Malesia – IL PUNTO

Seconda gara e secondo sigillo per la Mercedes. Dopo Rosberg questa volta è toccato ad Hamilton scalare il podio e conquistare il gradino più alto. Non c’è niente da dire. Una supremazia netta in tutte le condizioni. Dalle prove libere alla gara, dall’asciutto al bagnato. Fanno bene a guadagnare più punti possibili per poterli eventualmente gestire in ottica campionato. Sette motori Mercedes nelle prime dieci posizioni è un dato notevole.

Leggero miglioramento in casa Ferrari che chiude con un distacco di 35” dal vincitore, anche se accusa un ritardo di 10” dalla Red Bull. A Maranello c’è ancora tantissimo lavoro da fare. Sfortunato Kimi che senza il contatto con Magnussen avrebbe potuto portare a casa punti importanti in ottica Mondiale. Ancora una volta Fernando ha ottenuto il massimo dalla sua Ferrari inanellando giri molto simili tra di loro in tutte le condizioni, ma per andare a podio  – o lottare per la vittoria – la F14-T ha bisogno di un’ulteriore step evolutivo importante.

La Red Bull si dimostra la vettura con il miglior telaio, come si nota in particolar modo nelle curve, anche se paga  i problemi alla power-unit Renault. Sono certamente sulla strada giusta anche se il margine della Mercedes, le cui risorse nascoste sono ancora notevoli, è ampio. Per il motorista francese risolvere i suoi problemi non sarà facile, ma la Red Bull potrebbe trarre vantaggio in quei circuiti il cui il motore sarà meno importante. Rispetto ai test pre-stagionali hanno fatto dei passi importanti sia in termini di prestazioni che di affidabilità, anche se ora dovranno capire cosa è successo sulla vettura di Ricciardo. Ancora una volta tutte le sfortune capitano sulla RedBull-2.

Nico Hulkenberg si dimostra pilota da top team, anche se la Force India sta facendo molto bene cercando di attestarsi al quinto posto nel mondiale. Un ottimo risultato conquistato guidando molto bene e con un pit stop in meno. Come già successo nella passata stagione hanno una vettura molto gentile con i pneumatici Pirelli. Anche questa è una soluzione tecnica e un punto di forza. Bravo anche il debuttante di casa Toro Rosso, Daniil Kvyat, che conquista un punto. Oggi stare nelle prime dieci posizioni con ben sette motori Mercedes al traguardo non è facile, considerando che anche lui è spinto da un Renault.

In Malesia ha fatto il suo debutto la nuova penalità di 5”, inflitta dai commissari ai danni di Kevin Magnussen dopo il contatto con Kimi Raikkonen. Sinceramente ho trovato la sanzione troppo eccessiva, in quanto a mio avviso è un normale contatto di gara. Questo potrebbe diventare un problema andando avanti con il mondiale, in quanto è una decisione troppo soggettiva. Oggi i commissari hanno deciso che era un intervento da penalizzare, ma cosa succederà con un’altra giuria? Ho voluto osservare attentamente lo svolgimento del pit-stop con penalità e ho notato che i meccanici McLaren sono stati molto bravi e veloci. I suoi precedenti pit stop si erano attestati intorno a 24.7-25.5 secondi, mentre in occasione della penalità Kevin ha lasciato la pit-lane in 30”. Questa penalità non ci ha fatto capire il vero valore su questa pista della MP4-29 che non ha vissuto un gran premio positivo. I due piloti hanno comunque portato a casa dei punti.

Da sottolineare gli strani ordini di scuderia in casa Williams. Non credo che Bottas avesse la forza di andare ad infastidire Button. Non ho capito il motivo di creare del nervosismo all’interno del team già al secondo week end. Prevedo delle polemiche anche se Massa ha fatto bene a mantenere la posizione.

Tra sette giorni si volerà in Bahrein e vedremo cosa succederà, anche se sarà difficile vedere un cambiamento delle forze in campo.

Gp Malesia – PRESENTAZIONE

Dopo aver salutato l’Australia con la prima squalifica ai danni della Red Bull di Daniel Ricciardo e la netta vittoria di Mercedes e Nico Rosberg, la Formula 1 è pronta a sbarcare in Malesia, a Kuala Lumpur.

Per questa nuova Formula 1 il tracciato di Sepang sarà un vero e proprio banco di prova, quasi una laurea, date le sue caratteristiche tecniche e la posizione geografica. Stiamo parlando infatti di una pista lunga 5.543 km composta da 15 curve – 10 a destra e 5 a sinistra – da ben 8 rettilinei di cui 2 vicini al km come lunghezza in cui il motore gira al massimo per il 70% del tempo sul giro, senza dimenticare la carta meteo. Il grande caldo si fa sentire e le piogge torrenziali non mancano, anche se le temperature restano elevate. Nonostante le piogge, i termometri continuano a segnare almeno 30°C. Più che all’Albert Park, in Malesia gli otto rapporti del cambio potrebbero dare una mano alla sopravvivenza dei propulsori. Questo fine settimana vedremo l’esordio anche della mescola Hard Orange, al fianco delle Medium.

Team e piloti troveranno quindi una situazione molto più dura di quella respirata fino ad oggi, sia in Australia che in Bahrein durante i test. Fare delle previsioni è praticamente impossibile in quanto siamo ancora in una fase di apprendistato e ci sono in ballo numerose variabili. Potrebbe succedere veramente tutto e il contrario di tutto. Se in quindici giorni – dall’ultimo test in Bahrein al GP d’Australia – le carte in gioco sono cambiate radicalmente, non oso immaginare cosa potrà succedere con ulteriori quindici giorni a disposizione.

Le gerarchie attuali danno un motore Mercedes davanti a Ferrari e Renault, con i francesi non molto lontano da Maranello. Tra i team la Red Bull non sarà da sottovalutare – pensiamo a cosa sono stati in grado di fare in 15 giorni – mentre la W05 di Rosberg ed Hamilton non è solo Power-Unit, ma è una signora macchina.

Come dicevo prima ci sono tante variabili che possono entrare in gioco a determinare il risultato finale e tutti sono impegnati a risolvere i problemi emersi nella prima gara, FIA compresa. L’episodio emerso dall’errore FIA sulle centraline P.U. di casa Maranello – Ferrari, Sauber e Marussia – è una variabile molto pericolosa che può compromettere la storia di una gara. Ci sono quindi numerosi aspetti che necessitano di verifiche e revisioni, senza dimenticare il flussometro che a Melbourne ha avuto il collaudo definitivo. Di conseguenza il costruttore potrebbe aver apportato delle modifiche, anche se la decisione di analizzare solamente il 14 aprile l’appello presentato dalla Red Bull Racing non aiuta a fare chiarezza. Lo strano silenzio attorno a questa vicenda, il fatto che nessun team abbia preso una posizione in merito e l’apertura di Jean Todt a voler modificare il regolamento – diminuendo i Km dei Gran Premi o aumentando il quantitativo minimo di benzina – potrebbe voler dire che qualcosa bolle in pentola.

Non ci resta che attendere e osservare cosa potrà succedere fin dal venerdì con le prime prove libere.

Gp Australia – PRESENTAZIONE

Che lo Spettacolo abbia Inizio … tra doping delle benzine, nuove penalità, incognita affidabilità e safety-car.

Melbourne aprirà le danze di quello che potrà essere ricordato come il Mondiale del cambiamento epocale, ma soprattutto dell’incertezza e della curiosità. Dalle dichiarazioni dei Team Principal e dei proprietari traspare grande preoccupazione sia per l’affidabilità che per i consumi. Tutti si sono detti in ritardo sulla tabella di marcia. Ferrari e Shell giocano la carte dei lubrificanti e delle benzine per combattere l’incognita dei consumi, strada per altro battuta da tutti gli altri motoristi. L’Albert Park fa paura con i suoi 58 giri e 307 km. L’anno scorso i consumi erano pari a 160 kg di benzina, mentre quest’anno il limite è di soli 100 kg…  Per questo il mio motto al momento è “Chi va piano va sano e lontano“ Nessuno ha la reale certezza di finire il Gran Premio. Il Responsabile Magneti Marelli Roberto Dalla (che ha iniziato la sua avventura in via Spallanzani a Faenza nella sede del Minardi Team) ha dichiarato che domenica potrebbero vedere la bandiera a scacchi diverse macchine come NESSUNA. Lo reputo un segnale altamente serio e preoccupante.

Ad oggi ci sono ancora tantissimi buchi neri che è stato stato possibile analizzare durante le tre uscite pre-stagionali. Ad esempio la safety-car potrà rappresentare una grandissima incognita per le temperature e l’affidabilità delle vetture, così come i cambi gomme. La Federazione ha dichiarato che, per agevolare il lavoro dei commissari di pista potrebbe chiamare in pista la vettura di sicurezza. La Pirelli, che a Melbourne porterà   P ZERO WHITE MEDIUM e P ZERO YELLOW SOFT, prevede invece 2-3 soste. La percorrenza della corsia box e i secondi necessari per il cambio gomme potrebbero alzare pericolosamente le temperature.

Come dicevamo in queste settimane siamo davanti ad un cambiamento epocale, sia sul fronte tecnico che sportivo. La FIA  ha introdotto nuove penalità di 5” – oltre alla patente a punti  – da scontarsi a fine gara se uno ha già compiuto i suoi pit-stop, oppure durante la sosta stessa. In tal caso il pilota sconta i 5”nella sua piazzola, dopodiché i meccanici possono iniziare le operazioni di cambio gomme. Proprio queste penalità sono una mia grande preoccupazione in quanto non esiste un metro esatto, ma varia dal giudizio personale di ogni commissario. Pertanto nell’arco della stagione potremo assistere a decisioni diverse. Per fortuna la Federazione ha chiamato per questo primo appuntamento Emanuele Pirro, che reputo il più preparato tra tutti i commissari con esperienza da pilota. Dovrebbe essere l’uomo fisso. Nel seguirlo nelle sue decisioni prese lo scorso anno è stato lineare, costante e oggettivo nel valutare le diverse situazioni.

Cambiano anche le Qualifiche. I piloti saranno costretti a partire per la gara con le stesse mescole usate in Q2, mentre chi accederà in Q3 avrà a disposizione un set di gomme supplementare da usare solamente per quell’occasione. Inoltre la sessione avrà una durata di 12 min (contro i 10’ dello scorso anno). Questo permetterà ad ogni pilota di chiudere due giri veloci (forse non nei primi gran premi), creando maggiore spettacolo.

Le novità sono veramente tante e mi auguro che la Federazione sia in grado di controllare tutto, anche se certamente seguiranno delle riunioni per apportare delle modifiche.

Non ci resta che puntare la sveglia molto presto perché sarà un week end tutto da scoprire

Viaggio all’interno della Formula 1 – Regolamenti Tecnici 2014

Dopo aver analizzato il Regolamento Sportivo tuffiamoci di getto tra le novità Tecniche che hanno scompigliato, non poco, il sonno di ingegneri, team principal e piloti. Insomma le novità sono veramente tante, così come gli scenari che potrebbero aprirsi e le incognite a cui andremo incontro già alla prima gara in Australia, a Melbourne

Jerez e Bahrein – comprese le dichiarazioni dei protagonisti – ci hanno dato un primo assaggio di quanto sia complicato far dialogare tutta la tecnologia installata sotto la carrozzeria e il cofano motore di queste nuovissime vetture – propulsori Turbo V6 e batterie elettriche – Nei dodici giorni di test le bandiere rosse non sono mancate e questo è un termometro abbastanza significativo per farci capire quanto lavoro si debba ancora affrontare. Molti team non sono stati in grado di completare la distanza di un Gran Premio e, se lo hanno fatto, hanno dovuto rinunciare al Kers, oltre che limitare i numeri dei giri dei propulsori. A Melbourne nessuno sfrutterà a pieno i 15.000 giri/min. Gli occhi di tutti gli addetti ai lavori sono rivolti principalmente a due componenti: Affidabilità e Consumi.

Affidabilità, in quanto solamente percorrendo giri e chilometri si può provare a portare all’esasperazione le varie componentistiche, oltre che far venire a galla tutte le problematiche, e solo con l’affidabilità si vede la bandiera a scacchi. Consumi, perché da quest’anno è stata introdotta la regola di un consumo di benzina non maggiore di 100 kg/ora e attualmente è uno dei problemi maggiori non ancora risolti dai Team. Già solo per questo credo che la regola “Chi va piano va sano e lontano” potrà trovare molti seguaci.

Prendendo in considerazione questi due aspetti ecco quali scenari potrebbero aprirsi, soprattutto in vista dei primi appuntamenti

SAFETY-CAR:  una variabile da non sottovalutare. Le bandiere rosse non sono mancate nei Test collettivi e di conseguenza l’attività in pista per i commissari è stata notevole. La mancanza di affidabilità potrebbe portare ad un uso sfrenato della safety-car in quanto, quest’anno, i tempi di intervento potrebbero allungarsi notevolmente. I commissari infatti, prima di poter intervenire sulle vetture, dovranno aspettare l’accensione dei nuovi led-verdi installati sulle vetture. Di conseguenza la Direzione gara potrebbe intervenire in tal senso.  Inoltre, un maggior uso della vettura di sicurezza, porterebbe ad avere un tempo maggiore da coprire a velocità ridotta con l’inevitabile innalzamento delle temperature – uno dei problemi per i motorizzati Renault – oltre che ad un maggiore accumulo di energia. Lascio a voi immaginare le conseguenze.

SICUREZZA IN PISTA: mentre i piloti sono obbligati a fare delle vere acrobazie da circo per uscire velocemente dalla vettura senza toccare troppo la carrozzeria, i commissari dovranno attuare tutte le procedure che saranno loro impartite  prima di poter intervenire sulla vettura.

TEMPISTICHE DI RIPRISTINO: la complessità dei sistemi e delle vetture è evidente anche dalla lievitazione esponenziale dei tempi di ripristino delle varie componentistiche. Per la sostituzione di un cambio o di un propulsore i tempi di intervento si sono dilatati in modo esponenziale. Pensiamo a cosa potrebbe succedere se il problema si verificasse prima delle qualifiche. Le vetture potrebbero non essere pronte in tempo per entrare in pista, e probabilmente si dovranno rivedere gli orari di accesso ai Box da parte degli addetti ai lavori. Oggi i regolamenti prevedono che, entro tre ore e mezza dal termine delle qualifiche, tutte le vetture utilizzate siano coperte e pronte a ricevere i sigilli FIA, in modo tale da poter rimanere sotto sorveglianza fino al giorno successivo. Dopodiché, salvo deroga della FIA, nessun intervento è più ammesso.

LIMITE 107%: Alla fine del primo turno in Bahrein il 40% delle vetture non sarebbe risultata  qualificata causa un tempo sul giro superiore del 107% rispetto al miglior riscontro cronometrico (di Nico Rosberg). Il panorama è migliorato notevolmente nell’ultima quattro giorni dove solamente la Lotus sarebbe rimasta esclusa, ma con questi problemi lo spada di Damocle resta.

CHIMICA: con l’introduzione dei V6 Turbo e l’arrivo dell’ MGU-K e MGU-H, la FIA ha stabilito che i propulsori non devono consumare più di 100 kg/ora di carburante. Per ovviare a questo grande limite potrebbe fare il suo ingresso la Chimica, attraverso sostanze/solventi che alterano il peso specifico della benzina. Solventi che poi sarebbero in grado di evaporare e quindi non rintracciabili. Potrebbe essere il doping della F.1 Grande attenzione è stata attribuita anche ai lubrificanti per i cambi dove la Mercedes sembra essere leggermente avvantaggiata su Ferrari e Renault.

Insomma, c’è tanta carne al fuoco e ci aspetta un avvio di stagione problematico e di difficile interpretazione, con un super lavoro da parte di tutti i componenti dei Team. Rispetto agli anni passati, dove si partiva da una tecnologia molto avanzata e rodata, la curva di apprendimento quest’anno potrebbe essere molto più marcata col susseguirsi dei Gran Premi, e in particolar modo probabilmente dovremo attendere  l’arrivo del Circus in Europa per constatare  miglioramenti significativi nelle prestazioni.

 

Viaggio all’interno della Formula 1 – Regolamenti sportivi 2014

Con oggi mancano solamente nove giorni alla prima luce verde che inaugurerà ufficialmente il Mondiale di Formula 1 2014. Le uscite di Jerez e Bahrein ci hanno fatto capire quanto siano complesse queste vetture e, di conseguenza, quanto sia difficile – se non impossibile – capire i reali valori in campo.

Quest’anno ci troviamo di fronte ad un cambiamento epocale per la F.1 che però non ha riguardato solamente la sfera tecnica, ma anche i regolamenti sportivi.

In questi giorni proveremo ad affrontare e a porre l’attenzione su aspetti che team e noi semplici appassionati dovremo tenere sotto controllo per seguire al meglio lo spettacolo. Iniziamo questo nuovo viaggio partendo dalle novità previste nei Regolamenti Sportivi

PATENTE A PUNTI: All’inizio del Campionato ogni pilota disporrà sulla propria Superlicenza 12 punti. Ogni volta che commetterà un’infrazione i commissari potranno decidere di decurtargli un certo numero di punti, a seconda della gravità. Una volta persi tutti i punti il pilota sarà costretto a restare in panchina nel Gran Premio successivo

NUOVE PENALITA’: fa il suo ingresso una nuova penalità di 5 secondi riservata alle infrazioni di minor entità da scontarsi a fine gara, se uno ha già compiuto i suoi pit-stop, oppure durante la sosta stessa. In tal caso il pilota sconta i 5”nella sua piazzola, dopodiché i meccanici potranno iniziare le operazioni di cambio gomme.

A questo punto nascono i primi problemi in quanto le penalità sono a discrezioni dei commissari, il cui gruppo di lavoro non è mai lo stesso per tutta la stagione. Non essendoci un codice scritto che stabilisce il “peso” di ogni infrazione in termini di punteggio entra in gioco il giudizio personale, che può essere diverso per ogni individuo. Non esiste quindi un unico metro di giudizio. Lo stesso vale per la penalità di 5” (non appellabile). In un’ipotetica classifica corta, aggiungere 5” sul tempo finale significherebbe perdere numerose posizioni. Anche questa decisione è lasciata libera ai commissari.. Ma andiamo avanti:

PUNTEGGIO DOPPIO E TROFEO POLE: Il Gran Premio di Abu Dhabi varrà, in termini di punteggio, il doppio, mentre sarà aggiunto un trofeo dedicato a chi conquisterà più pole position nella stagione. Continuo a trovare assurda l’idea di raddoppiare i punteggi dell’ultima gara. In questo modo un pilota potrebbe vedere vanificato l’intero lavoro di una stagione solamente in un week end, senza contare che potrebbe entrare in gioco la componente fortuna/sfortuna, piuttosto che la bravura del pilota. Sarei più propenso a premiare, in termini di punteggio, il pilota che conquista un numero maggiore di pole position. In questo modo verrebbero premiate le doti velocistiche, soprattutto se il paragone viene fatto con il primo avversario di ogni pilota, il compagno di Box.

GOMME QUALIFICHE: da questa stagione i piloti saranno chiamati a prendere il via al Gran Premio con le medesime mescole usate per la Q2. I dieci piloti si “giocheranno” la pole position in Q3 con gomme speciali – molto probabilmente supersoft.

Come dicevamo qualche riga sopra i cambi regolamentari sono i veri protagonisti della marcia di avvicinamento al mondiale e, come abbiamo visto nelle prime uscite, i problemi non sono mancati. Tra power-unit e sistemi elettrici team e motoristi hanno avuto i loro grattacapi. Nei giorni scorsi abbiamo sondato le sensazioni dei Team Principal i quali, a poco più di una settimana del Gran Premio di Australia, hanno puntato il dito contro due aspetti fondamentali, legati all’Affidabilità e ai Consumi.

Ci apprestiamo quindi ad entrare nei nuovi Regolamenti Tecnici, tra Safety-car, sicurezza, chimica, cambi… ma questa è un’altra storia

To be Continued

 

Bahrein 2 – IL PUNTO … di Gian Carlo Minardi

Ci siamo lasciati alle spalle anche l’ultima sessione di test. Il mondiale può aprire le danze.  A questo punto solamente quindi giorni ci separano dal primo Gran Premio.

Mai come quest’anno la Formula 1 è avvolta da una fittissima coltre di nebbia che rende incomprensibile a noi osservatori i valori reali in campo, anche se una cosa è certa: c’è ancora un grandissimo lavoro e l’incognita più importante è rappresentata dall’affidabilità. Nessuno è soddisfatto al 100% del lavoro svolto, dalla Mercedes alla Caterham,  e questo ci fa capire quanto sia stato poco intelligente, davanti ad un cambiamento così epocale, non organizzare un maggior numero di prove.

Tra Bahrein 1 e 2 abbiamo avuto dei grandi miglioramenti in termini di chilometri percorsi (2314 giri contro gli oltre 3280 passaggi) e prestazioni. Ogni giorno che passa va a vantaggio della competitività, ma Melbourne sarà una grandissima incognita. Credo che per i primi appuntamenti il famoso detto “Chi va piano va sano e lontano” troverà grande riscontro.

Durante gli ultimi quattro giorni di lavoro il gruppo si è compattato. Tutte le vetture sono riuscite a rientrare nel famoso limite del 107%, anche se resta il grande divario tra Ferrari-Mercedes e i motorizzati Renault. La Red Bull ha mostrato maggiori problemi, rispetto a quanto evidenziato da Toro Rosso, Lotus e Caterham, anche se dobbiamo fare un ragionamento a parte. Gli uomini RB devono difendere un titolo, diversamente dai “compagni” i cui obiettivi sono diversi. Di conseguenza l’esasperazione delle prestazioni potrebbe essere stata differente.

In casa Mercedes, la FW36 e la W05 si sono dimostrate allineate sul tempo sul giro, senza dimenticare la McLaren anche se è impossibile fare una classifica. I chilometri percorsi potrebbero essere un buon termometro e, su questo fronte, è evidente la superiorità dei propulsori tedeschi sul Ferrari (1462 passaggi per i quattro partners Mercedes contro i 948 del “club Ferrari”) Prendendo singolarmente Scuderia Ferrari e Team Mercedes, Brackley  batte Maranello 351 a 337.

Dopo aver dato un po’ di numeri, non ci resta che aspettare due settimane per volare dall’altro capo del mondo e vedere cosa ci aspetta.

Che lo spettacolo abbia inizio!

Test Bahrain – IL PUNTO… di Gian Carlo Minardi

Il Bahrain è stato il primo vero test, in quanto Jerez la possiamo considerare solamente come uno shake-down. Purtroppo, a causa di questi regolamenti demenziali, abbiamo a disposizione un’ultima uscita e, per di più, solamente tra una settimana.

I team sono chiamati pertanto ad una grande prova di forza per sistemare e preparare le vettura in vista dei primi tre/quattro Gran Premi che si correranno, tra le altre cose, dall’altra parte del mondo. Come ci si poteva aspettare le scuderia hanno dovuto affrontare diversi problemi legati all’affidabilità, che potrebbero condizionare anche i primi appuntamenti.

La Mercedes ha confermato una maggiore coesione e performance con i suoi partners. Le scelte tecniche sono state ripagate dai numerosi chilometri (oltre 1140 giri) percorsi da Mercedes (315), McLaren (299), Williams (318) e Force India (212).  La Ferrari, come Scuderia, si difende sul lato delle prestazioni in quanto non molto lontana dal binomio Rosberg-Hamilton. Più distante sul fronte “clienti”. La Sauber nell’ultima giornata ha accusato importanti problemi telaistici, mentre la Marussia risulta dispersa nel panorama affidabilità con solamente ventisei tornate all’attivo. Maranello ha quindi salutato il tracciato di Sakhir con 552 tornate.

Dei tre costruttori ancora una volta la Renault risulta in difficoltà sul programma. Anche se sono riusciti a girare leggermente di più rispetto alla Spagna, abbiamo avuto una Lotus praticamente inesistente, così come Red Bull e Toro Rosso. Solamente la Caterham ha messo insieme un buon numero di chilometri (250 passaggi) anche se con riscontri cronometrici elevatissimi. Pur di percorrere il maggior numero di strada i team motorizzati Renault hanno girato senza KERS, che in termini di tempo sul giro quest’anno equivale a cinque/sei secondi.

Tra tante incertezze è emerso un dato certo: con queste vetture qualsiasi problema tecnico è accentuato in termini di tempo per il ripristino delle vetture. Questo ci fa capire quanto siano complessi i sistemi installati.

Ci apprestiamo ad entrare in una settimana intensa che ci introdurrà all’ultimo test collettivo. Poi sarà campionato vero.

I team dovranno lavorare per arrivare a Melbourne il meno malati possibili, cercando di limitare i problemi.

In questo momento fare ulteriori analisi diventa veramente difficile, in quanto non si conoscono le configurazioni in cui le vettura hanno girato e cosa sia stato provato. Pertanto per adesso mi fermo qui

Tra Conferme e Supposizioni si va verso il Bahrain

Manca ancora più di un mese al Gran Premio di Australia e con alle spalle solo Jerez, il primo test stagionale, stiamo già assistendo a cambiamenti di  Tecnici e Team che, preoccupati per i problemi motoristici incontrati, si stanno muovendo in ottica 2015. Sembra di assistere ai movimenti del mondo del calcio, quando in pre-campionato “saltano” le prime panchine o le squadre ricorrono al mercato di riparazione.

Nonostante Renault,  Red Bull e Toro Rosso si impegnino a trasmettere tranquillità e serenità nei loro comunicati e interviste, dalle informazioni che circolano, la situazione pare più complicata del previsto e di non facile risoluzione. Sembra che in  casa Red Bull stiano esplorando  un possibile cambiamento di motorizzazione per il 2015, mentre in Toro Rosso è saltato il sesto/settimo Direttore Tecnico della loro storia. Sul fronte motori poi – dalle informazioni provenienti al di fuori dai confini nazionali –  la Renault sta provando a fare “shopping” di tecnici oltre i confini transalpini (ricevendo risposte negative), cosa praticamente mai successa prima, in quanto  ha sempre cercato di difendere, giustamente, la propria tecnologia. Queste notizie non possono che alimentare sospetti, in base a quanto si vocifera, sulla probabile esistenza di problemi strutturali del propulsore, che sembrano essere di non facile risoluzione nel breve. Alcune case costruttrici, non attualmente impegnate nel Mondiale F.1, hanno già pronto una loro personale unità e stanno valutando una loro scesa in campo, anche se rallentati dalle difficoltà di trovare partnership importanti, a meno che queste perplessità non vengano superate sfruttando  l’attuale debacle Renault. Ovviamente mi auguro di poter essere smentito già tra qualche settimana quando in Bahrain, secondo test pre-campionato, potremo vedere i miglioramenti messi in atto dai Team e dai Motoristi.

Stiamo certamente vivendo un momento caotico per la Formula 1.

Sentiamo parlare sempre più spesso di un Salary Cap da fissare in 200 milioni di dollari. Attualmente però solamente tre o quattro team superano questo tetto, mentre la realtà di tutti gli altri partecipanti è ben lontana da queste cifre e le difficoltà con le quali debbono convivere sono sotto gli occhi di tutti. Forse queste esternazioni sono alimentate per distrarre la gente dai veri problemi della F.1. Come abbiamo sottolineato in passato (oggi anche altri autorevoli personaggi del Circus confermano)  la F. 1 va  rivista in tutti suoi aspetti. Non è accettabile che oggi ci siano team con  tre Team Principal al posto di un unico Proprietario o Direttore Generale e  che una vettura non abbia più un solo padre putativo con in mano l’intero progetto della vettura. Attualmente c’è un Responsabile per l’installazione  Motore, uno dell’area Aerodinamica , uno per la Produzione, uno per la gestione pista, uno per l’elettronica ecc. ecc. In questo modo viene a mancare la visione completa del progetto, oltre ad un aggravio di costi e l’ottimizzazione delle risorse,  con aumenti esponenziali di maestranze nei Team. Questa scelta è certamente figlia dello sviluppo, ma forse non è la strada giusta. Occorre fare qualche passo indietro prima di parlare di Salary Cap.

Nei giorni scorsi avevo voluto attirare l’attenzione sull’argomento sicurezza nei circuiti e sulle strutture Tecniche della FIA. Anche qui, con soddisfazione, ho notato che il problema è stato affrontato e discusso da Professionisti che hanno evidenziato e sottolineato le criticità emerse.   Ad oggi la FIA non ha informato i circuiti e delineato linee guida su come ci si debba comportare durante il recupero di una vettura ferma in pista. La conferma è arrivata dalla Sig.ra Rossella Amadesi, Responsabile CEA Squadra Corse. I Leoni della CEA Squadra Corse sono i migliori al mondo e questo rappresenta un valore aggiunto e una maggiore tranquillità per l’organizzatore del G.P d’Italia, ma trovo assurdo che a metà febbraio non siano ancora state diramate le dovute informazioni che potrebbero prevedere, oltre a sessioni formative anche dei costi aggiuntivi derivanti dall’acquisto di nuove attrezzature o divise da utilizzare nella stagione 2014.

Tutto questo fa parte di un’altra critica da me sollevata nei confronti della FIA, ripresa dall’Ingegnere Cadringher – ex responsabile FIA per i regolamenti negl’anni 80 – su un noto settimanale (Autosprint), dove anche per lui gli uomini preposti alla stesura dei regolamenti non hanno una visione globale.

Detto questo andiamo in Bahrain, attenti ad individuare i progressi dei Team che hanno incontrato i problemi maggior a Jerez, osservando se la Mercedes confermerà la sua affidabilità e competitività e se la Ferrari, che a detta degli uomini di Maranello è in linea con le aspettative, ci darà delle indicazioni  positive sulla stagione alle porte.

Jerez – IL PUNTO … di Gian Carlo Minardi

La quattro giorni di Jerez ha inaugurato ufficialmente la nuova era della Formula 1, con una Ferrari che ha salutato il circuito spagnolo moderatamente soddisfatta e con la consapevolezza di dover lottare contro un Mercedes leggermente in vantaggio. Alonso ha dichiarato di condividere la telemetria con Kimi e sinceramente non stento a crederci. La Ferrari è l’unica Scuderia ad avere la forza di gestire due prime guide, fornendogli il medesimo materiale tecnico. Quando i tempi assumeranno il giusto valore nascerà certamente una sana rivalità, ma sarà il cronometro a dettare le strategie.

Siamo solamente in una fase embrionale e non sarebbe giusto emettere sentenze. Ora sarà interessante vedere come si comporteranno le vettura col caldo del Bahrain, anche se ho l’impressione che il motorista di Stoccarda abbia lavorato a stretto contatto con i suoi quattro partners. Hanno avuto modo di raccogliere diversi dati grazie ai chilometri inanellati da Mercedes, Mclaren, Williams e Force India, cosa che per altro è avvenuta anche con il propulsore di Maranello nonostante i problemi di Sauber e Marussia.

In casa Renault la mancanza della Lotus si sarà certamente fatta sentire considerando lo stretto rapporto che esiste tra le due aziende, ma dalla prossima uscita ci potrà essere un maggiore travaso di informazione che potrebbe andare a vantaggio anche di Red Bull Racing e Scuderia Toro Rosso, anche se le dichiarazioni di White destano qualche preoccupazione – sono state evidenziate delle differenze tra le prove indoor e in pista. I Campioni in carica hanno iniziato con il piede sbagliato e sono chiamati ad una vera e propria prova di forza. E’ in questi momenti che si vede il valore di un team.

Restando sul fronte dei propulsori, dopo Jerez sono susseguite diverse ed importanti riunioni di carattere tecnico-gestionale. Molte case automobilistiche hanno avuto occasione di osservare le prime uscite in virtù di un possibile ingresso nel Circus. Oltre alla Honda il prossimo anno potremo avere diverse new entry.

Per un quadro più completo non saranno sufficienti i test di Sakir, ma bisognerà aspettare le prime gare, non di facile interpretazione. Ad oggi ci aspettano Gran Premi con vetture più lente della GP2 dove vincerà chi sarà più bravo nella gestione della macchina e nei consumi, ovvero chi “spingerà” di meno. Questo deve far pensare molto perché potrebbe allontanare l’appassionato. Non dimentichiamoci che la F.1 deve essere la massima espressione motoristica.

Con molto piacere vengo a conoscenza che presto la Williams annuncerà l’arrivo al suo fianco di un marchio che ha scritto capitoli importanti nello sport motoristico. Mi fa piacere sia perché è un segnale importante per tutto l’ambiente sia perché si unisce ad un team che ha vissuto un 2013 particolarmente difficile. Proprio nel 1991, quando dotai la M191 coi propulsori di Maranello, anche io ero stato vicino a chiudere questa collaborazione, ma purtroppo alla fine non si concretizzò.

Gian Carlo Minardi “Non ci siamo”

Punti doppi, nuove penalità, pole Trophy… siamo sicuri che questa sia la strada giusta per rendere più avvincente il Mondiale di Formula 1? Ho l’impressione che si vogliano trovare per forza delle novità che, però, non servono allo spettacolo e a far innamorare la gente. A mio avviso servono regolamenti chiari e decifrabili, e non palliativi. Bisogna studiare qualcosa dal punto di vista del marketing per avvicinare gli appassionati, invece di continuare a chiudersi dentro questi Motor-Home, blindati più di una roccaforte.

Sarebbe bello far respirare allo sportivo l’aria del paddock, dargli la possibilità di toccare con mano il week end di gara, avere l’autografo o una foto con il suo idolo. Invece ho la sensazione che molta gente non sappia riconoscere neanche i piloti (escludendo quelli saliti sul podio).

Continuo a trovare ridicola la regola sul punteggio doppio all’ultima gara. Un pilota rischia di vedere sfumare l’intero lavoro di una stagione in un solo appuntamento. Lo stesso discorso però vale anche per i team di serie C. Oggi abbiamo una Marussia che ha conquistato il decimo posto tra i costruttori grazie ad un tredicesimo posto (suo miglior risultato), contro un quattordicesimo della Caterham. Un solo posto di differenza che però vale la bellezza di almeno 10 milioni di dollari. Hanno lottato con il coltello tra i denti per tutto il campionato. Il prossimo anno tutto il lavoro potrebbe svanire in un solo week end, magari più per fortuna dell’avversario che per bravura …

In questi giorni la FIA ha annunciato di voler aprire le porte ad un nuovo team, e subito Volkswagen, Porsche e Audi hanno declinato l’invito, in quanto già impegnati nel campionati a ruote coperte come Le Mans o Mondiali. Le cause possono essere molteplici: le case automobilistiche hanno individuato nelle gare endurance la strada per una migliore promozione e per poter trasferire la tecnologia sulle auto di serie, ma anche perché oggi è difficile trovare un partner telaistico che garantisca risultati positivi in F.1 La Porsche a inizio anno è stata vicinissima alla Red Bull, ma per vari motivi non si è arrivato ad un accordo. Sta di fatto che il prossimo anno avremo una Le Mans veramente interessante con al via colossi del calibro di Toyota, Audi, Porsche, che ci regaleranno gare giocate fino alla fine sul filo di lana. L’ingresso di queste case automobilistiche contribuirà a far crescere l’interesse verso questi campionati. La stessa Ferrari, attraverso le parole del Presidente Montezemolo, ha fatto intuire di essere interessata a questo palcoscenico. D’altronde un costruttore come Ferrari, che ha vinto il Mondiale GT2, non può non guardare questi orizzonti.

La F1 prepara il 2014 tra tante (troppe) incognite

Nonostante tre sedili abbiano trovato il loro inquilino – Maldonado e Grosjean in Lotus e Hulkenberg alla Force India – il mercato piloti 2013-2014 è ancora molto simile ad un’ingarbugliata matassa di lana. Ad oggi i posti liberi sono ben sei di cui: 1 Force India; 2 Sauber; 1 Marussia; 2 Catheram

A rendere il puzzle della prossima griglia di partenza ancora più indecifrabile e incasinato ci hanno pensato i rumors su una possibile fusione tra Marussia e Sauber, due team che non navigano in acque troppo tranquille (come molti altri in Formula tra i quali la Lotus). Anche se non facile da mettere in atto, la fusione tra Banbury e Hinwil non è proprio fantascienza considerando che entrambe le compagini hanno un contratto con la Ferrari per la fornitura dei nuovi propulsori 1.6 Turbo. Se queste chiacchiere fossero vere il mercato piloti subirebbe un rallentamento importante, in quanto verrebbero a mancare due sedili. Se consideriamo che Jules Bianchi ha già in mano un contratto per la prossima stagione con la Marussia-Ferrari (il francese, il cui manager è Nicholas Todt, fa parte della FDA) i posti disponibili scenderebbero a quattro di cui due molto appetibili (Force India e Sauber). Non dimentichiamoci che a “piedi” resterebbe un certo Max Chilton, pilota con una valigia molto piena, oltre ad un Sergio Perez seguito da Slim – uomo più ricco del mondo – attualmente senza contratto.

Come sappiamo il nuovo Mondiale porterà con sè numerose e costosissime novità, a partire proprio dal motore turbo con tutte le complicazioni che ne conseguono. Pertanto diventa importate aggiudicarsi un pilota con alle spalle una buona esperienza che possa aiutare il team a crescere dando le giuste indicazioni ai tecnici. Questo, insieme al divieto delle prove, rende difficile l’ingresso di nuove leve. Pertanto i team manager cercheranno il giusto equilibrio tra tecnica e aspetto economico. Hulkenberg è il classico pilota che, pur non avendo alle spalle aziende importanti, si “paga” lo stipendio a suon di punti e piazzamenti che si traducono in dollari derivanti dai diritti televisivi per il team.

Come dicevamo qualche riga sopra, il 2014 sarà quasi un anno ZERO per una Formula 1 che sta vivendo un momento delicato. Anno zero per le numerose novità che saranno introdotte: telai completamente nuovi, turbo, i vari sistemi di recupero energia, il limite di 100 kg di benzina… Il tutto dovrà essere amalgamato insieme, ma il tempo a disposizione è veramente poco. Mi risulta che alcune scuderie clienti non abbiano ricevuto ancora il “manichino” – la sagoma con gli ingombri dell’unità e le componenti esterne. Di conseguenza anche la definizione del telaio è indietro.

Ci aspetta una stagione ad alta tensione. Chi partirà con il piede giusto avrà in tasca il mondiale. Brawn GP insegna