F1 – Road to Montecarlo

Montecarlo è Montecarlo. Glamour, feste, atmosfera, yacht. E’ assolutamente un week end a se, a partire dalla programmazione con le prime due sessioni di prove libere del giovedì per tornare in pista il sabato e la domenica per il gran galà del Gran Premio. Ma soprattutto la possibilità per gli appassionati di vedere le monoposto sfrecciare a pochi metri da loro. Un aspetto unico.

Inutile nasconderci dietro un vetro. Sarà un GP all’insegna della Mercedes con una lotta tutta in famiglia. Negli ultimi due anni Nico Rosberg è riuscito a primeggiare e, dopo il successo spagnolo, proverà a proseguire la striscia positiva sfruttando il suo particolare feeling col Principato. Certamente non può permettersi di perdere altro terreno nei confronti di Lewis Hamilton

Tutti gli altri restano un’incognita poiché sono distanti dallo strapotere tedesco e non mi aspetto miracoli. Gli imprevisti sono dietro l’angolo e un aiuto potrà arrivare dalle mescole. La Pirelli porterà Supersoft particolari, molto performanti con un degrado lento, e Soft che potrebbero favorire chi ha meno trazione e grip, come Ferrari.

Ma auguro che questo lungo fine settimana, che scatterà oggi con le conferenza stampa, sia anche l’occasione per fare chiarezza su quanto proposto dallo Strategy Group. A mio parere  le proposte fatte non rappresentano la strada corretta poiché vengono sottovalutate le problematiche della Formula 1 legate alla mancanza di spettacolo e alla crisi economica e tecnica. Tutte queste proposte sono orientate al 2017, ma bisogna prima superare indenni il 2016. Ci sono troppe incognite legate al futuro del Circus, incettabili per quei costruttori pronti ad entrare. Da un alto abbiamo l’amministratore delegato di Audi che dichiara “La F1 deve risolvere i suoi problemi da sola” che leggendo tra le righe: prima si chiariscono le regole e poi entriamo. Dall’altra una Renault che sta creando non pochi problemi a due team coi conti a posto, di cui uno è un quattro volte Campione del Mondo. Il palcoscenico non è certamente dei più solidi. Per questo mi sembrano proposte non adatta alla situazione attuale. Negli ultimi anni sono state fatte scelte in favore della sicurezza. Ora si propongono motori da 1000 cv e macchine più performanti di 4-5” reintegrando i rifornimenti, tornado su tempi cronometrici di 6-7 anni fa. Si sconfessa tutto quanto fatto fino ad ora… In più abbiamo una GP2 che in Spagna è stata più veloce dell’ultima fila della F1. Una GP2 che conta 200 cv in meno e dei budgets ben lontani dalla realtà del Circus. Numeri che dovrebbero far riflettere.

Per questo auspico l’intervento di FIA e FOA per trovare decisioni serie e utili a scavallare indenni il 2016 dando stabilità all’ambiente.

F1, Strategy Group: tante parole, pochi fatti

Tante parole e zero fatti. Mi viene da riassumere con queste parole le decisioni prese dallo Strategy Group, riunitosi nell’aeroporto londinese di Biggin Hill, il cui obiettivo dovrebbe essere quello di rendere più appetibile lo spettacolo e il format della Formula 1. Stiamo parlando di un gruppo di persone facenti parte di team, il cui pane quotidiano è la F1. Per questo resto basito quando leggo queste proposte. Regole che potrebbero essere adottate nelle stagioni 2016 e 1017. Ora la palla passa al World Motor Sport Council.

RIFORNIMENTI: inspiegabilmente ritornano. Dopo esser stati aboliti poiché considerati poco sicuri e troppo costosi, lo Strategy Group ha pensato bene di riproporli, nonostante le monoposto siano diventate molto più complesse – per non dire pericolose – visto l’ingresso nel 2014 delle complicatissime e costosissime power-unit che stanno mettendo in forte difficoltà diversi team. Cosa succederebbe in caso di problemi o errori col bocchettone? La Formula 1 è in crisi economica. Se escludiamo i primi cinque team, tutti gli altri sono già senza ossigeno e, ora, li obblighiamo a sobbarcarsi ulteriori costi per ricomprare l’attrezzatura e di gestione per il loro trasporto?

PNEUMATICI LIBERI: ogni team sarebbe libero di scegliere le due mescole da utilizzare in ogni gran premio. Fossi io il fornitore, non lo accetterei mai. Il miglior modo per migliorare velocemente le prestazioni sul giro è agire sulle scelta della gomma. Pertanto i piccoli team potrebbero optare per mescole morbide anche su un tracciato molto selettivo con l’intento di mettersi in evidenza, correndo il rischio di dechappamento. Non dimentichiamoci quanto assistito ad Indianapolis nel 2005…

VETTURE CLIENTI: quante volte è già saltata fuori questa proposta negli ultimi anni? Sostengo da tempo che non sia la soluzione giusta per calmierare i costi. Le vetture costruite per vincere un Campionato del Mondo hanno strategie di costruzione e costi di gestione nettamente superiori alle monoposto di fascia B. Questa strada l’ho studiata personalmente nel 1996: nella compagine societaria del Minardi Team era entrato a far parte anche Flavio Briatore, anche CEO del Team Benetton. Insieme provammo a studiare delle sinergie per contenere i costi. Dopo un attento studio emersero differenze tali fra le due filosofie costruttive da far abbandonare il progetto. Ognuno continuò a produrre e progettare separatamente. Inoltre si andrebbe a svilire la proprietà intellettuale dei team che perderebbero la qualifica di “Costruttori” con grosse ripercussioni anche nel valore economico del team stesso.

Ancora una volta quindi non sono emerse soluzioni nuove che possano far presagire a dei cambiamenti sostanziali, volti a ridurre veramente i costi. Sono state bocciate praticamente tutte le ipotesi di tagli, legati all’abolizione delle gallerie del vento o rivedere il sistema dei pagamenti tra i team clienti e motoristi ecc. Oggi abbiamo motorizzazioni i cui costi incidono per 1/3 dell’intero budget. Inaccettabile. Bisogna puntare su un’aerodinamica più semplice, avere meno personale in azienda e anche ai pit stop. E’ da tempo che ritengo ridicolo dover impiegare oltre 20 meccanici per cambiare quattro gomme, destinati a salire col rifornimento.  Personale che copre anche le scritte degli sponsor in un momento in cui la macchina potrebbe avere la migliore visibilità. DRS? Tecnologia che ha un suo costo e che non serve a nulla, nemmeno sulle auto di serie.

Vogliamo cambiare? Perché non provare a fare due manche più corte domenicali per un totale sempre di 300 km, invece di inserire i rifornimenti che, oltre ad aumentare i costi, complicano le strategie e la lettura della corsa. Pensiamo a realizzare vetture più semplici (oggi un’ala anteriore costa più di 100.000€) e veloci con gomme da 17”. Bisogna far restare gli appassionati col cuore in gola attraverso gare emozionanti e meno complicate. Oggi le gare sono fatte sulle strategie delle gomme e dei consumi. Aggiungiamo anche l’incognita rifornimenti e non risolveremo proprio niente. Sono dell’idea di avvicinare il pubblico, oggi troppo lontano. Gli appassionati sono costretti a vedere i propri beniamini dietro una rete, quando va bene, o da un televisore. C’è la brutta abitudine di chiudersi dentro le roccaforti chiamate hospitality.

E’ arrivato il momento di creare un gruppo che non sia implicato direttamente nei team, ma promosso da FIA e FOA. Ecclestone e Todt devono vigilare sulle proposte. Serve uno Strategy Group assolutamente staccato dai team, ma che conosca molto bene l’ambiente F1. Diversamente ognuno tira l’acqua al suo mulino e vengono fuori queste proposte con le quali non si va da nessuna parte

L’allievo batte sua maestà “E’ la dimostrazione che i 1000 cv non servono”

Il Gran Premio di Spagna dello scorso week-end, nettamente sotto le aspettative – per non dire quasi soporifero – ha rappresentato il debutto della Formula 1 e della GP2 Serie nel Vecchio Continente, oltre al via della GP3 Series.

Nonostante i suoi 65anni di esperienza – Il 13 maggio 1950, a Silverstone, veniva disputato il primo Gp di Formula 1 vinto da Farina con l’Alfa Romeo – la massima serie dell’automobilismo sportivo non sta certamente vivendo il suo momento migliore. A Barcellona ha stonato nuovamente. Dallara GP2 più veloce: l’allievo batte il maestro.

Facendo un confronto tra le due qualifiche saltano all’occhio una serie di numeri e dati allarmanti:

Pole position Nico Rosberg 1’24″681
Pole position Stoffel Vandoorne 1’29″273

Fin qui tutto normale. Ci sta. Un gap di quasi 5″. Andando più indietro nello schieramento ecco che salta all’occhio l’inghippo. Will Stevens e Roberto Merhi (Manor 04-Ferrari) si sono qualificati in ultima fila rispettivamente coi tempi di 1’31″200 e 1’32″038. Lo schieramento GP2 è stato chiuso da Zoel Amberg (Lazarus) che ha percorso i 4.655 mt in 1’31″751. Quindi tutta la griglia GP2 ha fatto meglio dell’ultima e costosissima F1, mentre la bellezza di 21 piloti hanno battuto la migliore Manor. Il poleman Vandoorne è stato addirittura più rapido di 1”927

Alziamo la posta
9 fila F1: Nico Hulkenberg 1’28″365 – Sergio Perez 1’28″442

Questo significa che la Dallara della ART ha girato a meno di 1” dalle Force India di Hulkenberg e Perez motorizzate MercedesNumeri che si commentano da soli. Questo è il risultato che i 1000 CV non sono la soluzione giusta per risolvere i problemi di questa Formula 1. E’ stata sconfitta da macchine che possono contare “solamente” su 620 cv. Bisogna lavorare sull’aerodinamica più semplice che permetta sorpassi in pista, e non solamente attraverso le strategie dei box o l’uso delle due mescole obbligatorie. Oggi ci troviamo a guardare macchine che “soffrono” quando si avvicinano troppo a chi gli sta davanti. Non è normale. Gli appassionati vogliono tornare a vedere i duelli in pista senza artifici. Anche il DRS è inutile. Tra le altre cose è una tecnologia che non troverà mai uno sbocco nelle auto di serie” analizza Gian Carlo Minardi.

La Formula 1 è la massima serie dell’automobilismo sportivo. Stando a questi numeri non sembrerebbe proprio

F1, Gp Spagna – PAGELLE

La delusione più grande l’hanno accusata i tifosi della Ferrari che si aspettavano qualcosa di nuovo e più incisivo per il Gran Premio di Spagna che, purtroppo, non c’è stato come dimostrano i 45” di distacco accusati da Sebastian Vettel nei confronti del vincitore Nico Rosberg.

Purtroppo rappresentano un passo indietro alla rincorsa alle Mercedes. I podi però sono positivi poiché aiutano a tenere il morale alto in un momento non facile. Oggi, per fortuna, mancano quei team (vedi McLaren e Red Bull) che solamente 12 mesi fa erano costantemente nelle zone alte della classifica. Lo stesso Team Principal Arrivabene, a fine gara, è stato molto duro e freddo dichiarando che questo distacco non va per niente bene. Sarà certamente una strada molto lunga poiché non si conoscono i reali limiti della corrazzata tedesca. Hanno concluso il quinto gran premio della stagione con la stessa power-unit, segnale di affidabilità  e forza nei confronti di una concorrenza che chiede la quinta unità per macchina/anno

Alle spalle della Ferrari si è riaffacciata la Williams che nei primi quattro gran premi qualcosa ha sbagliato. Sarà certamente un osso duro per il secondo posto tra i Costruttori. Classifica, che per qualità e prestazioni, è molto più chiara rispetto all’anno passato. In qualifica abbiamo una Toro Rosso spettacolare che, purtroppo, non riesce a ripetersi nella gestione gara cedendo strada ai cugini ricchi della Red Bull. La causa è anche da ricercare nella PU Renault che nei rettilinei cede molto alla concorrenza. Arriviamo quindi ai voti

Nico Rosberg  – 10 ha gestito in maniera esemplare tutto il week-end tornando ad essere il “Nico” che l’anno scorso contrastava Lewis. Speriamo che si possa riaprire la lotta interna per il titolo, visto che tutti gli altri sono lontani anni luce

Lewis Hamilton – 8 l’ho visto nervoso. Ha sofferto ingiustamente il fine settimana perfetto del compagno di box. Un campione come lui deve saper gestire queste realtà poiché Rosberg non è un Numero 2. Fino ad oggi ha saputo vincere tre gare perfette e senza problemi

Sebastian Vettel – 8 perché non ha sbagliano nulla in qualifica e in gara

Valtteri Bottas – 8 ottima gara in cui è riuscito a tenere testa al connazionale della Ferrari inserendo la sua Williams tra le due Rosse

Kimi Raikkonen- 7 un voto di incoraggiamento visto che in tutto il fine settimana è stato alle spalle del compagno. Per tenere la Ferrari al secondo posto nel mondiale deve vincere la concorrenza sulla Williams.

Felipe Massa – 6,5 un w.e non all’altezza della prima parte del campionato. A Barcellona ha decisamente perso il confronto con il compagno di squadra. Porta a casa un 6° posto e punti importanti.

Daniel Ricciardo – 7,5 ancora un appuntamento ricco di problemi. Ha saputo però portare a  casa un buon settimo posto, anche se con un giro di ritardo

Romain Grosjean – 7,5 nonostante una macchina con diversi problemi, ci ha messo del suo per portare alla Lotus punti i in ottica Mondiale

Daniil Kvyat – 6 fa un po’ di errori e parte male, ma la vettura è difficile da guidare. Perde anche il confronto con Sainz jr. Merita comunque più attenzione e meno critiche. Trovo stupido il confronto con Vettel

F1, Gp Spagna – IL PUNTO

Primo week end europeo all’insegna della Mercedes che ha avuto in Nico Rosberg il suo miglior interprete gestendo molto bene la vettura in tutte le sessioni, conquistando pole e vittoria. Ad Hamilton ha lasciato solamente la soddisfazione del giro più veloce con un 1’28”270 al 54esimo passaggio.  Il suo è un tempo eccezionale  che la dice lunga sul potenziale di questa vettura. Ha sperato di recuperare i 13” che ancora lo distanziavano da Rosberg, che si era installato tra 1’29 e 1’30. Mercedes chiude il fine settimana lasciando la Ferrari di Sebastian Vettel a 45”. L’anno scorso Daniel Ricciard (terzo con la RB) aveva accusato un gap di 49”

Ferrari era riuscita a partire davanti, grazie soprattutto al tedesco, provando ad ottimizzare il nuovo pacchetto aerodinamico, accusando comunque un distacco pesante come ha sottolineato lo stesso Maurizio Arrivabene a fine gara. Non essendoci la possibilità di provare hanno fatto bene a diversificare le vetture. Nonostante questo il distacco tra Seb e Kimi è stato abbastanza ridotto. Pertanto durante i test collettivi dei prossimi giorni dovranno provare a sviluppare e rivedere il lavoro fatto.

Le forze in campo si sono rispettate con Mercedes-Ferrari-Williams a guidare il gruppo. Bottas è stato bravo a tenere dietro Kimi che per solo 1” non è riuscito a sopravanzare il connazionale. Bella prova anche per la Red Bull, autore di un w-e travagliato come ultimamente le capita, per Romain Grosjean che ha portato punti importanti alla Lotus e per la Toro Rosso grazie al nono posto di Carlos Sainz Jr. Il team di Faenza aveva fatto sognare in qualifica monopolizzando la terza fila con quinto crono del padrone di casa e il sesto di Verstappen. Corretto non penalizzare lo spagnolo per il contatto con Daniil Kvyat  poiché è un normalissimo incidente di gara.

E’ partito anche l’ACI Team Italia coi suoi alfieri Luca Ghiotto e Raffaele Marciello impegnati in GP3 e GP2 col team Trident. Subito una pole e un ottimo secondo posto in gara-1 per Ghiotto  che saluta il week end inaugurale con il terzo posto in classifica. Marciello ha sofferto anche se è stato bravo nel conquistare punti importanti per il campionato nel primo appuntamento europeo. L’ACI Team Italia è solamente l’ultimo passo di un’importante progetto volto a seguire e valorizzare i piloti italiani con l’obiettivo di riportare un nostro portacolori in Formula 1

#ARuotaLibera Speciale piloti spagnoli – L’asse Faenza-Spagna

Con le prove libere  è entrato nel vivo il Gran Premio di Spagna, che per oltre 20 anni è stata anche la gara di casa per il Minardi Team, insieme a Imola e Monza.

Da Faenza infatti sono partiti tutti i piloti iberici che si sono poi affermati nel mondo a quattro ruote, ad esclusione di Pedro De La Rosa. L’asse Faenza-Spagna ha visto il suo via nella stagione 1987 con l’ingaggio di Adrian Campos fino ad arrivare ad oggi con Carlo Sainz Jr portacolori della Scuderia TR, passando per Sala, Marc Genè, Fernando Alonso, Antonio Garcia e Jaime Alguersuari nel 2009. “Un grande in bocca al lupo a Sainz per il suo gran premio di casa, ultimo spagnolo arrivato a Faenza

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#ARuotaLibera – Gp Spagna

A tre settimane dall’ultimo Gran Premio, la Formula 1 fa finalmente il suo ingresso nel Vecchio Continente col Gran Premio di Spagna, sul tracciato di Barcellona. Puntuale come sempre arriva la nuova puntata di “A Ruota Libera” a firma di Gian Carlo Minardi e in collaborazione con SkySportF1 girato nella spendila location di Relais Villa Abbondanzi a Faenza

Come da tradizione sono attese numerose novità, soprattutto tra i Bug che hanno lavorato duramente sia sull’aerodinamica che sulle Power Unit per provare a contrastare lo strapotere Mercedes

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Da Campos a Sainz Jr. L’Asse Faenza-Spagna

Parlando del Gran Premio di Spagna non possiamo dimenticare l’asse Faenza-Spagna, un gemellaggio diventato sempre più forte nel corso degli anni, dal quale sono transitati tutti i piloti spagnoli, ad eccezione del solo Pedro De La Rosa. Il Minardi Team ha aperto la strada nel 1987 con l’ingaggio di Adrian Campos. Oggi il testimone è passato alla Scuderia Toro Rosso che ha chiamato tra le sue fila Carlos Sainz Jr, in coppia all’olandese Verstappen.

Dopo il debutto al volante della M187, con il quattordicesimo posto proprio in Spagna come miglior risultato, Adrian Campos si è fermato a Faenza anche la stagione successiva, facendo coppia con Luis Perez Sala, prima di cedere il volante della M188 a Pierluigi Martini. Per la Scuderia diretta da Gian Carlo Minardi erano i primi anni nel Mondiale di Formula 1 col debutto targato 1985, ma già a Detroit festeggiava il primo punto iridato grazie al sesto posto del romagnolo.

Arriviamo alla fine degli anni ’90 e inizio 2000 con Marc Genè e Fernando Alonso. Prima di passare nelle fila della Williams e, successivamente Ferrari come collaudatore, Genè difende i colori del Minardi Team nelle stagioni 1999 e 2000, in coppia con Luca Badoer e Gaston Mazzacane conquistando i punti nel Gran Premio d’Europa al volante della M01 motorizzata Ford, prima di passare il testimone al connazionale e futuro bi-campione del mondo Fernando Alonso.  L’ultimo spagnolo in ordine cronologico targato Minardi è Antonio Garcia che nel 2002 si era calato nell’abitacolo della PS02 di Mark Webber per un test, prima di passare con successo alle competizioni a ruote coperte. Nel suo palmares compare infatti il nono posto nel WTCC ’05 insieme alle vittorie 2008-2009-2011 nella 24 Ore di Le Mans al volante di Aston Martin e Corvette e ai successi 2009-2015 nella 24 Ore  di Daytona.

Sul fronte TR il 2009 è l’anno di Jaime Alguersuari e quest’anno del figlio d’arte Carlos Sainz Jr. «Sono stati veramente tanti i piloti spagnoli e mi fa piacere che da quando il Minardi Team ha firmato il suo debutto in F1 nel lontano 1985, tutti i piloti, ad eccezione di uno, siano transitati per Faenza. Per il Minardi Team, insieme a Monza e Imola, il GP di Spagna era la corsa di casa» racconta Gian Carlo Minardi «Ho dei bellissimi ricordi legati sia al calore dei tifosi iberici sia ai piloti, coi quali tutt’oggi ho un ottimo rapporto. L’ultimo spagnolo arrivato a Faenza e Sainz Jr, chce ha le caratteristiche per far bene. Mi auguro che abbia più fortuna del suo procedessero Alguersuari, vittima degli errori RB. Nel 2006 avevo assistito al suo debutto in Formula, sul circuito di Imola: pole, vittoria e giro veloce in entrambe le gare. Gli avevo prospettato un futuro in F1, che c’è stato, anche se troppo breve» conclude il manager faentino che nel fine settimana sarà a Barcellona anche per seguire Luca Ghiotto e Raffaele Marciello impegnati in GP3 e GP2 come alfieri dell’ACI Team Italia.

F1 – Road to Barcellona

Il Gran Premio di Spagna è tradizionalmente un termometro significativo per l’andamento della stagione. In queste tre settimane di silenzio apparente tutti i Big hanno lavorato per portare a Barcellona gli sviluppi, già programmati da tempo, sia sul fronte telaio che power-unit.

Chiacchiere da “giornali” parlano di un miglioramento di 3-4 decimi per la Ferrari, ma solo la pista ci darà il resoconto finale. La Mercedes ha ancora congelato i motori, mentre Ferrari e Williams hanno lavorato su tutti i fronti.  Purtroppo si legge troppo poco di Lotus, Sauber, Force India e Toro Rosso. Un segnale non positivo.

La Formula 1 prepara dunque il suo sbarco nel vecchio continente, portando con sé mescole Hard e Medium. Un bel banco di prova anche per le gomme, su un tracciato abrasivo con spinte laterali che sollecitano non poco i pneumatici. Vedremo se la Mercedes sarà in grado – così come credo – di mantenere inalterata la sua leadership e se Maranello confermerà la sua seconda posizione ai danni della Williams.

Alle spalle dei primi quattro poi abbiamo una lotta scatenata a suon di punti per la quinta posizione. Manor esclusa – per ovvie ragioni – sono tutti molto vicini. Sarà interessante seguire le loro lotte. Come ho già accennato nelle settimane scorse, fondamentali saranno i giorni successivi al Gp di Barcellona, con diversi Consigli di Amministrazione in casa Renault-BMW-Audi che potrebbero ridisegnare la F1. Inoltre abbiamo Mr. Red Bull in persona voglioso di entrare nella CVC di Bernie Ecclestone. Si potrebbe innescare un bel vortice.

Parlando di Spagna, non posso non fare un accenno ai piloti spagnoli e all’asse Spagna-Faenza. Ad eccezione di Pedro De La Rosa, tutti i piloti F1 spagnoli sono partiti da Faenza, e molti dal Minardi Team. Iniziamo nell ’87-’88 con Adrian Campo e Sala nella stagione ’88-’89 per arrivare a Marc Gene nel 1999-2000, Fernando Alonso 2000-2001 e Antonio Garcia che ha provato con noi nel 2002. Passando alla Toro Rosso nel 2009 è stato il turno di Alguersuari, fino ad oggi con Sainz jr. Per Il Minardi Team, insieme a Monza e Imola, il GP di Spagna era un po’ la gara di casa. Ho mantenuto un ottimo rapporto con tutti i piloti che ancora oggi incontro molto volentieri.

Con Barcellona anche le serie propedeutiche entrano nel vivo.  La GP2 vivrà il suo secondo appuntamento, mentre si accenderanno i riflettori sulla GP3.  Partirà l’ACI Team Italia con Luca Ghiotto e Raffaele Marciello, portacolori Trident rispettivamente in GP3 e GP2. Sarò personalmente a Barcellona per osservare da vicino i nostri ragazzi e vedere quali accorgimenti  mettere in atto per migliorare la loro crescita. SI tratta di uno step molto importante del lavoro pianificato da  Aci-Sport.

La Formula 1 del domani

L’attuale griglia di partenza dei Gran Premi di Formula 1 parla di: quattro fornitori di motori (Mercedes, Ferrari, Renault, Honda), tre case costruttrici (Ferrari, Mercedes, McLaren) e  sette team privati (Williams, Force India, Red Bull, Toro Rosso, Sauber, Lotus, Manor).

Lo scenario però potrebbero cambiare presto. Ecco come e perché.

Renault: nei giorni successivi al Gran Premio di Spagna, in programma il week-end del 10 maggio, ci sarà un Consiglio di Amministrazione Straordinario indetto direttamente dal Chairman and CEO Renault, Carlos Ghosn, che tratterà proprio della situazione Renault in F1. A questo punto si possono aprire tre strade: lasciare il Circus, entrare in prima persona acquistando un team o rilanciare tecnicamente una Power-Unit che al momento non è all’altezza della concorrenza

Audi: il gruppo è davanti ad un passaggio epocale. Ferdinand Piech, Presidente nonché maggiore azionista del gruppo, ha dato le dimissioni per contrasti interni. Questo significa che ci potrebbero essere delle lotte interne che hanno messo  Piech in forte discussione. Mr. Ferdinand non era contro Bernie Ecclestone, come è stato dipinto in questi mesi, ma non gli andava a genio l’attuale F1. Quali saranno le nuove strategie? Sarà interessata all’acquisto della Red Bull Racing?

BMW: a metà maggio la casa tedesca avrà un nuovo AD nella persona dell’Ing. Kruger. Tecnico con una forte storia nel motor-sport. Un segnale per far risorgere il marchio in un mondo come la F1 che, nonostante sia molto chiacchierato e denigrato, ha una grande attrazione facendo lievitare il brand.

La Formula 1 nelle prossime settimane potrebbe cambiare volto sia tecnicamente che politicamente. Il Circus in questo periodo sembra in letargo. Ma sarà proprio così? Bernie Ecclestone e Dietrich Mateschitz sanno qualcosa in più? Da diversi mesi si parla di un Mr. Red Bull altamente interessato all’acquisto di azioni della CVC. Se fosse così sarebbe costretto a lasciar andare i due team (RBR e TR). E’ un caso che proprio in questo momento vengano fuori queste voci? Mateschitz ha sempre dichiarato che per lui la F1 è business, essendo lui uomo di marketing. Uno scenario molto interessante. Una ventata nuova. Abbiamo un esempio pratico. Dopo aver acquistato  il vecchio circuito di Zeltweg, è stato in grado di ristrutturarlo e rilanciarlo. L’anno scorso il Red Bull Ring ha vissuto uno dei gran premi più belli della stagione con prati e gradinate stracolme e numerose iniziative. Quest’anno potrebbe essere ancora meglio.

Insomma, forse siamo davanti ad un grande cambiamento.

F1, Minardi “Macchine più semplici e duelli, altro che 1000 cv”

Dall’analisi dei primi quattro gran premi della stagione (leggi qui) è emerso un forte rimescolamento delle forze in campo rispetto solamente a dodici mesi fa: + 55 punti in casa Ferrari – passata da quarta a seconda forza del Mondiale, i  +19 Sauber e +12 Lotus compensano i segni negativi in casa McLaren (- 43 punti), Red Bull (-34) e Force India (-43), dettati dalla crisi tecnica di due costruttori come Renault e Honda, ma non solo come nel caso del team di Vijay Mallya.

Nonostante la conferma della line-up e del fornitore della power-unit (Mercedes) sono scivolati all’ottavo posto con solamente undici punti all’attivo. La colpa è da ricercare nella crisi economica che però sta toccando gran parte dello schieramento di partenza “Ad oggi si salvano finanziariamente solamente cinque  team e questo non può e non deve passare inosservato. E’ veramente inutile e ridicolo parlare di propulsori con 1000 cv o reintrodurre i rifornimenti di benzina, che complicherebbero solamente di più la lettura della gara oltre ad aumentare nuovamente i costi. Per uscire da questa crisi servono programmi ben definiti che intervengono sui regolamenti tecnici e sportivianalizza Gian Carlo Minardi ai microfoni del portale www.Minardi.it

Accetto, anche se non condivido, l’utilizzo di queste complicate e costose Power-unit nella Formula 1, poiché credo che lo scenario più corretto sia il Mondiale Endurance WEC. Fare un passo indietro verso i propulsori aspirati lo vedo complicato poiché il futuro delle auto di serie, a partire dal 2020, sarà rivolto verso l’ibrido, il recupero di energia, motorizzazioni turbo sempre meno inquinanti. Quello che non funziona sono gli elevatissimi costi che i team privati devo sostenere. Una PU assorbe praticamente 1/3 dell’intero budget per la maggioranza dei Team. Un sistema veramente insostenibile, che oggi stiamo toccando con mano” prosegue il manager faentino, la cui ricetta per curare il Circus è rivolta verso macchine con un’aerodinamica più semplice che metta in risalto le qualità del pilota, senza troppi aiuti

Il DRS è inutile poiché è una tecnologia che non troverà mai uno sbocco nelle auto di serie. Vogliamo poi parlare di quanto siano diventate complicate e onerose le ali? Oltre 100.000€ per una sola ala anteriore non è un costo spropositato? Sarebbe meglio avere un’aerodinamica più semplice che permetta sorpassi in pista, e non solamente attraverso le strategie dei box o l’uso delle due mescole obbligatorie. Se ora reintroduciamo anche la variabile del rifornimento, siamo veramente a posto… Oggi ci troviamo a guardare macchine che “soffrono” quando si avvicinano troppo a chi gli sta davanti. Non è normale”.

E’ giunto il momento di correre al riparo con soluzioni serie e veloci. Bisogna far innamorare gli appassionati, attirandoli con gare ricche di sorpassi e controsorpassi senza inventare chissà quali diavolerie tecnologiche. Bisogna trovare i nuovi marchi di fabbrica. Oggi tutti rimpiangono duelli alla Villeneuve-Arnoux oppure, andando più avanti nel tempo, al duello Schumacher-Hakkinen di Spa-Francorchamps. La F1 deve tornare ad essere la macchina da gara dei sogni, magari attraverso gomme più larghe, aerodinamica che permetta di sfruttare la scia e perché no, anche usando meno meccanici durante il pit stop. Una sola persona per gomma potrebbe creare più suspense.

Invece di sentir parlare solamente di strategie e gomme, non sarebbe meglio raccontare i duelli facendo stare il tifoso con il cuore in gola? “Si deve correre ai ripari. Non dimentichiamoci che i problemi di casa Renault stanno toccando due team finanziariamente solidi, come Red Bull e Toro Rosso. Non oso pensare come sarà il futuro per quei Team che già oggi sono in debito di ossigeno..” E ci siamo lasciati solamente alle spalle quattro dei diciannove appuntamenti… Una atmosfera quasi alla Alfred Hitchcock!

F1, Aspettando l’Europa – Promossi e rimandati

Con il Gran Premio del Bahrain la Formula 1 ha cavalcato il primo quinto di stagione. I primi quattro appuntamenti in calendario, dall’Australia al Bahrain passando per Malesia e Cina, sono volati via e il Circus si prepara a firmare il suo debutto nel Vecchio Continente col GP di Spagna in programma il week-end del 10 maggio. Tre settimane in cui i team lavoreranno acremente per portare quegli sviluppi già programmati da tempo.

Rispetto a dodici mesi fa, abbiamo però notato che la classifica Mondiale Costruttori si è rimescolata non poco e, pertanto, abbiamo voluto fare un raffronto tra i primi quattro appuntamenti 2014 e 2015 che si sono corsi sugli stessi tracciati, con una sola lieve differenza: Shanghai e Sakir si sono invertiti i week-end.

PROMOSSI
Mercedes: per chi è al top non è mai facile trovare gli stimoli per mantenersi al comando, ma in questo momento i Campioni del Mondo hanno più punti dello scorso anno (159 contro i 154), dimostrazione che nonostante gli errori di strategia restano la macchina da battere.

Ferrari: un inizio di stagione al di sopra di qualsiasi aspettativa. E’ fuori discussione, un rullino di marcia di questo tipo era impensabile dopo un 2014 a dir poco disastroso: sempre a podio con una vittoria in Malesia. Risultati ottenuti anche per la mancanza di due attori come McLaren e Red Bull che solamente un anno fa occupavano saldamente la zona punti. Comunque è certamente il team che ha fatto il maggior salto di qualità, anche se il gap con la Mercedes resta significativo.

Williams: forse ci si aspettava qualcosa in più, ma ha portato comunque a casa quasi il doppio dei punti rispetto al 2014 (61 contro i 36). Quest’anno Felipe Massa non è stato coinvolto in incidenti che l’anno passato avevano condizionato l’inizio stagione.

Sauber: hanno cambiato completamente la line–up dopo il pasticcio con Van Der Garde e complici le negatività di RB e McLaren, sta portando tanta “legna nella cambusa”. Dopo aver chiuso la passata stagione con uno “zero” in classifica, già ai primi 4 gp può contare su un bottino di 19 punti che vale, per il momento, il quinto posto tra i costruttori alle spalle della Red Bull.

Lotus: stessa line-up ma una PU Mercedes. Come il team di Peter Sauber sta provando a conquistare più punti possibili sfruttando il momento negativo di team più blasonati l. Anche Lotus aveva chiuso il 2014 senza punti, mentre al momento Grosjean ha già portato a casa 12 punti.

Toro Rosso: l’attuale classifica parla di un +4 rispetto a dodici mesi fa (12 contro 8 punti), nonostante i ritiri dovuti alla PU francese. Il doppio ritiro di Sakhir e l’out a tre giri dalla fine di Verstappen in Cina pesano veramente. Per il momento l’obiettivo del quinto posto, a loro portata e dichiarato a inizio stagione, potrebbe essere a rischio per la fragilità della PU.

RIMANDATI
McLaren: è senza alcun dubbio il “gambero 2015”. Il passivo è di 43 punti! Gara dopo gara sta facendo degli importanti passi in avanti, ma il divario è di quelli importanti. Il problema numero 1 è la PU Honda, ma sono certo che i giapponesi non staranno a guardare. Attenzione, nella seconda parte di stagione potrebbero risorgere.

Red Bull: certamente ha fatto un bel passo indietro. L’anno scorso erano la seconda forza del mondiale con la bellezza di 57 punti, mentre ora la coppia Ricciardo- Kvyat si deve accontentare di 23 punti e del quarto posto. Un gap di ben 34 punti in meno! La PU transalpina fa certamente la sua parte, come i ritiri dimostrano, ma a mio avviso non è il solo problema, manca l’equilibrio dell’intera vettura, punto di forza del passato.

Force India: stessa line-up e stessa motorizzazione 2014, ma all’appello mancano la bellezza di 43 punti! Ha certamente dei problemi interni economici che condizionano i risultati in pista. La macchina nuova ha debuttato solo negli ultimi giorni dei test invernali e questo ritardo lo stanno pagando. L’anno scorso in Bahrain, Sergio Perez festeggiava il terzo posto, mentre quest’anno il risultato migliore del duo Hulkenberg-Perez è un settimo posto firmato dal tedesco nella gara inaugura a Melbourne. Troppo poco.

Siamo solamente ad un quinto della stagione e tutto può essere ovviamente rivoluzionato. Ci sono tre settimane di stop e conosciamo molto bene quanti miglioramenti si possono fare in un lasso di tempo come questo. Basti pensare a cosa succede tra la fine dei test invernali e la prima gara. Siamo di fronte ad una classifica che vede al comando la Mercedes, davanti a Ferrari, Williams e Red Bull. Alle loro spalle è in corso la lotta per il quinto/sesto posto tra Toro Rosso, Sauber e Lotus.

Classifica team dopo 4 Gran Premi 2014
Classifica team dopo 4 Gran Premi 2015
1
Mercedes
154
1
Mercedes
159
2
Red Bull
57
2
Ferrari
107
3
Force India
54
3
Williams
61
4
Ferrari
52
4
Red Bull
23
5
McLaren
43
5
Sauber
19
6
Williams
36
6
Toro Rosso
12
7
Toro Rosso
8
7
Lotus
12
8
Lotus
0
8
Force India
11
9
Sauber
0
9
McLaren
0
10
Marussia
0
10
Manor
0
11
Caterham
0

Sul fronte piloti abbiamo invece un Lewis Hamilton da 10, non ha sbagliato niente. Ha vinto tre dei quattro gp corsi fino ad ora. Quando la vittoria non è arrivata, la colpa è da ricercarsi nelle strategie del team. Più sofferente invece Nico Rosberg. A questo punto della stagione l’anno scorso era in vetta al mondiale con 79 punti, mentre oggi insegue con un bottino di 66. Sta soffrendo in modo eccessivo i risultati positivi del compagno di box. In casa Ferrari Kimi Raikkonen si sta riabilitando dopo un 2014 disastroso. Si è risvegliato in lui il pilota che ha vinto un Mondiale. I risultati positivi sono uno stimolo importante per continuare a spingere e ridurre il gap che ancora esiste nei confronti della Mercedes. I risultati di Vettel stanno avvalorando la mia teoria su di lui: quando va tutto bene è un fenomeno, davanti al primo errore va in “confusione”, come è successo a Sakhir. Una fragilità che dovrà essere tenuta sotto controllo dal Team Manager.

Riprenderemo le nostre considerazioni sul Circus partendo da questa rivoluzione di forze in campo, più dettata dalle P.U. e da fattori economici che da vere modifiche progettuali,… ma questa è un’altra storia che vi racconteremo nei prossimi giorni.

F1, Gp Bahrain – IL PUNTO

Abbiamo appena vissuto un gran premio che solamente ad inizio anno era quasi insperato, indipendentemente dal fatto che le forze in campo siano per il momento Mercedes-Ferrari-Williams con una Power-Unit tedesca al comando, come ha dimostrato il duello Vettel-Bottas. Sebastian ha dimostrato, ancora una volta, di essere tra i più veloci del Circus nel giro secco scendendo, insieme solamente ad Hamilton, sotto il muro dell 1’33 in qualifica.

Le prime tre file della griglia di partenza hanno rispecchiato molto bene gli attuali valori in campo. Stiamo vivendo una Formula 1 dove il minimo errore viene pagato pesantemente. Lo abbiamo visto in particolar modo con Rosberg e Vettel. La gara si è giocata sulle strategie, ottime soprattutto nel caso di Raikkonen, sugli errori che potevano commettere i piloti e sull’affidabilità. La Mercedes negli ultimi giri ha accusato dei problemi ai freni, come ha dichiarato nel post gara lo stesso Nico. Con uno-due giri a disposizioni in più Kimi avrebbe potuto attaccare Lewis. Il finlandese è stato straordinario gestendo in modo magistrale sia le Soft che le Medium. Un Vettel invece che ha pagato i due errori passando dalla P2 alla P5 finale.

Una Mercedes che si conferma ancora al comando come dimostra la terza vittoria (su quattro gara) di Hamilton che sfrutta al meglio il suo potenziale. Alle sue spalle però abbiamo una Ferrari in netto recupero, che deve continuare a lavorare per provare a mettere pressione agli avversari. Abbiamo assistito a dei bei duelli e sorpassi e al vero potenziale di molte macchine, come Lotus e Force India che nonostante i problemi hanno conquistato punti importanti. Gli ingegneri e i tecnici ci stanno facendo vedere cose impensabili, ribaltando situazioni tecniche. Sportivamente parlando si sente la mancanza della Red Bull che ancora una volta ha dovuto farei conti coi problemi della Renault. Ricciardo ha tagliato il traguardo con il motore rotto, rischiando di ripetere quanto successo a Verstappen in Cina, costretto al ritiro a tre giri dalla fine. E’ andata peggio alla Toro Rosso che ha visto i suoi due piloti ritirati per problemi.

Al di la della figuraccia di Button che non ha potuto prendere il via al Gp, afflitto da problemi fin dal venerdì, la McLaren sta facendo dei passi in avanti gara dopo gara. Positiva la gara di Alonso, ance se il cammino è ancora lungo. Il lavoro però inizia a dare i frutti

Ora ci aspettano tre settimane di relax, in attesa del Gran Premio di Spagna. Come da tradizione il primo appuntamento europeo coincide con l’inserimento delle novità più importanti, gettoni per i motori compresi.