F1 | Gp Ungheria, IL PUNTO di Gian Carlo Minardi “Ferrari deve recriminare due errori”


Lewis Hamilton chiude il tour-de-force di quattro gran premi racchiusi in cinque settimana con un’altra importantissima vittoria portando a 24 i punti di vantaggi sul diretto avversario Sebastian Vettel. Hamilton è il pilota più in forma al volante della vettura migliore supportato anche dal suo valido scudiero, Valtteri Bottas, che si è reso protagonista certamente di un grande gara, mettendo alla frusta Vettel, anche se poi ha rovinato tutto negli ultimi giri col contatto sul ferrarista e, successivamente, su Ricciardo. Bottas aveva evidenti problemi di gomme e ora staremo a vedere cosa decideranno i commissari.

Col secondo e terzo posto, la Ferrari saluta Budapest con più punti del previsto anche se deve recriminare per i due errori ai pit-stop che sono costati a Vettel e Raikkonen secondo preziosi che gli avrebbero certamente permesso di tornare in pista davanti al finlandese della Mercedes.

Grandissima gara da parte di Daniel Ricciardo. In questa occasione la Red Bull non aveva rispettato le aspettative, accusando anche problemi di affidabilità che hanno costretto al ritiro Verstappen. Molto bravo l’australiano che è riuscito comunque a chiudere ai piedi del podio, dopo l’ordine dato a Bottas di restituirgli la posizione.

Risultato positivo anche per la Toro Rosso che conquista il sesto posto con Gasly, e per la McLaren che chiude l’ottavo posto con Fernando Alonso. Mi spiace vedere in difficoltà la Force India, un team che negli ultimi dua anni aveva raggiunto risultati incredibili.

Ora ci aspettano tre settimane di stop e poi il mondiale ripartirà da Spa-Francorchamps e Monza. Questa Mercedes però fa paura soprattutto in vista di due tracciati così veloci

Gian Carlo Minardi

F1 | Gp Ungheria, la PRESENTAZIONE di Gian Carlo Minardi

A una settimana dalla vittoria in rimonta di Lewis Hamilton e dall’errore di Sebastian Vettel, la Formula 1 è pronta a riaccendere i propulsori all’Hungaroring per il dodicesimo appuntamento (il quarto in cinque settimane che concluderà il tour-de-force aprendo al periodo di vacanza).

Sicuramente una buona occasione per il ferrarista che avrà modo di tenere alta la concentrazione senza rimuginare troppo sulla vittoria sfuggita in Germania, in un momento in cui non era necessario prendere dei rischi eccessivi. Si arriva in Ungheria, dove l’anno scorso la Ferrari conquistò una doppietta. Un tracciato in cui la qualifica ha un ruolo importante così come l’uscita della safety-car. Ancora una volta mi aspetto una griglia di partenza disegnata sul filo dei centesimi con una lotta tra Mercedes e Ferrari, con l’inserimento della Red Bul sempre se non si inventeranno strategie impossibili come sette giorni fa.

Un tracciato che col Minardi Team mi ha regalato diverse gioie, come il settimo posto di Michele Alboreto nel ’94 o la top-ten con Luca Baldoer (8°) e Pedro Lamy (9°) l’anno successivo, ma anche il rammarico per l’occasione persa con Martini nel 1993.

Saranno giorni caldi anche per il mercato piloti. Dopo i rinnovi in casa Mercedes, si aspettano le decisioni di Ricciardo, Alonso e Raikkonen.

Intanto durante le FP1 scenderà in pista nuovamente Giovinazzi al volante della Sauber di Leclerc. Il team svizzero è sicuramente in un buon momento e si è messa in scia alla Toro Rosso per la conquista dell’ottavo posto tra i costruttori. Al momento solamente due punti divide i due team. Lotta aperta anche per la quinta posizione con un testa a testa tra Haas e Force India (appaiate) e McLaren in ritardo di 11 punti.

Gian Carlo Minardi

Curiosità Gp Ungheria ’94, Michele Alboreto sfiora la Top-six

E’ di Michele Alboreto il miglior risultato marchiato dal Minardi Team sul tracciato di Budapest che il prossimo weekend ospiterà il dodicesimo round del Mondiale.

Al volante della Minardi M194 motorizzata Ford HBC7/8, in coppia con Pierluigi Martini, si rende protagonista di un’importante rimonta. Scattato dalla ventesima posizione, il pilota milanese taglia il traguardo alle spalle della Ligier-Renault di Olivier Panis, in settima posizione sfiorando la zona punti. Erano gli anni in cui solamente ai primi sei classificati venivano attribuiti i punti (da 10 a 1). Il gran premio fu vinto da Michael Schumacher su Benetton davanti a Damon Hill su Williams e a Jos Verstappen (Benetton). Il tedesco si laureerà Campione del Mondo davanti all’inglese con un solo punto di vantaggio. Tra i costruttori la scuderia faentina chiuderà la stagione con cinque punti all’attivo e il decimo posto assoluto.

L’anno successivo il team fondato da Gian Carlo Minardi conquista nuovamente la top-ten con Luca Badoer ottavo (dietro la Jordan di Rubens Barrichello) e Pedro Lamy nono al volante della M195 sempre motorizzata Ford. Su 24 partenti, solamente dieci vetture riuscirono a tagliare il traguardo con le Williams di Damon Hill e David Coulthard a firmare la doppietta davanti al ferrarista Gerard Berger col leader Michael Schumacher costretto al ritiro per la rottura del propulsore Renault.

Il rammarico più grande è legato all’edizione del 1993 quando Pierluigi Martini con la M193 (la prima monoposto Minardi dottata di sospensioni attive e il primo cambio sequenziale spinta dal propulsore Ford che godeva di bassi consumi), durante un doppiaggio, finì in testacoda vanificando un risultato importante.

F1 | Minardi “In F1 si è persa la certezza delle penality”

L’azione di Lewis Hamilton durante le fasi conclusive del Gran Premio di Germania, col britannico che è rientrato in pista tagliando nel prato dopo aver preso l’imbocco della corsia box, ha fatto molto discutere nel post gara. Diverse ore dopo la bandiera a scacchi, al pilota della Mercedes è stata confermata la vittoria ricevendo solamente una reprimenda da parte dei commissari. Per il Direttore di gara Charlie Whiting non c’è alcuna correlazione con la penalità di 5” assegnata a Kimi Raikkonen durante il GP di Baku 2016.

Abbiamo interpellato Gian Carlo Minardi che ci ha dato il suo punto di vista “In questo momento in Formula 1 non c’è la certezza delle penalizzazioni, basilare per la regolarità del mondiale. Per giustificare la posizione della FIA, Charlie Whiting si è arrampicato sugli specchi, nascondendosi dietro attenuanti molto soft come la presenza della Safety-car e non aver creato una situazione di rischio per la non presenza di altre vetture” commenta il manager faentino

“Questo campionato sarà vinto da chi commetterà meno errori rispetto al diretto avversario e sette punti possono fare la differenza alla fine (con una penalità di 5” l’inglese avrebbe chiuso in seconda posizione alle spalle di Bottas). A mio avviso il regolamento è stato travisato. Purtroppo questi episodi si ripercuotono anche sulle Formule propedeutiche poiché molto spesso la F1 fa giurisprudenza e viene presa come esempio anche dai giovani. Diventa molto difficile educarli” prosegue.

“Non voglio togliere nulla ad Hamilton che si è reso autore di una gara straordinaria, mentre Vettel ha commesso un errore molto grave che potrebbe costargli molto caro, ma c’è la necessità di regole chiare che vengano rispettate

F1 | Gp Germania, IL PUNTO di Gian Carlo Minardi “Errore gravissimo di Vettel”

Sebastian Vettel ha gettato al vento una vittoria a pochi giri dal traguardo e un risultato molto importante in ottica mondiale. Su undici gran premi, è già il quarto errore che il tedesco commette e questo deve far pensare in casa Ferrari, dove devono essere fieri del lavoro svolto in fabbrica, ma devono meditare sull’operato dei piloti. Nel confronto con la Mercedes, la Ferrari esce sconfitta.

Si conferma una stagione in cui gli errori avranno un ruolo cruciale e, ancora una volta, cambia il leader con Hamilton che conquista nuovamente la leadership (+17 su Vettel). Scattato dalla quattordicesima posizione si è reso protagonista di una rimonta sensazionale conclusa con la vittoria davanti al compagno di squadra segnando anche ripetitivamente il giro più veloce della corsa negli ultimi passaggi. Una dimostrazione di forza impressionante da parte della Mercedes con un Toto Wolff che ha ripreso in mano le redini del team.

In tutto il weekend la Ferrari ha dimostrato di avere un grandissima macchina, ma non è bastato. Tra sette giorni si tornerà in pista a Budapest che concluderà il tour-de-force, inaugurando la ferie estive. Una buona occasione per Vettel per andare a caccia del riscatto auspicando che questo episodio non abbia ripercussioni sul proseguo della sua stagione. Con l’occasione faccio un grande in bocca al lupo di pronta guarigione a Sergio Marchionne e al neo-presidente John Elkann

E’ stata certamente una gara che si è animata solamente con l’arrivo della pioggia con alcuni team che hanno provato il colpaccio con strategie che non hanno pagato come in casa Red Bull e Sauber. Una scelta che, specialmente in casa Sauber, è costata punti importanti a Leclerc. Aspettiamo con ansia la gara in Ungheria.

Gian Carlo Minardi

F1 | Gp Germania, PRESENTAZIONE di Gian Carlo Minardi “Occhio alla Red Bull”

A distanza di un anno torna il Gran Premio di Germania, sul tracciato di Hockenheim che vedrà l’esordio delle gomme maggiorate Pirelli. Il costruttore milanese porterà le mescole Medium, Soft e UltraSoft. Hamilton e Vettel si sono “marcati” ad uomo con i medesimi numero di set per ciascuna mescola, mentre Bottas e Raikkonen hanno diversificato la scelta.

Arriviamo al giro di boa di un campionato molto lungo con una Ferrari che si presenterà ai nastri di partenza col morale alto e in vetta ad entrambe le classifiche e una Mercedes che non può più commettere errori. Da non sottovalutare però le due Red Bull che potrebbero emergere, sfruttando l’ottimo telaio, soprattutto nella parte mista/lenta della pista. Come giù successo quindici giorni fa a Silverstone, avremo una qualifica combattuta sul filo dei millesimi e una gara determinata dalle strategie e dal meteo, che potrebbe avvantaggiare le rosse visto che per la domenica si attende un bel sole.

Mi fa piacere rivedere in azione Antonio Giovinazzi sull’Alfa Romeo Sauber. Spero possa essere di buon auspicio per il suo futuro. Non sarà facile trarre delle conclusioni poiché i programmi dei team del venerdì prevedono di norma un lavoro diversificato tra i proprio piloti per raccogliere il maggior numero di indicazioni in vista di qualifica e gara.

In questi giorni si è parlato molto della nuova proposta di Liberty Media legata al cambio del sistema del punteggio. Fernando si è detto contrario poiché aprire la zona punti a 20 piloti sminuirebbe il suo valore portando l’esempio del clamore che aveva suscitato il nono posto conquistato da Jules Bianchi con la Marussia, frutto di un capolavoro a Montecarlo. Per molti anni mi sono trovato a lottare con le mie macchine per entrare nella top-six, pertanto la possibilità di allargare la classifica potrebbe essere anche positivo. Aiuterebbe ad aumentare lo spettacolo nelle retrovie con maggiori bagarre.

Ho l’impressione che si voglia deviare l’attenzione da argomenti ben più importanti, poiché bisognerebbe dare la priorità ai Regolamenti Tecnici, anziché Sportivi che non cambiano l’immagine della F1. Bisogna sciogliere il nodo sulle prossime motorizzazioni, anche se i quattro costruttori sembrano orientati a voler proseguire con le Power Unit.

Gian Carlo Minardi

F1 | Gp Inghilterra, l’angolo della tecnica

Silverstone, 8 Luglio 2018. Un weekend pieno di azione e colpi di scena, che ha visto ribaltare completamente ogni pronostico.

Andiamo ad analizzare l’interessantissimo quadro tecnico emerso durante le qualifiche!

Per prima cosa delineiamo le caratteristiche del circuito.
Quello di Silverstone è un circuito molto difficile e tecnico vista la presenza di curve veloci e lente, frenate impegnative e diverse zone di allungo. Proprio per questo è più che mai importante massimizzare l’efficienza aerodinamica delle vetture (da qui la scelta da parte di molti team di scendere in pista con ali posteriori “a cucchiaio”).

Importante sottolineare che con i livelli di carico aerodinamico raggiunti dal solo corpo vettura, Silverstone è diventato quasi un circuito di motore.

Red Bull ha infatti affermato che l’82% del giro viene effettuato a farfalla completamente aperta.

Il primo settore è un settore di carico, fondamentale per affrontare al meglio la prima e la seconda curva, ma anche di trazione nella sequenza di curva 3-4-5.

Il secondo settore è sempre un intermedio di carico, ma risulta fondamentale anche un ottimo telaio e un ottimo bilanciamento aerodinamico, per affrontare al meglio la veloce sequenza di curve dalla 10 alla 14.

Il terzo è invece un settore in cui serve efficienza in rettilineo (quindi un buon motore e un Cx basso), ma anche dei buoni sforzi di trazione per uscire al meglio dalla stretta sequenza finale di curve.


Il grafico con il confronto fra il tempo realmente segnato nel Q3 e il giro “ideale” (dato dalla somma dei migliori settori) non nasconde sorprese. In generale possiamo notare che i piloti non si sono discostati molto dal loro tempo ideale, e solo Raikkonen (nonostante un errore nel secondo settore che gli è costato la pole) e Magnussen sono riusciti a segnarlo.


Il grafico con l’evoluzione del distacco percentuale rispetto alla pole position delinea chiaramente la rottura del trend negativo iniziato dalla Ferrari dopo il Gp di Spagna, facendo tornare la linea di tendenza con la punta verso il basso.

Red Bull al contrario, ha sofferto per l’ennesima volta il gap di potenza della PU Renault, su una pista che come ho sottolineato prima ha visto aumentare l’importanza dell’unità motrice in termini di tempo sul giro. Mentre la maggioranza dei team ha optato per delle ali posteriori a cucchiaio, le Red Bull sono dovute scendere a compromessi, optando per dei profili la cui sezione frontale può essere paragonata a quelli normalmente usati in piste come Spa. La mancanza di sezioni in cui gli sforzi di trazione possono essere preponderanti e problemi al DRS per Ricciardo nel Q3 chiudono il quadro di un sabato decisamente negativo per il team austriaco.

Il grafico con il confronto tra la posizione di qualifica e le velocità alla speed trap ci offre un primo interessante elemento di analisi. Dopo diversi Gp in cui abbiamo potuto osservare un appaiamento nelle zone di allungo tra Mercedes e Ferrari, a Silverstone le Rosse sono tornate ad avere un leggero vantaggio sulle frecce d’argento.

I dati numerici che ci giungono dalla FIA possono sembrare in contrasto con quanto detto da Vettel nelle interviste post qualifica, che ha dichiarato di aver perso rispetto alla Mercedes in rettilineo.

Quanto affermato da Vettel è parzialmente corretto in quanto la Ferrari nel Q3 guadagnava sulla Mercedes in rettilineo, ma davvero poco rispetto alle prime due sessioni di qualifica, a causa del vento contrario che si è alzato in pista. Fenomeno estremamente penalizzante in rettilineo ma al contempo molto utile in sezioni tecniche come le Becketts.

Con il pacchetto aerodinamico portato in pista questo weekend (gli aggiornamenti riguardavano principalmente il fondo piatto), la Ferrari è tornata ad avere quel bilanciamento (aerodinamico) che l’aveva contraddistinta ad inizio campionato.

La maggiore efficacia del fondo ha permesso alla Rossa di optare per un assetto leggermente più scarico, abbinato poi a qualche (probabile) cambiamento nella gestione della potenza erogata dall’ERS (dagli onboard la sensazione è quella di un maggiore allungo piuttosto della maggior efficacia in uscita di curva che si notava negli scorsi Gp).

La mappa con il confronto fra i micro settori di Vettel ed Hamilton evidenzia in maniera cristallina quanto ho appena scritto.

Il macro settore più critico per le rosse (si guardi il grafico con il distacco percentuale nel secondo settore) è stato il secondo, dove entrambi i piloti si sono giocati la possibilità di segnare la pole a causa di un errore.
In particolare analizzando gli onboad di Vettel ed Hamilton, si nota benissimo dove il tedesco ha perso terreno.

Arrivati in curva 11 con Vettel in leggero vantaggio su Hamilton, si può notare che la rossa pur seguendo un impostazione di curva identica rispetto ala Mercedes, cade in un marcato sottosterzo (si noti l’angolo di volante che deve usare il tedesco rispetto al suo avversario).

Da lì Hamilton si prende un piccolo vantaggio che si porta avanti fino a metà del rettilineo, dove poi Vettel lo riprende (Vettel perde terreno anche in curva 15 ma li è davvero difficile notare differenze di traiettoria fra i due ).

Questi fotogrammi ci confermano che la Ferrari continua ad avere qualche problema di sottosterzo, ma si parla di qualcosa di molto meno marcato rispetto agli scorsi Gp.

Conoscendo la grande sensibilità di queste Pirelli 2018, si potrebbe supporre che si tratti di momentanei aumenti di temperatura della gomma a causa delle forti accelerazioni laterali a cui sono sottoposte le gomme in questa sezione ad alta velocità.

Lo stesso Bottas ha avuto problemi di surriscaldamento delle coperture anteriori una volta arrivato nel terzo settore. Guardando il grafico con il distacco percentuale nel terzo settore possiamo infatti notare che è la zona del circuito dove ha perso di più.

Lo stesso si può dire di Hamilton, che nella penultima curva si è quasi giocato la pole.

Proprio in uscita da curva 17 l’inglese ha avuto un forte sovrasterzo, che ha persmesso ha Vettel di recuperare terreno in accelerazione e riportarsi sotto la soglia del decimo di distacco.

Difficile dire se questa sbavatura sia frutto di un errore del pilota o dell’eccessivo surriscaldamento delle coperture.

Fattostà che in Mercedes continuano a togliere le termocoperte delle gomme posteriori con grande anticipo, a conferma dei loro problemi di gestione della finestra di temperatura.
Passiamo ora alla gara!

 Le finestre di utilizzo delle Pirelli 2018.


Componenti della Pu utilizzati da ogni pilota fino ad adesso.

Evoluzione del campionato costruttori.


Evoluzione del distacco (inteso come punti nel mondiale) tra Vettel ed Hamilton.

GRAFICI SULLA GARA (a cura di Niccolò Arnerich)

SIMULAZIONI E IPOTESI PRE-GARA
Non si è visto molto degrado della gomma nel venerdi dedicato alle simulazioni di gara. Le squadre si sono principalmente concentrate nel capire al meglio il funzionamento delle mescole Soft e Medie. Solo Bottas, tra i top team, ha provato la gomma Hard, portata per la prima volta quest’anno dalla Pirelli.

I long-run sono stati fatti con una temperatura dell’asfalto di circa 50°C. I team non hanno quindi avuto gli inconvenienti avuti in Austria, dove durante il venerdì avevano fatto le simulazioni con una temperatura dell’asfalto molto bassa, che poi non hanno ritrovato in gara la domenica.

I team si sono quindi orientati su una sola sosta per la gara. A differenza di altri gran premi, quasi tutti hanno scelto la Soft per partire. Per il secondo stint tutti hanno scelto la gomma Media, scartando la gomma Hard.

Per cui, durante i long-run, non si è evidenziato del graining e neppure il tanto atteso blistering, dovuto all’alta temperatura che si sarebbe potuta generare nei curvoni veloci del circuito di Silverstone.


Come evidenzia il grafico delle simulazioni, la strategia più veloce era quella ad uno stop Soft-Medie (linea blu)

LA STRATEGIA DI GARA
CONDIZIONI DEL TRACCIATO
Durante la domenica, le temperature dell’asfalto si sono aggirate sui 50°C, stesse temperature del venerdì. 26°C per quanto riguarda la temperatura dell’aria. Inoltre, alcuni team hanno avvertito i propri piloti di un vento laterale abbastanza forte in curva 4.

LA PARTENZA DEL GRAN PREMIO
Hamilton è scattato molto male dalle pole position, facendo pattinare molto le gomme, perdendo la posizione su Vettel.

Ferrari, al momento, sembra avere un sistema di partenza migliore rispetto a Mercedes. In curva 3 Raikkonen ha tentato l’attacco su Hamilton, toccandolo, però, sulla sua ruota posteriore destra e provocando cosi un incidente. Sia Hamilton che Raikkonen non hanno riscontrati perdite di carico, quindi non ci sono stati danni.


Prima di cominciare con l’analisi, proponiamo il grafico che mette in evidenza in modo chiaro le strategie utilizzate dai piloti durante la gara.

IL PRIMO STINT
Vettel, in prima posizione, ha spinto molto con la gomma Soft per creare un gap di sicurezza sulla Mercedes di Bottas. Verso il 17° giro, però, la gomma ha cominciato a degradare e si è visto un po’ di blistering sulla anteriore sinistra, che su questo tracciato è la più sollecitata. Per quanto riguarda Bottas, le sue gomme sembravano più pulite rispetto a quelle della Ferrari.

La pista di Silverstone è considerata “front-limited”, ossia una pista in cui l’anteriore è più difficile da gestire. Come F1Blogtech sottolinea già da molte gare, la SF71H soffre di sottosterzo in entrata. Soprattutto a inizio gara, con il pieno di carburante, il sottosterzo è stato più marcato. Ciò ha stressato maggiormente le gomme anteriori provocando il blistering. Dopo la gara Vettel ha anche ammesso di aver spinto troppo nel primo stint e di aver quindi messo in difficoltà le sue gomme.

Hamilton, trovandosi in ultima posizione, ha iniziato la sua rimonta. Il box, ovviamente, ha autorizzato il suo pilota ad utilizzare mappature “più estreme”, così da non perdere troppo tempo nel traffico di vetture più lente. Quando ha trovato spazio libero davanti a sè, ha potuto spingere e ha fatto segnare ottimi tempi. Nelle fasi iniziali lamentava molto sovrasterzo che poi si è ridotto con il passare dei giri.

La gara di Raikkonen è stata compromessa dal suo errore alla start, che gli è costato una penalità di 10 secondi. La sua gara, infatti, da quel momento era orientata sulle due RedBull e sulla Mercedes dell’inglese.

Le due RedBull hanno cercato di tenersi vicino a Raikkonen, che nel primo stint non aveva un buon passo.


Come si può ben vedere dal grafico dei passi gara con la correzione dell’effetto peso, Hamilton, con strada libera, ha potuto tenere il suo ritmo. Molto vicini Raikkonen e Ricciardo mentre Vettel nella prima parte dello stint ha tenuto un passo molto più veloce

Il grafico mostra il degrado della gomma Soft nel primo stint. Le linee di tendenza polinomiali evidenziano il trend della performance della gomma.

Durante il week-end c’è stato un caldo straordinario in Inghilterra. Ciò ha aiutato maggiormente la Ferrari ad utilizzare le gomme HWR con una finestra di utilizzo più alta che finora si adattavano meglio alla Mercedes. La W09 ha sempre messo molta temperatura nella gomma e quindi si è sempre adattata bene alle gomme con una finestra più alta. Le temperature così alte però, hanno contribuito a mettere ancora più temperatura nella gomma e a mettere in crisi la gestione delle gomme.
Tutto ciò ha aiutato un po’ la SF71H che non surriscaldando troppo le coperture, con temperature più alte dell’asfalto, riesce a far lavorare bene anche le High Working Range.

Come detto in precedenza, la Ferrari soffre di sottosterzo e quindi, se la Pirelli avesse portato le mescole “normali” (con i 0,4 mm), la Ferrari avrebbe avuto ancora più blistering di quanto ha avuto nel primo stint. Mercedes, che stressa meno l’asse anteriore, non avrebbe avuto questi problemi.

IL SECONDO STINT
A fine stint, Bottas si è potuto avvicinare e tentare quindi il sorpasso con la strategia. Gli strateghi Ferrari erano consapevoli di quanto sarebbe potuto essere potente un undercut Mercedes e hanno quindi deciso di richiamare ai box Vettel. Al 21° giro il tedesco si è fermato e ha montato la gomma Media, mentre Bottas ha tentato l’overcut fermandosi al giro successivo, ma non ha funzionato.

Il finlandese della Ferrari si è fermato al 15° giro, al limite per mantenersi su una strategia ad una sola sosta. Una sosta così precoce per non perdere troppo tempo sulle due RedBull e al fine di difendersi dalla rimonta di Hamilton.

Al giro 25 si è fermato anche l’inglese e ha montato la gomma Media. Il distacco dai primi rimaneva ampio e doveva quindi sperare nell’uscita di una Safety Car che ricompattasse tutto il gruppo.
Safety Car che è entrata al giro 34 per l’incidente di Ericsson.

Ricciardo ha montato la Soft pochi giri prima della Safety Car e le vetture davanti a lui hanno potuto fare un free stop.

Ciò che emerge dal grafico è l’ottimo passo di Raikkonen con la media nella prima parte del secondo stint.


Anche per il secondo stint proponiamo il grafico dell’evoluzione del degrado. Si vede molto bene il miglioramento di Hamilton nell’ultima parte dello stint. Ricciardo e Raikkonen hanno invece alzato i loro tempi nella parte finale dello stint.

IL TERZO STINT
Il terzo stint non era previsto prima della gara, a meno che non ci fossero state le condizioni per un secondo stint, come più volte è successo quest’anno, o il degrado si fosse rivelato più marcato del previsto.

Come detto, la Safety Car per l’uscita di Ericsson in curva uno ha rimescolato le carte. Vettel ha approfittato della Safety Car per pittare e montare un altro treno di Soft mentre Bottas è rimasto fuori.
Mercedes ha deciso di tenere fuori il finlandese poiché pittando si sarebbe sicuramente trovato dietro a Vettel, mentre, non fermandosi, avrebbe avuto maggiori possibilità di vittoria. Hanno quindi scartato a priori la possibilità di un sorpasso in pista da parte di Bottas.

La scelta si è rivelata poi sbagliata, ma avrebbe potuto funzionare nel caso di una VSC. In quel caso, se Vettel si fosse fermato, facendo restare fuori il loro pilota, avrebbero potuto gestire un gap più ampio su Vettel fino al traguardo. Essendo uscita una SC, non c’era nessun gap che avrebbero potuto gestire con gomma usata, visto che la vettura di sicurezza ricompatta tutti.

Anche Raikkonen ha pittato per montare una Soft nuova mentre Hamilton non è rientrato poichè avrebbe perso la terza posizione e ha deciso di difenderla in pista con gomma usate.

Infine Vettel è riuscito a sopravanzare Bottas il quale ha degradato molto e ha perso la posizione sia sul suo compagno di squadra che su Raikkonen. Il finlandese aveva spinto molto a inizio stint e ciò ha messo in difficoltà la gomma. Verstappen si è ritirato per problemi al Brake By Wire negli ultimi giri e Ricciardo ha guadagnato la quinta posizione.

Dal grafico dell’evoluzione del passo gara notiamo che Ricciardo negli ultimi giri ha spinto per provare a prendersi la posizione su Bottas, che era andato in difficoltà.


Il grafico dell’evoluzione del degrado durante il terzo stint, molto corto. Ogni valore è generato dalla differenza tra il tempo sul giro ed il tempo sul giro precedente.

Per cominciare l’analisi della gara nel complesso, prendiamo in analisi l’evoluzione del passo gara senza Fuel Weight Effect


Dopodichè proponiamo un grafico più interessante, quello del passo gara, ma con la correzione dell’effetto peso. L’effetto peso, ricordiamo, è la perdita di peso della vettura dovuta al consumo di carburante.


Inoltre, proponiamo un nuovo grafico. Questo grafico è ottimo per capire quale è stato l’andamento della gara nel suo complesso. Ogni tempo è comparato ad un tempo sul giro di riferimento. Si nota molto chiaramente il recupero di Raikkonen dopo il primo stop. Il più veloce nell’arco della gara si può ben vedere che è stato Hamilton.

Infine il grafico del degrado non lineare che abbiamo proposto in dettaglio nell’analisi dei vari stint.

L’ANALISI DEI TEAM MINORI
Per quanto riguarda i team minori, prendiamo in analisi Hulkemberg, Ocon, Alonso e Magnussen. Ottima la gara di Hulkemberg che, partito in undicesima posizione, è partito con la Soft e poi ha montato la Hard, utilizzata solo dalla coppia della Renault. Molto buona anche la gara di Alonso che dalla tredicesima posizione è risalito fino all’ottava. Lui ha seguito una strategia più aggressiva, a due stop. Alla fine, però, non è riuscito a superare Ocon che ha concluso settimo dopo essere partito decimo. Infine Magnussen, autore di una gara un po’ opaca, partito dalla settima ha perso due posizioni finendo nono.


Il primo grafico da analizzare è quello del passo gara con la correzione dell’effetto peso.

Proponiamo anche il grafico dell’evoluzione del degrado. Questo grafico dà una chiara idea di come si sono comportate le mescole durante l’evolversi della gara. L’evoluzione è evidenziata dalle linee di tendenza polinomiali.

Per concludere l’analisi dei team minori è proposto il grafico dei distacchi. Ogni tempo è comparato ad un tempo di riferimento. Da questo grafico si può be vedere come Alonso abbia recuperato molto nello stint centrale della sua gara. Dal grafico possiamo anche capire chi è stato il più veloce durante l’arco della gara e in questo caso il più veloce è stato Ocon.

Per il momento è tutto, ci vediamo in Germania!
Ciao e #alwayskeepushing !!

di Gianluca Medeot

F1 | Gp Inghilterra, Vince la Ferrari con Vettel. IL PUNTO di Gian Carlo Minardi


Una Ferrari così vincente in un tracciato come quello di Silverstone che sulla carta doveva esserle non favorevole, non può che essere di buon auspicio in vista delle prossime due tappe in Germania e Ungheria e del proseguo del Mondiale.

Abbiamo assistito ad un weekend e a una gara assoltamente fantastica, corsa a suon di battaglie fino all’ultimo giro. Una Ferrari che ha dimostrato di essere nettamente all’altezza della situazione con un ottimo lavoro da parte dei piloti, meccanici e muretto. Ha dimostrato di avere qualcosa in più rispetto alla Mercedes. Stupenda anche la qualifica corsa a suon di record e conclusa con un gap minimo (44 millesimi) tra due campioni del mondo che si sono divisi la prima fila.

Certamente Lewis Hamilton sarà molto arrabbiato anche se comunque ha fatto una grande rimonta chiudendo al secondo posto e limitando fortemente i danni. Non condivido certamente il suo comportamento perché un Campione del Mondo come lui deve rispettare le regole e deve saper affrontare qualsiasi situazione negativa anche dal punto di vista mediatico.

Kimi Raikkonen si è assunto tutte le colpe per il contatto col britannico anche se non condivido questo modo di attribuire le penalizzazioni, con decisioni discostanti tra un episodio e l’altro e troppo soggettive. Il finlandese ha sbagliato ed è stato giusto penalizzarlo, ma in altre occasioni le penality sono state più lievi. Ad esclusione dell’errore al primo giro il finlandese si è reso protagonista di una gara solida conclusa davanti a Bottas al terzo posto.

La Ferrari lascia Silverstone consolidando la sua leadership in entrambe le classifiche portando a venti le lunghezze sulla Mercedes tra i Costruttori con Vettel che mette a segno un +8 su Hamilton.

Tra quindi giorni ci prepariamo alla seconda parte del tour-de-force con ulteriori due gran premi (Germania e Ungheria) in successione prima della pausa estiva

Gian Carlo Minardi

F1 | Gp Inghilterra, PRESENTAZIONE di Gian Carlo Minardi

Prosegue il tour-de-force del mese di luglio. Dall’Austria ci spostiamo in Inghilterra, sullo storico tracciato di Silverstone, per poi proseguire il viaggio itinerante verso Germania e Ungheria che darà inizio alle vacanze estive di agosto.

Tracciato molto tecnico e impegnativo anche per le gomme con sollecitazioni laterali di 5G. Per questo la Pirelli ha optato per le mescole Hard, Medium e Soft (con battistrada ribassato di 0,4 millimetri) per provare a compensare l’eccessivo degrado. Dopo la corsa si è sentito e letto molto delle gomme e non capisco la necessità di intervenire per cambiare, nascondendosi dietro il problema della sicurezza. Se le gomme si consumano eccessivamente ci si ferma ai box per sostituirle.

Quella di Silverstone si preannuncia una tappa importante soprattutto per chi ha accusato dei problemi di affidabilità al Red Bull Ring poiché il tempo per intervenire è stato veramente poco.

Il meteo resta un’incognita, anche se per il momento le previsioni parlano di un weekend caldo, così come la safety car. L’anno scorso Lewis Hamilton si impose davanti al suo pubblico e anche per quest’anno la Mercedes resta la favorita alla vittoria, con una Ferrari che arriva rinvigorita dalla conquista della vette in entrambe le classifiche, anche se non è stata esente da errori con la penalizzazione che ha colpito Vettel per aver rallentato in qualifica (Q2) Carlos Sainz. Si sta confermando un mondiale caratterizzato e condizionato dagli errori (piloti e team) e chi saprà sbagliare di meno, con molta probabilità, si porterà a casa la corona 2018.

Dopo il ritiro di domenica, il campione britannico si presenterà in pista carico e con una gran voglia di riscatto. Sarà una bella sfida da seguire fin dalle prove libere.

Personalmente ho dei bellissimi ricordi legati a questo circuito, in particolar modo dell’edizione ’89 conclusa col quinto e sesto posto di Martini e Sala. Fu un weekend decisivo per la sopravvivenza del Minardi Team. Lo spettro delle pre-qualifiche era dietro l’angolo così come la perdita dei diritti televisivi. Avevamo l’obbligo di segnare due punti. Salutammo l’ottavo round con tre punti in tasca. Per noi fu come vincere il mondiale. La M189 si dimostrò una buona macchina in costante crescita che ci regalò diverse soddisfazioni.

Gian Carlo Minardi

F1 | GP Inghilterra 1989, Dallo spettro delle pre-qualifica alla zona punti con Martini-Sala

Questo fine settimana il Mondiale di Formula 1 arriva in Inghilterra, sullo storico tracciato di Silverstone per il decimo appuntamento. Per il Minardi Team e Gian Carlo Minardi Silverstone è sinonimo del Gran Premio di Bretagna 1989, un appuntamento cruciale per il futuro della scuderia faentina.

Lo spettro delle pre-qualifiche si avvicinava e la tensione in seno alla squadra era palpabile. Per regolamento, se la Minardi non fosse riuscita a conquistare almeno due punti avrebbe dovuto disputare le pre-qualifiche nella seconda metà della stagione, in programma il sabato mattina. La neonata M189, al debutto nelle trasferte americane di Messico e Stati Uniti, aveva sofferto di problemi ai radiatori e in occasione del round britannico le vetture di Piero Martini e Luis Perez Sala si presentarono in pista con convogliatori, radiatori dell’olio e dell’acqua completamente nuovi e non testati.

Al sabato, in qualifica, Martini e Sala ottengono l’undicesimo e quindicesimo tempo. La domenica, tre giri dopo il via della gara, il pilota romagnolo chiamò via radio i box “Temperatura dell’acqua altissima! Altissima! E’ entrato qualcosa nelle pance. Rientro!” La Minardi numero 23 piombò ai box a tutta velocità e in pochi istanti venne attorniata dai meccanici che cercarono di pulire i radiatori, senza però riscontrare nessuna anomalia, rimandandola comunque in pista. Nonostante il pit-stop non preventivano Martini riuscì a recuperare il divario tagliando il traguardo al quinto posto, davanti al compagno, facendo esplodere di gioia tutto il muretto.

Fu un weekend memorabile” ricorda Gian Carlo Minardi “Per evitare l’incubo delle pre-qualifiche e restare nei primi dieci team dovevamo assolutamente conquistare due punti e quando Piero rientrò ai box al terzo giro decisi di rispedirlo in pista per la disperazione, tentando il tutto per tutto. Per fortuna tutto si risolve. La temperatura dell’acqua aveva superato i 120°, ma per fortuna dopo la sosta l’allarme rientrò. A quei tempi non c’era ancora la velocità limitata in pit-lane e pertanto non perdemmo troppo tempo. Per noi fu un risultato memorabile supportato anche dalle gomme Pirelli che funzionarono al 101%. Due vetture a punti e tre punti conquistati, nonostante tutte le avversità” ricorda il costruttore faentino. “Da quel momento la macchina continuo riuscendo a conquistare il quinto posto in Portogallo, la seconda fila a Jerez e Australia e il secondo tempo nelle qualifiche a Phoenix l’anno successivo

Con grande entusiasmo, anche Delio Dragoni ricorda quell’incredibile fine settimana “Passammo dalla stalle alle stelle in un solo giorno. Un quinto e sesto posto equivaleva ad aver vinto il mondiale. Un’emozione incredibile e unica. Dovevamo assolutamente conquistare dei punti per restare nei primi dieci team e sopravanzare l’Osella, evitando così le pre-qualifiche del sabato mattina. In quel periodo solamente ai primi sei classificati venivano assegnati i punti” ricorda Delio, nelle file del Minardi Team dal 1985 al 1992 come responsabili delle gomme “Nonostante la tensione fosse palpabile, le sensazioni erano positive soprattutto dopo aver parlato col responsabile della Pirelli, il nostro fornitore. In quel gran premio le gomme si comportarono magnificamente nonostante la squadra di riferimento per il costruttore milanese fosse la Tyrrel. Inoltre dai test in galleria del vento sapevo che Silverstone sarebbe stata una pista favorevole alla nostra M189, anche se non ci saremo mai immaginati di raggiungere quel risultato così incredibile. La sua aerodinamica si adattava molto bene ai tracciati senza avvallamenti come il tracciato britannico” conclude

F1 | Gp Austria, Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?

Spielberg, 1 Luglio 2018. Una gara che al sabato sembrava già segnata per le rosse, si stravolge con il ritiro delle due frecce d’argento che perdono la leadership nel campionato piloti e costruttori.

Nonostante ciò la Ferrari non può essere completamente soddisfatta del weekend in Austria a causa del quadro tecnico emerso durante le qualifiche. Scopriamo assieme perché!

Per prima cosa è fondamentale un richiamo alle caratteristiche del tracciato di Spielberg.

E’ un circuito da medio carico aerodinamico, molto severo per l’impianto frenante e per l’unita motrice (il 74% del giro viene percorso a farfalla completamente aperta).

Nel primo settore conta, formato da due rettilinei e una curva a destra, conta soltanto l’efficienza in rettilineo (intesa come connubio tra Cx e potenza della PU)

Nel secondo settore è più importante l’efficienza generale, vista la compresenza di zone di allungo e di curve veloci. Molto importante anche il bilancio aerodinamico in modo da non avere del dannoso sottosterzo.

Stessa storia per il terzo settore, formato da 4 curve piuttosto tecniche, in cui c’è bisogno di carico e bilancio, ma anche di ottimi sforzi di trazione per uscire da curva 10. L’asfalto è liscio e poco abrasivo, e a causa delle forti e continue frenate, le gomme sono soggette a importanti forze longitudinali.


Analizzando in primis il grafico con il confronto tra il tempo segnato nel Q3 e il tempo “ideale” dato dalla somma dei migliori settori, notiamo che Ricciardo e Hulkenberg sono gli unici piloti che si sarebbero potuti migliorare di qualche decimo.

Parlando di “ideal” è importante sottolineare che Hamilton e Vettel (a differenza di Bottas) hanno entrambi sbagliato il loro primo tentativo di giro lanciato nel Q3, dovendo affrontare il secondo tentativo con addosso una maggiore pressione psicologica, che ha permesso ad un più “rilassato” Bottas di conquistare la pole.


Analizzando le linee di tendenza (polinomiali) del grafico in cui viene riportato il distacco percentuale dalla pole position, possiamo cogliere un primo interessante elemento di analisi.

Sebbene non perfettamente veritiere, le linee di tendenza dei tre team evidenziano un trend molto negativo per Ferrari (e Red Bull) partendo dal Gp di Spagna, che si è ulteriormente accentuato negli ultimi due Gp.

Ritengo inutile sottolineare per l’ennesima volta che dal Gp di Spagna sono state introdotte le Pirelli ribassate, e preferisco concentrarmi su altri aspetti.

Nel Gp di Spagna infatti la Ferrari ha introdotto degli aggiornamenti importanti che sembrano aver portato fuori strada i tecnici della Rossa per quanto riguarda la scelti degli assetti e la conseguente l’efficacia del bilancio della vettura a serbatoio scarico.

La problematica più evidente è il sottosterzo nelle curve medio/veloci che si è fatto sentire nelle qualifiche in Spagna, Francia e Austria (tracciati in cui sono presenti molte curve veloci), poi attenuatosi in gara grazie al maggior peso del carburante imbarcato.

Al contrario, mentre Ferrari è “ferma” a ritrovare il bilancio della vettura, Mercedes, dopo qualche leggero aggiornamento in Spagna, ha fatto un grande step motoristico in Francia, migliorando gli sforzi di trazione (per i quali aveva tanto perso in Canada) e appaiandosi a Ferrari in quanto a velocità in rettilineo.

In Austria è arrivato poi il primo grande pacchetto aerodinamico, con un grosso lavoro sulla zona delle pance, migliorando probabilmente l’efficienza aerodinamica della vettura.

Il grafico con il confronto tra le velocità massime registrate alla speed trap e la posizione di qualifica, ci conferma la maggior importanza dell’efficienza in rettilineo rispetto a quella in curva sul Red Bull ring, ma ci conferma anche l’appaiamento in quanto a top speed tra Mercedes e Ferrari.

Di rilievo anche i rilevamenti velocistici delle Haas, mentre i motorizzati Renault continuano nel loro calvario.

Passando all’analisi dei distacchi percentuali nei tre settori, è necessario fare prima un importante premessa.

Nel primo settore a farla da padrone sono le Mercedes grazie ad una maggiore precisione nell’inserimento di curva uno, dove Vettel ha commesso anche un piccolo errore, perdendo 10km/h in uscita.

Nel secondo settore è invece Vettel il più veloce, con Raikkonen al pari delle Mercedes.

La Ferrari guadagnava molto in uscita da curva 3, a conferma degli eccellenti sforzi di trazione della Rossa emersi in particolare (nel confronto con la Mercedes) in questi ultimi tre Gp, e nella frenata di curva 4. (questi particolari si potevano notare dagli onboard live, che non sono più reperibili su internet).

Dunque un settore Mercedes e uno Ferrari… sommando i tempi nei due intermedi si nota infatti che i due top team sono appiccicati, con soli 57 millesimi di secondo a dividere Raikkonen da Bottas.

Esattamente come in Canada la qualifica si è giocata tutta nel terzo (e più tecnico) settore.

Qui i ferraristi hanno rimediato rispettivamente 1,24 e 2,38 % di distacco dalle Mercedes. Numeri che oserei definire spaventosi.

Prendendo in analisi Vettel, il distacco in termini cronometrici è di 0,238 secondi, che divisi per le 4 curve del terzo settore, significano che ad ogni curva Sebastian ha perso 0,060s.

Questa è una media indicativa, perché come confermato anche dal Ferrarista il vero problema era curva 7 (ma anche la 9 e la 10 non erano il massimo..).

Dopo essere arrivate all’entrata di curva 7 praticamente alla stessa velocità della Rossa, in percorrenza le frecce d’argento guadagnavano 10km/h (o qualcosina di più).

Un vantaggio enorme, che di conseguenza si portavano avanti (e aumentavano) anche nel rettilineo tra curva 8 e 9, l’unico del circuito dove non si può utilizzare il DRS.

Stessa cosa per curva 9, mentre nella più stretta curva 10 la situazione è migliore, con velocità di uscita (e di successivo allungo) non troppo distanti dalla Mercedes (si guardi il grafico con le velocità nel terzo settore).

Il quadro generale che emerge da queste qualifiche è piuttosto rassicurante per la Mercedes in vista di Silverstone se pensiamo che ci saranno gomme dure low working range (molto più adatte ad una vettura che mette molta temperatura sullo pneumatico)ribassate e questo tracciato è famoso per le sue sezioni guidate piene di curve veloci.

Niente da dire per un anonima (in qualifica) Red Bull, dunque passiamo alla più interessante e movimentata gara!


Range di utilizzo per le Pirelli 2018.

Componenti della PU utilizzati da ogni pilota dopo il Gp d’Austria.


Evoluzione del campionato costruttori.


Propongo anche un interessante grafico con l’evoluzione del distacco fra i due contendenti al titolo, che evidenzia perfettamente quanto sia aperto questo mondiale dopo 9 gare.

GRAFICI SULLA GARA (a cura di Niccolò Arnerich)

LE IPOTESI PRE-GARA E LE SIMULAZIONI DEL VENERDI’
E’ stato un venerdì molto interessante e complesso quello del gran premio d’Austria.

Innanzitutto, c’è da sottolineare che le temperature dell’asfalto non sono mai andate oltre i 30°C durante la giornata dedicata alle prove libere. Le simulazioni non si sono concentrate su delle mescole in particolare, ma, al contrario, i team hanno fatto dei long-run provando tutti e tre i tipi di gomma disponibili.

Le gomme non mostravano particolare degrado, a differenza dell’anno scorso. Dopo alcuni giri, però, su alcune vetture, si è incominciato a vedere del graining sia sull’anteriore che sul posteriore. Il fenomeno era dovuto al sottosterzo che si crea a causa dei cambi di pendenza in più curve del tracciato. Perciò, lavorando sul set up, le squadre che lo soffrivano sono riuscite a ridurlo notevolmente.

Su un circuito come quello del Red Bull Ring, con più punti da trazione e curve ad ampio raggio, dove si sviluppa molta energia, la gomma rischiava di scaldarsi molto creando problemi di blistering. Tuttavia, durante il venerdì, con soli 30°C di asfalto, il problema non si è presentato.

Per cui, tutti i team si sono orientati senza dubbi su una gara ad un unico stop. Visto il delta ristretto tra la gomma US e SS, ai team rimaneva da decidere con che gomma partire. Ferrari ha deciso di partire con la più morbida del lotto, la US, per avere il massimo grip disponibile alla partenza. Mercedes ha optato invece per la SS, come la RedBull, al fine di andare più lunghi nel primo stint e sfruttare magari una Safaty Car o una Virtual per effettuare il pit.


Da questo grafico si capisce bene quali siano le strategie più veloci. In questo caso la verde e la blu, ossia la D e la A.


Questi grafici potete trovarli sui nostri social (Twitter, Instagram e FaceBook) durante i week-end di gara.

LA STRATEGIA DI GARA

LA PARTENZA DELLA GARA
Alla partenza Raikkonen ha avuto un buono spunto e si è inserito tra le due W09. In curva otto, però, è stato superato da Verstappen che ha guadagnato la terza posizione. Vettel, partito sesto per la penalità ricevuta in Q2, ha perso due posizioni dopo il primo giro.

LE CONDIZIONI DEL TRACCIATO
Molto diverse le condizioni della pista durante la domenica. La temperatura dell’asfalto si è alzata notevolmente passando da 30°C a 48°C. Inoltre, domenica si è anche alzato il vento.

IL PRIMO STINT
Hamilton ha cominciato a fare il ritmo, ma non è riuscito a creare un gap molto facilmente. Durante il primo stint, Hamilton con le SS dava 4 decimi a Verstappen, in terza posizione. Rispetto a Raikkonen, invece, l’inglese girava 6 decimi al giro più veloce. Al giro 13, Hamilton era riuscito a costruire un gap di non più di 5s.

Per quanto riguarda Vettel, il tedesco ha incominciato la sua rimonta per togliersi dal traffico di vetture più lente arrivando a ridosso di Ricciardo.

Per l’analisi del primo stint prendiamo in considerazione il grafico dei passi gara con la correzione dell’effetto peso. Hamilton sulla SS ha comunqnue tenuto un ritmo molto buono, come sottolineato in precedenza.


Proponiamo inoltre il grafico dell’evoluzione del degrado nel primo sint. Le linee di tendenza di Vettel, Hamilton e Raikkonen convergono verso il basso evidenziando un miglioramento della performance. Questo perchè si sono fermati molto presto, quando la gomma riusciva ancora a migliorare i suoi tempi.

IL SECONDO STINT
Al giro 14 c’è stata la svolta della gara: Bottas si deve ritirare per problemi alla pressione idraulica del cambio. In quel momento e’ uscita la Virtual Safety Car che ha neutralizzato le posizioni. Sia Ferrari che RedBull hanno pittato sotto regime VSC e hanno perso solamente 11/12 s per la sosta. Mercedes non è rientrata ai box e ha mantenuto la leadership. Alla ripartenza, Hamilton si è ritrovato con un vantaggio sulla RedBull di 13s, ma senza aver effettuato il pit. I muretti Ferrari e RedBull hanno quindi informato i piloti della scelta Mercedes e hanno chiesto loro di mantenersi nella finestra di pit stop dell’inglese.

La domanda è perchè Mercedes non si è fermata. Ciò che possiamo dire a riguardo è che il Team ha esitato a pittare poichè non volevano essere gli unici a fare la sosta. Chi ha il dominio del gran premio deve sempre avere più prudenza nella sue scelte, mentre chi insegue, non avendo nulla da perdere, può effettuare più velocemente scelte senza pensare troppo se esse siano avventate o meno.

A quel punto Mercedes poteva fermarsi subito e cercare di riparare i danni oppure allungare lo stint il più possibile e poi montare la gomma più morbida per affrontare l’ultimo stint, che sarebbe dovuto essere molto aggressivo.

La squadra ha deciso di richiamare Hamilton alcuni giri dopo, al 25°passaggio, così da uscire davanti a Vettel e limitare i danni. Gli strateghi hanno reputato la scelta di andare più lunghi con la SS imprudente e inutile. Con la gomma SS non sarebbero mai riusciti ad allungare così tanto da poter montare la US e avrebbero dovuto montare comuqnue la Soft. Stando fuori avrebbero perso parte del gap costruito su Verstappen e alla fine non avrebbero neanche avuto il vantaggio della gomma Ultra, per cui non avrebbe avuto senso.

Avrebbe avuto senso solo nel caso in cui pochi giri più tardi fosse uscita una SC o una VSC per cui Hamilton avrebbe potuto fare un free-stop, dopodichè avrebbe perso troppo sulle due Ferrari e le due RedBull che sopraggiungevano.

Intanto Ricciardo è riuscito a superare Kimi in curva 4. Hamilton, uscito dal pit, non è riuscito subito a trovare ritmo con la gomma gialla ed è stato superato da Vettel.

Pochi giri dopo sia sulle posteriori che sulle anteriori di Ricciardo è comparso del blistering molto marcato. Come detto, con le alte temperature, su questo tracciato, non era inaspettato. Raikkonen si è ripreso la posizione su Ricciardo che al giro 39 è rientrato al box per montare la SS.

Stessi problemi di blistering anche per Hamilton, che è comunqnue riuscito a far segnare ottimi tempi. Il graining sulla Soft era difficile che si pulisse velocemente, visto che è una gomma che degrada su un arco di tempo più ampio. Hamilton avvertiva anche molte vibrazioni e, per questioni di sicurezza, il team ha deciso di fermarlo al giro 52 per montare la SS.

La gomme Ferrari, dagli on-board, sembravano piuttosto pulite anche se non possiamo escludere che anche per loro ci fossero dei surriscaldamenti interni che però non hanno portato al blistering.

Infine, Ricciardo, al giro 52, si ritira e poco dopo anche Hamilton per problemi con la pressione della benzina. Da li in poi le due Ferrari sono andate a caccia di Verstappen, in prima posizione, il quale ha saputo gestire bene il suo vantaggio pur accusando anche lui un po’ di graining. (non tanto quanto Ricciardo)


Anche per il secondo stint analizziamo in grafico relativo ai passi gara con la correzione del fuel weight effect. Si nota subito un Hamilton che, come detto, nella prima parte dello stint non è riuscito a trovare il ritmo con la gomma Soft.


Il grafico dell’evoluzione del degrado ci offre un’interessante riflessione per quanto riguarda il fenomeno del blistering che molte vetture hanno accusato nel secondo stint.
A quanto pare, seppur la gomma soffra di blistering, questo non peggiora la performance della gomma. Come si può ben vedere, infatti, la linee di tendenza sono quasi orizzontali.


Infine proponiamo una tabella riassuntiva dei passi gara durante i vari stint.


Per l’analisi complessiva della gara, incominciamo analizzando il grafico del passo gara tradizionale senza la correzione dell’effetto peso.

Inoltre proponiamo anche un grafico che evidenzia le strategie utilizzate dai piloti


Continuando l’analisi dei passi gara, proponiamo il grafico dei passi gara con il calcolo dell’effetto peso, ossia la perdita di peso della vettura a causa del consumo di carburante.

Il grafico dell’evoluzione del degrado non lineare durante l’arco della gara.

I TEAM MINORI
Eccezionale la gara di Grosjean che conclude quarto, subito davanti al compagno di squadra Ericsson. Buona anche la gara di Ocon che con la sua Force India si è piazzato sesto. Notevole la gara delle due Alfa Romeo Sauber che per la rpima volta dal 2015 hanno portato entrambe le vetture a punti.

Il grafico del passo gara con la correzione dell’effetto peso ci fa notare che tutti questi piloti hanno usufruito della VSC del 14° giro provocata dallo stop di Bottas. Grosjean, Alonso e Ocon hanno pittato sotto regime di VSC e poi hanno gestito la gomma per arrivare fino in fondo alla gara. Nel primo stint Leclerc ha fatto un errore in curva sette, ma poi ha fatto un buonissimo lavoro nel secondo stint nel gestire la mescola Soft. Il suo compagno di squadra non ha usufruito della VSC, ma ha allungato lo stint e poi è finito dietro al pilota del Principato.

Il grafico dell evoluzione del degrado relativo ai team minori.

F1 |Gp Austria, IL PUNTO di Gian Carlo Minardi “E’ stato il weekend degli errori”

Il fine settimana in Austria è stato il festival degli errori da parte dei team. Si è iniziato sabato col muretto Ferrari che non ha avvisato il suo pilota dell’arrivo di Sainz per arrivare ad oggi con la Mercedes che non ha richiamato Hamilton ai box durante il regime della VSC innescata dal ritiro di Bottas.

Ritengo che i commissari abbiano usato la mano troppo pesante nei confronti di Vettel, considerando che Sainz era riuscito comunque ad accedere alla Q3, ma con molta probabilità non hanno voluto creare un precedente. Il ritiro di Hamilton al 54esimo giro ha messo una pezza sulla strategia. Una Mercedes che conferma i suoi problemi di affidabilità al cambio, nonostante una supremazia tecnica importante. E’ stata una corsa ricca di ritiri, causati proprio da questo ritmo serrato. Siamo entrato in un mese di luglio caldissimo che da qui alla fine dovrà raccontarci altri tre gran premi. Sarà interessante vedere chi riuscirà a gestire al meglio questo tour-de-force.

Una Formula 1 che sta tornando alla massima competizione con un divario netto tra i primi tre top-team e il resto del gruppo. Abbiamo assistito ad un ordine di arrivo nei primi dieci che ha premiato a coppie i team con due Ferrari, due Hass, due Force India e due Sauber, ad eccezione solamente del vincitore Max Verstappen con l’unica Red Bull e di Fernando Alonso con la McLaren che ha tagliato il traguardo all’ottavo posto partendo dai box.

Un risultato che premia certamente la Ferrari, con un risultato che ad inizio della gara era quasi insperato. Kimi Raikkonen ha meritato di chiudere al secondo posto provando fino all’ultimo l’attacco sull’olandese segnando giri veloci e pertanto è stato corretto da parte del muretto box conservare le posizioni dei suoi due piloti. Per la terza volta in altrettanti gran premi cambia il leader della classifica con Vettel che torna al comando.

Tra sette giorni si tornerà in pista col decimo appuntamento del mondiale sul tracciato britannico di Silverstone, una pista sulla carta favorevole alla Mercedes anche se Vettel e la Ferrari arriveranno a questo appuntamento con il morale alto.

Aspettiamo di vedere cosa potrà succedere

Gian Carlo Minardi

F1 | Gp Austria, PRESENTAZIONE di Minardi “In Francia Vettel ha usato l’ultimo bonus”

Archiviato il gran premio di Francia, ci apprestiamo ad entrare in un mese di Luglio caldo con quattro appuntamenti racchiusi in cinque weekend. Si partirà questo fine settimana dall’Austria prima di trasferirsi in Inghilterra (7-8 luglio), Germania (21-22 luglio) e Ungheria (28-29 luglio). Un vero e proprio tour-de-force per team e piloti alla fine del quale avremo un quadro significativo di questo mondiale.

A Le Castellet, oltre alla supremazia Mercedes, abbiamo assistito ad una corsa ricca di errori, a partire da Sebastian Vettel che col quinto posto ha lasciato indietro punti importanti in ottica mondiale. Il tedesco della Ferrari è strato troppo irruento cercando il sorpasso ai danni di Bottas fin dalla prima curva, arrivando al contatto e subendo la penalità di 5”. Deve ricordarsi di essere un quattro volte campione del mondo.

In un mondiale così al limite dove a fare la differenza saranno proprio gli errori, Seb si è giocato già tutti i bonus ritrovandosi in classifica alle spalle del diretto avversario, distaccato di 14 punti.

Bisogna tenere in considerazione anche la crescita della Red Bull supportata da un telaio fantastico che sopperisce, in parte, alle mancanze della power unit Renault. Con il passaggio al propulsore Honda, l’handicap del motore si farà sentire maggiormente, ma resta l’arbitro di questo mondiale portando via punti e podi importanti a Vettel ed Hamilton.

Sarà un mese caldo anche per i team di fascia b, capitanati dalla Renault davanti alla McLaren, Force India, Haas e Toro Rosso, che arriva da due weekend difficili conclusi senza punti a differenza di una Haas in crescita, ma a corrente alternata, nonostante un Grosjean ancora a “secco” e una Force India in ripresa e disturbata da questioni non tecniche.

Il Red Bull Ring è un tracciato impegnativo e ricco di insidie con la ghiaia ai bordi della pista caratterizzata da sali-scendi, curve veloci, lunghi rettilinei e frenate impegnative in cui il clima è una componente importante. Sul fronte mescole la Pirelli porterà Soft, Supersoft e Ultrasoft coi piloti Ferrari che hanno scelto 9 set della mescola più morbida contro gli otto di casa Mercedes e Red Bull. Si prospetta una gara con strategie diverse.

Gian Carlo Minardi