F1, Gian Carlo Minardi “Allucinante quello che succede a Melbourne”

Questa notte, quando in Italia saranno le ore 2.30 si accenderanno ufficialmente i riflettori sul Mondiale di Formula 1 2015 con il primo turno di prove libere.

La nuova stagione non è ancora iniziata, ma le pagine dei siti web e dei giornali si stanno riempiendo (purtroppo) di vicissitudini economiche legate ad alcune realtà che poco hanno a che fare con lo sport, in particolar modo all’interno di Sauber e Manor (Marussia). Un segnale certamente non di buon auspicio, considerando che siamo appena alla prima trasferta. Abbiamo quindi voluto sentire Gian Carlo Minardi che tramite le colonne di www.minardi.it ha così analizzato le vicende in casa del team Svizzero e sulla presenza del Team Manor

Van der Garde – Sauber

E’ allucinante quello che sta succedendo in queste ore in Australia in casa Sauber, con la diatriba legata a Van der Garde. Da alcuni anni esiste il Contracts Recongnition Board, ovvero un notaio che risiede a Ginevra presso il quale tutti i team depositano in busta chiusa i contratti dei loro piloti. Il contratto che viene depositato per primo ha la precedenza su tutti gli altri. Trovo assurdo che al battesimo della prima gara ci siano giudici e sentenze giuridiche che determinano chi deve correre. Il Contracts Recongnition Board è nato tantissimi anni fa in seguito ad un problema creato da Jean Alesi, quando firmò in contemporanea tre contratti con tre team differenti nel ’90: Tyrrell, Williams e Ferrari, se la memoria non mi inganna

Ancora una volta questo scenario rappresenta uno smacco per chi ha creato dei regolamenti. Ci vorrebbe veramente un po’ più di serietà. L’altra discussione è legata alla Superlicienza dei pilota. Da quelle che sono le mie informazioni Van der Garde dispone della Superlicienza A. Pertanto diventa solamente un fatto formale, risolvibile. Non sarà questo cavillo ad impedirgli di correre

Manor

E’ un caso economico-politico. Nel senso che il team Manor è presente in Australia, sul circuito di Melbourne, solamente per conservare i diritti (e ottenere i benefit) conquistati nella passata stagione con il decimo posto nel Campionato Costruttori. Quando correvo con il mio team, per essere considerato presente all’evento, dovevi eseguire le verifiche. Poi non importava se prendevi parte o meno alla gara. In questo momento molto difficile (ricordiamo che non hanno preso parte a nessuna giornata di test e che correranno la stagione con la vettura 2014 aggiornata solamente con il muso 2015) il loro unico pensiero è quello di strappare l’assegno derivante dai diritti televisivi e commerciali. Sarebbe bello sapere quanti meccanici sono presenti a Melbourne

F1, #ARuotaLibera – Gp Australia

In contemporanea alla partenza del Mondiale di Formula 1 2015, con il primo Gran Premio a Malbourne, torna”A Ruota Libera” la rubrica di Gian Carlo Minardi in collaborazione con SkySportHD, disponibile ogni giovedì prima del Gran Premio sulla Minardi TV

Tante incognite, come ‘è normale che sia all’inizio di una stagione e anche dopo test che quasi mai riescondo a dare indicazioni certe. Sarà una F1 più spettacolare? Difficile, ma qualcosa è cambiato rispetto a un anno fa, soprattutto per la Ferrari“.

Tra le novità di quest’anno la location  che ospita il set di “A Ruota Libera”: lo splendido Relais Villa Abbondanzi di Faenza

F1, Road To Melbourne

A distanza di neanche cinque mesi dalla gara di chiusura di Abu Dhabi, è già iniziato il conto alla rovescia al del Gran Premio d’Australia, gara di apertura del Mondiale di Formula 1.

Il Circus prepara il suo sbarco a Melbourne con molte certezze, tra le quali il dominio-bis targato Mercedes. Durante i test collettivi di Jerez e Barcellona i Campioni in carica non hanno mai montato le gomme Pirelli Super Soft, a differenza di tutti gli altri, segnando comunque il miglior riscontro cronometrico con Nico (1’22”8), contro 1’23” della Williams fatto però con le SS. Una differenza, a conti fatti, di quasi 1 secondo tra la coppia Hamilton/Rosberg e i primi inseguitori, le Williams di Massa e Bottas. Alle loro spalle c’è poi un folto gruppo con Ferrari, Red Bull, Lotus, Force India, Sauber e Toro Rosso.

Al momento è difficile stabilire con certezza le gerarchie poiché non si conoscono la maggior parte dei parametri con cui le macchine sono scese in pista. Uno su tutti il quantitativo di benzina. Pertanto il week-end di Melbourne sarà interessante. Ci darà i primi riscontri sul lavoro invernale. Nessuno potrà più nascondersi. Osservato speciale sarà il consumo di carburante. Le prestazioni si stanno avvicinando a quelle del 2011-2012 con tempi, velocità e consumi diversi rispetto allo scorso anno. In dodici mesi la F1 è riuscita a guadagnare ben 3” tra sviluppo aerodinamico, motore e gomme.

LA PRIMA FILA

I Campioni del Mondo sono pronti a ripartire da dove avevano lasciato, con un Rosberg che si è confermato molto veloce in versione qualifica. L’anno scorso l’affidabilità è stata l’unico tallone d’Achille, permettendoci così di avere in tre occasioni (Canada, Ungheria e Belgio) un vincitore diverso, grazie a Daniel Ricciardo. Da quello che si è potuto vedere nelle tre sessioni, si sono concentrati molto sull’affidabilità percorrendo tantissimi chilometri. Questo potrebbe tagliare ulteriormente le gambe alla concorrenza

I PRIMI TRA GLI ALTRI

La Williams si presenta al via come la seconda forza del mondiale, con un leggero vantaggio su Ferrari, Red Bull, Lotus, Force India, Sauber e Toro Rosso. Dopo l’ottima stagione in crescendo del 2014 Sir. Frank ha continuato nello sviluppo di una vettura semplice, ma sempre più affidabile e snella aerodinamicamente. Potrà essere veramente la seconda forza del Campionato.

IL GRUPPO DA TOP 10

La Ferrari ha fatto uno step evolutivo importante dimostrando di poter contare su una già buona affidabilità sia sul fronte meccanico che della Power Unit, così come in casa Sauber. Nonostante i problemi finanziari Lotus e Force India, spinte dal propulsore tedesco, hanno ben impressionato. In particolar modo la VJM08, che ha visto la luce solamente negli ultimi tre giorni di test portando comunque a termine un gran numero di giri (circa 1600 km). Purtroppo i gravi problemi finanziari potrebbero incidere sullo sviluppo. Auguriamoci che possano trovare la migliore soluzione. Non dimentichiamoci anche la Toro Rosso. Verstappen e Sainz Jr hanno coperto un gran numero di giri, ben di più rispetto ai cugini della RBR portandosi nelle zone importanti della classifica.

L’INCOGNITA

La Red Bull è l’incognita principale. Tra i Top Team sembra quello più in ritardo nello sviluppo vettura, ma non credo che arriveranno in Australia impreparati. Basti pensare a quanto successo un anno fa con i disastrosi test invernali. Proprio Ricciardo era stato in grado  a Melbourne di andare a podio nella gara di apertura, salvo poi essere squalificato per una regola che oggi è stata cambiata. Quindi,  detto questo, mi aspetto che il Team pluricampione del Mondo si possa inserire nella lotta per la terza fila.

SECONDE LINEE

La Manor (Marussia) è rimasta nel lotto regalandoci una griglia formata da venti macchine, ma per loro non sarà una stagione certamente facile. La macchina sarà di fatto quella del 2014 con il solo muso riadattato al regolamento 2015 e, certamente, dovranno lottare per rientrare nel limite del 107%.

La McLaren-Honda in questo inizio di stagione ha un po’ deluso ed è parsa molto indietro rispetto alla concorrenza sul fronte dell’affidabilità e competitività.  In più dovranno fare a meno di Fernando Alonso. E’ auspicabile che si smetta di speculare su quanto accaduto al Montmelò e che venga fatta chiarezza. Con tutta la tecnologia a disposizione non è possibile che non si arrivi ad una conclusione certa. Tutti devono sapere cosa è successo. Non capisco quale sia il problema nel dire chiaramente la verità. Tutta questa vicenda non fa bene alla F1 che avrebbe bisogno di nuove regole e trasmettere serenità. Si rischia di allontanare ulteriormente gli appassionati. Fino ad oggi ci hanno raccontato un sacco di frottole. Ora è giunto il momento della verità.

Che lo spettacolo abbia inizio. La caccia alla Mercedes può partire. Si prospetta una nuova stagione veramente interessante che potrà regalarci diversi spunti.

F1, Gian Carlo Minardi “La FIA faccia chiarezza sulla vicenda Alonso”

E’ arrivata la conferma: Fernando Alonso non correrà il Gran Premio d’Australia, in programma il week end del 14-15 marzo e teatro della gara di apertura del Mondiale di Formula 1. Al fianco di Jenson Button, al volante della McLaren-Honda, ci sarà quindi il collaudatore e terzo pilota Kevin Magnussen

Una comunicazione che farà aumentare i già numerosi punti interrogativi che avvolgono l’incidente del 22 febbraio sulla pista di Barcellona. Fernando era stato portato subito in ospedale in seguito al forte trauma cranico. Da quel giorno però solo tante speculazioni, ma nessuna certezza. La Federazione Internazionale ha aperto un fascicolo con l’obiettivo di fare chiarezza, ma ad oggi non è stata emanata nessuna comunicazione ufficiale.

Per ora l’unico imputato è Eolo. Un po’ poco … “Si deve fare luce su questa vicenda. Mi auguro che la FIA faccia chiarezza prima dell’inizio del Mondiale” commenta Gian Carlo Minardi ai microfoni di www.minardi.itQuando si parla di sicurezza mi aspetto che vengano fatti tutti i dovuti esami. Dal 1994 ad oggi in questo settore sono stati fatti passi da gigante, ma davanti a questo nuovo episodio potrebbe esserci sfuggito qualcosa. Forse è stata sottovalutato l’impatto laterale o qualcos’altro. Fino ad oggi si sono sprecate tante parole, senza però capire la causa scatenante dell’incidente. Sulla decisione di Fernando di non prendere parte al Gran Premio sono d’accordo, poiché dopo un trauma cranico bisogna rispettare sempre un periodo di riposo di circa 30-40 giorni. Nella box, dopo un KO, bisogna stare in panchina prima di ritornare sul ring” analizza Minardi “L’automobilismo è uno sport molto pericoloso ed è inutile rischiare di incappare in un nuovo incidente che potrebbe portare conseguenze nettamente peggiori” La decisione è stata prese in comune accordo coi medici che hanno seguito lo spagnolo in questi ultimi giorni “Il fatto che gli permettano di proseguire la preparazione atletica è certamente un buon segnale” Il manager faentino, nonché scopritore del campione spagnolo, chiede a gran voce che venga a galla la verità “Lo si deve ai piloti, ai team e soprattutto i tifosi” conclude Gian Carlo Minardi

F1, Sauber stakanovista a Barcellona

Con la seconda tornata di quattro giorni sulla pista del Montmelò sono andati ufficialmente in archivio i test invernali. Dalla prossima uscita si farà sul serio. A Melbourne sarà Mondiale vero. Tutti, o quasi, metteranno sul piatto il 100% del potenziale. Quasi tutti perché alla Mercedes potrebbe bastare anche il 90% per dominare comunque il week end.

Dopo aver giocato a nascondino nelle prime due sessioni, Rosberg ed Hamilton hanno dato un assaggio del potenziale a loro disposizione segnando i migliori riscontri cronometrici nelle giornate di venerdì e sabato utilizzando solamente le gomme Soft. Pertanto con le gomme SuperSoft il divario sarà ancora maggiore. Cronometro alla mano si parla di un vantaggio di 1” dai primi inseguitori, le Williams di Massa e Bottas, a cui bisogna aggiungere ulteriori due-tre decimi per trovare il resto del gruppo.

Osservando i dati di Barcellona saltano all’occhio i tantissimi chilometri macinati dalla Sauber che mette in archivio la bellezza di oltre 159 giri, ovvero oltre 2500 km, lasciandosi alle spalle tutto il resto del gruppo, Ferrari compresa. Vettel e Raikkonen si fermano comunque a quota 2000 Km. Un risultato certamente importante e positivo per la casa di Maranello che potrà contare su una buona affidabilità della nuova Power-Unit.

Stesso discorso vale anche per il propulsore tedesco. Il tallone d’Achille della passata stagione in casa Mercedes era proprio l’affidabilità, variabile che ha permesso di sentire inni diversi da quello inglese e tedesco dei due portacolori.  Stando ai numerosi giri percorsi però potremo non contare più su questa variabile.

Proprio negli ultimi tre giorni ha fatto finalmente il suo esordio la nuova Force India VJM08-Mercedes, rallentata da gravi problemi finanziari. Nonostante tutto però Nico Hulkenberg e Sergio Perez sono riusciti a mettere insieme oltre 360 giri – pari a 1680 km e 2,5 GP – a dimostrazione che la nuova monoposto indiana è nata sotto la buona stella.

Resta da individuare il reale potenziale della Red Bull di Daniel Ricciardo e Daniil Kvyat motorizzata Renault che ha percorso molti meno chilometri dei cugini della Toro Rosso-Renault. Proprio la RBR ha presentato in questi giorni la nuova livrea. Dopo aver passato l’inverno con il “camuffamento”, a Melbourne scenderà in pista con la livrea tradizionale, anche se sulle pance è stato dato più spazio al viola. Fanalino di coda la McLaren-Honda, costretta a numerose e lunghe soste ai box, e rallentata anche dall’incidente di Fernando Alonso su cui aleggiano ancora troppi punti interrogativi. Intanto è arrivata la notizia ufficiale: a Melbourne Alonso non ci sarà. Al suo posto la McLaren schiererà Kevin Magnussen. La MP4/30-Honda ha messo insieme una media di 700-800 km a sessione. Troppo pochi. La macchina presenta certamente soluzioni interessanti e una volta sistemate tutte le magagne sapranno recuperare il ritardo. Non dimentichiamoci il salto di qualità che la F1 è stata in grado mettere in pista tra l’ultimo test e la prima gara in Australia nel 2014.

Winter Test, Barcellona 2 – IL PUNTO

Il prossimo appuntamento sarà tra quindici giorni, con il primo Gran Premio della stagione a Melbourne. Con la giornata di oggi è andato in archivio anche il quarto e ultimo giorno di test collettivo, chiudendo di fatto la sessione invernale.

Dopo aver giocato a nascondino, la Mercedes ha dato un primo assaggio del suo reale potenziale sbaragliando la concorrenza con il miglior crono di Nico Rosberg (1’22”792) segnato il penultimo giorno con la Soft. Cosa succederà con la SuperSoft? Sono quasi certo che questa macchina abbia il potenziale per scendere sotto il muro del 1’22”

I tedeschi sono ancora una volta su un altro pianeta. Lewis e Nico faranno un campionato a se, ma con una variabile importante. Se l’anno scorso potevamo contare su un’affidabilità non perfetta, quest’anno potremo non avere neanche questo appiglio considerando i tantissimi chilometri macinati nei dodici giorni di test. Ora si tratta di andare a Melbourne e capire chi sarà la seconda e terza forza. A questo punto fare delle gerarchie non è facile poiché non sappiamo il carico di benzina a bordo.

Con un ritardo di 1” abbiamo la Williams di Massa e Bottas che hanno chiuso il lavoro con il miglior crono di giornata. Dietro di loro, in una forbice di 2-3 dec, troviamo la Ferrari di Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen. La Force India mi ha colpito molto. Considerando che la nuova macchina ha visto la luce solamente negli ultimi tre giorni, Hulkenberg e Perez hanno potuto mettere insieme la bellezza di quasi 1700 km, a dimostrazione che la VJM08-Mercedes è assembrata bene. Niente male anche la Lotus nonostante il botto di oggi di Maldonado causato da un problema ai freni. Ieri però Grosjean ha fatto diversi  long run, così come la Sauber. Hanno sorpreso per numero di chilometri percorsi e per le prestazioni. Felipe Nasr ha chiuso la giornata con ulteriori 159 giri, mettendo insieme il maggior numero di km della quattro-giorni (ben 2537 km). Un buon segnale anche per il propulsore di casa Maranello.

Arriviamo comunque in Australia con diverse incognite. La Red Bull non ci ha ancora fatto vedere il suo reale potenziale, mentre la Toro Rosso coi giovanissimi Verstappen-Sainz Jr. ha messo insieme ulteriori 2000 km.

Con la giornata di ieri (28 febbraio) sono stati congelati i propulsori e ho l’impressione che la maggior parte abbia voluto verificarne l’affidabilità compiendo, McLaren a parte, un grande numero di chilometri. La McLaren è certamente in ritardo, ma può contare su un binomio più che valido. Telaisticamente ha soluzioni molto interessanti che richiedono del tempo, ma a breve saranno in grado di recuperare il divario. L’incidente di Alonso potrebbe aver portato via ulteriore tempo. Proprio a riguardo della variabile di domenica siamo in attesa di risposte. Ci sono ancora troppi punti oscuri sulla vicenda. Quando si parla di sicurezza mi piace che venga fatta chiarezza. Mi dispiacerebbe che venisse tutto archiviato dando la colpa ad Eolo. In Romagna c’è un detto “Le chiacchiere le porta via il vento

Winter Test – Mercedes batte McLaren 4200 a 900

Due terzi dei test collettivi pre-stagionali sono andati in archivio. Si avvicina Melbourne, teatro del primo appuntamento del Mondiale di Formula 1 2015, e restano ancora quattro giorni di lavoro in pista. Da giovedì 26 febbraio tutti di nuovo in pista al Montmelò per il secondo – e ultimo – round.

Dopo otto giornate di test, suddivisi equamente tra Jerez e Barcellona, proviamo a fare un resoconto sul chilometraggio percorso dai nove team che ad oggi formeranno la griglia di partenza. Il destino di Marussia e Caterham resta, purtroppo, ancora avvolto da un grande mistero.

Nonostante non abbiamo mai svettato in cima alla classifica, Lewis Hamilton e Nico Rosberg comandano questa speciale classifica con un bottino complessivo di oltre 4200 chilometri macinati con una Mercedes che mostra un’ottima affidabilità. Rispetto alla prima uscita, i campioni in carica si sono “riposati” percorrendo circa 200 km in meno. Al secondo posto, (3370 km) e con un “ritardo” di 800 km, si piazza la giovanissima Toro Rosso con gli esordienti Max Verstappen e Carlos Sainz Jr. Proprio al Montmelò i “faentini” si sono messi in evidenza portando la STR10 al vertice, mettendo in cassaforte ben 500 km in più rispetto a Jerez.

Completa il podio la Williams di Felipe Massa e Valtteri Bottas che raccoglie la bellezza di oltre 3140 km, con un incremento di ben 700 km. Alle loro spalle, staccati di pochi passaggi, si piazzano la Ferrari SF15-T di Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen e la Sauber-Ferrari. Maranello ha completato 3000 km divisi praticamente in modo equo tra Jerez e Barcellona, così come il team Svizzero (2990 km). Solamente sesta piazza per la Red Bull di Daniel Ricciardo e del russo Daniil Kvyat che non va oltre i 2600 km, causa dei primi quattro-giorni rallentati dai problemi alla Power-Unit transalpina. Rispetto alla prima uscita gli ex-Campioni segnano però un rialzo di 1300 km in più, recuperando parte del tempo perso.

2500 km per la Lotus-Mercedes che si era presentata con un giorno di ritardo al via. Maldonado e Grosjean, coadiuvati dal collaudatore Palmer hanno percorso 1680 km a Barcellona, facendo svettare la E23 grazie anche alle Pirelli SuperSoft. Solamente ottavo posto e 1415 km per la Force India che aveva saltato la prima sessione causa i difficili problemi finanziari. A Barcellona Perez e Hulkenberg sono stati costretti a lavorare con la vettura dell’anno passato, aggiornata solamente nell’ala anteriore.

Fanalino di coda la McLaren-Honda che in otto giorni non è riuscita a mettere insieme neanche 1000 km. Non sono mancati i problemi sulla vettura di Fernando Alonso e Jenson Button. Come “ciliegina” finale anche il brutto incidente (avvolto da numerosi misteri) dello spagnolo, il cui recupero non sembra così breve.

Winter Test, Barcellona – IL PUNTO

E’ andato in archivio anche il secondo dei test collettivi. Da Jerez la Formula 1 si è trasferita in quel di Barcellona per la seconda quattro-giorni di lavoro, in preparazione della prima tappa del Campionato del Mondo in programma il week end del 15 marzo a Melbourne.

Dopo aver saltato la tappa iniziale, si è aggiunta  al gruppo anche la Force India completando così lo schieramento di partenza, in attesa di scoprire il destino di Marussia e Caterham. E’ inutile che ce la raccontiamo. Potremo stare qui a scrivere parole su parole, ma capire realmente il potenziale dei vari team è difficilissimo, per non dire quasi impossibile.

Di  chiaro c’è che:

  • le vetture sono sotto-stress, come dimostrano le numerose bandiere rosse di questi giorni.
  • Tutte le componentistiche sono “tirate” al limite. Analizzando i dati, emerge ancora una volta che i chilometri percorsi dalla maggior parte delle scuderie sono tanti.
  • E’ emersa una grande differenza di prestazione di tempo tra le “Soft” e “Medie” (anche 2”) e pertanto fare le valutazioni senza conoscere i programmi è difficile.
  • Dai tempi le macchine sembrano molto compatte (ad esclusione di McLaren che tocca a fatica quota 600 km).

I rumors e le persone ben informate però parlano di problemi legati ai consumi. Su questo fronte la Mercedes resta la numero 1, mentre si riscontrano difficoltà in casa Ferrari e Renault

A proposito del costruttore francese, si segnala un mercato dietro le quinte molto acceso. I transalpini starebbero progettando il rientro in prima linea, con un impegno al 100% come costruttore e non solamente come fornitore di Power-Unit. Temono di ritrovarsi, nel 2016, senza clienti?  Nei prossimi giorni seguiranno certamente aggiornamenti con maggiori dettagli.

Prima di salutarvi, voglio farei i miei più sinceri auguri di pronta guarigione a Fernando Alonso, vittima questa mattina di un incidente. Gli auguro di tornare velocemente al volante della sua McLaren-Honda. L’esito della tac è negativo.

Gian Carlo Minardi “La Formula 1 è miope”

La Formula 1 ha acceso nuovamente i suoi propulsori ibridi dando vita al secondo turno spagnolo di test collettivi. Dopo Jerez il Circus si è trasferito in quel di Barcellona. Oltre all’intenso lavoro nelle Factory per migliorare le nuove creature, la Commission F1 si è riunita a Ginevra. La tanto attesa “fumata bianca” sui nuovi regolamenti 2016 non è arrivata “Mi sembra di tornare indietro ai primi anni ‘90” commenta con un po’ di ironia Gian Carlo Minardi “La Formula 1 non vuole mai cambiare. Invece di proporre, preferisce la via più veloce e semplice, ovvero quella di rimandare

Già nel 1992, in un’intervista rilasciata al MinardiNews, il mensile della scuderia faentina, Gian Carlo Minardi aveva lanciato questo allarme. In quegli anni il Mondiale di F1 stava lottando contro i costi che stavano diventando insostenibili. Il Team Principal dell’omonima scuderia aveva posto l’attenzione su aspetti importanti volti alla diminuzione dei costi, ma non alle limitazioni tecniche poiché “… la F1 deve continuare ad essere la massima espressione della tecnica automobilistica” commenta a MinardiNews nel 1992. Le aree su cui si dovrebbe intervenire sono ben altre “Limitazione del numero delle monoposto da portare in pista per ogni squadra. Portandone due sole, ad esempio si risparmierebbe, nell’arco dell’anno, la costruzione di una ennesima macchina, con annessi ricambi. In più una squadra in meno di meccanici da portare in giro per il mondo… 

Limitare il numero dei motori da utilizzare per ogni gran premio. Cosi i motoristi sarebbero costretti a fare motori più affidabili evitando unità speciali solamente per le qualifiche. Allo stesso tempo limitare gli pneumatici. Cosi facendo si arriverebbe ad un risparmio annuo” proseguiva sempre il manager faentino “di due, due milioni e mezzo di dollari che per un piccolo team possono significare anche la sopravvivenza” Leggere oggi queste proposte fa venire i brividi, poiché hanno visto la luce solamente anni dopo “Tutte cose che si sono verificate dopo 8-9-10 anni per correre dietro la fuga dei grandi costruttori e per colpa dell’aumento dei costi. Ad oggi però le cose non sembrano cambiare. “A Ginevra, in un momento complicato per la F1, nessuno ha preso decisioni o ha provato a proporre soluzioni importanti. Ciascuno continua a tirare l’acqua verso il proprio mulino” prosegue l’ex costruttore “Nel 1992 le riunioni erano capitanate dai tredici team in griglia, di cui ben dieci erano rappresentate dal proprietario stesso. Gli altri tre erano Flavio Briatore per Benetton, Jean Todt per Ferrari e Peter Collins per la Lotus, ovvero tutti personaggi che conoscevano molto bene l’ambiente

A tenere banco è stata la proposta di portare i propulsori alla potenza di 1000 CV. “Per cambiare l’immagine dell’ambiente e attirare l’attenzione degli appassionati, il nocciolo non sta nell’aumento della potenza. Occorre riportare il pilota al centro dell’attenzione, pur nella massima espressione tecnologica. Mi spiego meglio: perché passare ore in galleria del vento generando appendici aereodinamiche per guadagnare pochi millesimi di secondo a prezzi elevatissimi e con una comprensione del pubblico molto limitata? Non sarebbe meglio avere un’ala pulita e “semplice”? Chi è davanti la TV o seduto in tribuna, non può rendersi conto se una macchina è più performante di 1 km/h o di 1 decimo di secondo. Sono ben altre le cose da cambiare, come ad esempio, rendere le macchine più accattivanti all’occhio o avere gare combattute, con staccate al limite. Avere gomme più larghe poteva essere una bella scelta. Anche l’estetica ne avrebbe guadagnatoconclude Minardi

Ciao Piero, “papà” della Motori Moderni

Dopo una breve malattia, nella notte è venuto a mancare Piero Mancini. Amico di Gian Carlo Minardi, nonchè colonna portante del Minardi Team “Con Piero, questa notte viene a mancare una parte preziosa della storia del Minardi Team. Amico e partner in tante battaglie. La sua passione per il nostro Sport, lo ha portato prima ad entrare per diversi anni nella compagine societaria della Scuderia,  per fondare nel 1984 insieme all’Ing. Carlo Chiti la Motori Moderni, cuore pulsante Turbo V6 dal 1985 al 1987 della Minardi, rimasta orfana dei motori Alfa Romeo”

A tutta la Famiglia Mancini, un grandissimo abbraccio

 

Dal battilamiera alla prototipazione rapida: l’evoluzione della Formula 1

Mentre i giorni passano velocemente e ci avviciniamo con rapidità alla seconda sessione di test collettivi invernali sulla pista spagnola di Barcellona, abbiamo incontrato nel suo quartier generale di  Faenza (e non poteva essere altrove) Gian Carlo Minardi.

Nonostante con l’uscita dal Mondiale di Formula 1 si sia lasciato alle spalle il n.21 di Via Lazzaro Spallanzani che dal 1984 ospitava la sede del suo Minardi Team, nel nuovo ufficio si continua a respirare aria di Formula 1 attraverso i caschi dei numerosi piloti che hanno vestito i colori giallo-blu, i volanti delle monoposto, ai modellini o al manichino del motore Cosworth F1 – TJ 2005 10V, usato come tavolino. L’occhio si sofferma su un album fotografico che prontamente apriamo. La mente inizia a viaggiare velocemente indietro nel tempo, come se avessimo a disposizione la DeLorean di “Doc” Emmet Brown e Marty McFly. Ci sono fotografie che sembrano preistoria, ma che fanno parte della storia italiana del Mondiale di Formula 1. Oggi siamo abituati a sentir parlare di galleria del vento, simulatori di ultimissima generazione in grado di riprodurre la realtà, ma non è sempre stato così  “Osservando queste fotografie si ha l’impressione che sia passato un secolo. Invece parliamo solamente di 30 anni fa” commenta Gian Carlo Minardi.

Il nostro viaggio inizia dagli anni ’84-‘85E’ incredibile come sia cambiato il mondo, senza accorgercene, e i passi da gigante fatti dalla tecnologia. Viene anche da porsi delle domande. E’ necessario tutto questo? Mi spiego meglio. Negli anni ’80 per costruire due macchine da Formula 1 si impiegavano 22-23 persone. L’ufficio tecnico era una stanza di 26 mq. Oggi, nonostante l’aiuto della tecnologia, i team contano oltre 400 dipendenti. Certamente le vetture e l’aereodinamica sono più complesse, ma pur concedendo spazio all’evoluzione mi pare si sia giunti a livelli di staff incredibili” prosegue l’ex Team Principale Nel 1984 i telai erano costruiti con materiali compositi, in particolare fibra di Carbonio e Kevlar e la carrozzeria veniva realizzata manualmente come tutte le attrezzature per la realizzazione della stessa (modelli), utilizzando materiali per modelleria facilmente lavorabili. Manualmente si ottenevano le geometrie richieste. La difficoltà era fare la pancia sinistra uguale alla destra. Le macchine erano fatte proprio artigianalmente. Era anche molto frequente produrre parti o componenti di carrozzeria come ad esempio l’elemento di chiusura del vano ammortizzatori detto “cupolino”, ottenuto in lamierino modellato  a mano dal fido Otello, carrozziere storico Ferrari di fine anni 60. Insomma fino ai primi anni ‘80 ogni pezzo veniva realizzato manualmente, prima di portarlo in galleria del vento.”

Il passaggio successivo è stato l’introduzione dei computer e, successivamente, la modellazione 3D. “Nel 1988 ha fatto il suo ingresso in azienda la macchina FTP  a controllo numerico a tre assi. Una volta realizzato il disegno potevi veder crescere la macchina, a cui fa seguito la “JOBS” ovvero una macchina utensile con controllo su  cinque  assi che permetteva di realizzare la sagoma completa della scocca, modellando un blocco di resina  attraverso le matematiche rappresentative delle superfici esterne prodotte dai progettisti al CAD. Questo primo esemplare servirà per ottenere lo stampo su cui realizzate il telaio della vettura in carbonio.

Una vera rivoluzione è arrivata negli anni 2000 quando si iniziano ad utilizzare i macchinari per la prototipazione rapida, o stererolitografia.

Attraverso la solidificazione a mezzo laser di una resina liquida si ottenevano elementi “finiti” utilissimi soprattutto per realizzare compenti necessari ai test aerodinamici in galleria del vento. Tecnologia che ha permesso di velocizzare i tempi di produzione di questi componenti.

La prototipazione rapida arriva a Faenza “La Minardi è stata tra le prime aziende a disporre di questa tecnologia, certamente la prima in F.1 ad istallare una 3D Systems-SLA® 7000, un passo seguito a breve da alcuni top team. Realizzato il primo studio al computer con tecnologie Cad, veniva costruito direttamente il modellino in scala 1/2 per andare in galleria del vento”

Per finire una bella quanto inedita chicca. “Ecco il modellino della Minardi 2006, che purtroppo non ha mai visto la luce. E’ l’ultima creatura dell’Ing. Gabriele Tredozi. Eravamo già avanti nella progettazione della scocca,” conclude il racconto Gian Carlo Minardi “quando nel settembre 2005 iniziarono le trattative con la Red Bull per il passaggio di proprietà.”

Un ringraziamento particolare all’Ing. Gabriele Tredozi per il prezioso supporto tecnico. Sul nostro canale ufficiale di FaceBook è disponibile una vasta gallery con ulteriori fotografie anche sulla Minardi PS06

Pensieri, da Jerez a Barcellona

Tra una settimana i team riaccenderanno i propulsori  dando il via alla seconda quattro-giorni di test collettivi. Dopo l’inaugurazione sulla pista di Jerez, la Spagna farà nuovamente da sfondo alle prove del Circus della F1, da giovedì 19 fino a domenica 22 febbraio. Questa volta sarà il Montmelò ad ospitare le monoposto, teatro del quinto week-end (nonché prima tappa europea) del Mondiale di Formula 1 2015.

Dopo la prima sessione, le scuderie si sono rinchiuse nei propri Quartieri Generali con l’obiettivo di analizzare i dati raccolti e programmare i nuovi test da produrre nella prossima uscita. Un anno di sviluppo della tecnologia ibrida ha già dato i suoi frutti: le monoposto sono più veloci di 3” rispetto alla prima uscita di dodici mesi fa. Il lavoro all’interno dei team è intensissimo, dovendo ottimizzare il potenziale delle nuove creature “Una volta rientrati a casa si devono analizzare le migliaia di dati raccolti in pista per confrontarli con quelli riscontrati alla galleria del vento e per mezzo del simulatore. C’è poi il problema che se il programma dei test non è stato completato, si dovrà pianificare al meglio il prossimo test che diventerà inevitabilmente più complesso” commenta Gian Carlo Minardi sul sito www.minardi.it. Il manager faentino ha vissuto con il suo Minardi Team, per oltre vent’anni, la fase di battesimo e sviluppo pre-stagionale “In questi quindici giorni che separano la prima uscita ufficiale dalla seconda, il lavoro sarà sviluppato parallelamente  sull’introduzione di novità aerodinamiche e sul miglioramento dell’affidabilità generale della monoposto cercando soluzioni appropriate ai problemi di affidabilità accusati nella passata stagione. Per esempio, la Mercedes, mi ha dato l’impressione di aver lavorato in questa direzione concentrando il lavoro sull’elettronica e sulla meccanica del cambio; lo stesso crash del cambio accusato nella terza giornata pare una conseguenza di un test di stress voluto” prosegue l’ex-costruttore

I test sono eventi preparati meticolosamente dai team che vanno in pista con programmi definiti e studiati giorni per giorno “Si segue sempre una scaletta di lavori, programmata dallo staff tecnico intorno ad una scrivania e finalizzata sia alla vettura sia al pilota: I programmi possono essere stravolti solo se si presentano gravi problemi tecnici. Questo spiega perché ciascun team sembra agire senza alcun interesse alla competizione con gli altri avversari. In questa fase, di norma il Team Principal ha un ruolo marginale. Pertanto è facile incontrare i Patron dei Team in giro per il circuito a seguire il lavoro in pista dei propri piloti. Questo succede soprattutto nei team minori, quando si hanno nelle proprie fila piloti giovani o con poca esperienza. Simpatica proprio l’immagine di Tost, il Team Principal della Toro Rosso che ha puntato su due esordienti come Verstappen e Sainz Jr, che si aggirava per il tracciato di Jerez

Gian Carlo Minardi: “Bloccare la Marussia? Un errore”

Spenti i motori, i riflettori si sono indirizzati sulle decisioni dello Strategy Group: all’ordine del giorno c’era la deroga per far correre la Marussia (o Manor Gp) con la vettura 2014. Al momento però l’unanimità non si è raggiunta. Alcune squadre, Force India su tutte, si sarebbero opposte al suo ritorno.

Per il rilancio del team, l’amministrazione controllata punta molto sui proventi derivanti dai diritti commerciali, ma i tempi ormai stringono. Pur non avendo preso parte agli ultimi tre Gran Premi 2014, il team di Banbury ha chiuso la stagione al nono posto, davanti a Caterham e Sauber, grazie ai due punti conquistati da Jules Bianchi durante il Gran Premio di Monaco. Proprio i team più in difficoltà, Force India e Sauber, opponendosi ad un suo rientro puntano alla divisione dei proventi “Un comportamento assurdo e antisportivo” commenta Gian Carlo Minardi al sito www.minardi.it “Opponendosi, i piccoli team sperano di spartirsi la quota spettante alla Marussia, ma forse non hanno contato fino a dieci. Far sparire le due Cenerentole, come Marussia e Caterham, vuol dire accorciare la griglia. Di conseguenza le ultime file verrebbero occupate da team con budgets e ambizioni ben maggiori, vedi la stessa Force India, Sauber o Lotus, con ripercussioni in termini di immagine e conseguenze commerciali tutte da verificare” prosegue il manager faentino.

“Questa situazione mi riporta alle stagioni ’96-’97 quando difendevo fortissimamente l’importanza dei piccoli team. Sostenevo che senza i team che partecipano con grande passione, ma mezzi limitati –sperando, chissà, di trovare i giusti finanziamenti per il futuro -, in ultima fila ci sarebbero finite inevitabilmente le grandi case costruttrici. Situazione che si è puntualmente verificata negli anni 2000. Le case costruttrici non aspettano anni per crescere e raggiungere risultati positivi, hanno obiettivi commerciali e d’immagine a breve e la conseguenza tangibile delle scelte di allora fu che anno dopo anno le abbiamo perse praticamente tutte” conclude Minardi “Mi auguro che non sia la decisioni definitiva e che ci sia spazio per ragionare; oggi come allora, questo sport ha bisogno anche di chi faticosamente partecipa e spera di trovare i mezzi per un futuro sportivo più glorioso”.