F1 | Gp Brasile – Minardi “Voto 10 a Verstappen”

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Considerando le impervie condizioni atmosferiche con cui hanno dovuto lottare i piloti credo sia giusto fare un plauso a tutti, indipendentemente che siano arrivati al traguardo o siano stati protagonisti di incidenti. La visibilità era ridotta e il rischio di aquaplaning era dietro l’angolo.

Tuttavia voglio dare un bel 10 a Max Verstappen che ci ha fatto divertire con sorpassi importanti, staccate e controsterzi degni di nota riuscendo a rimontare fino al terzo posto nonostante l’azzardo del muretto box. A parità di machina e mescole ha battuto la concorrenza del compagno di squadra, il primo avversario.

10 anche a Felipe Massa che ha corso il suo ultimo gran premio in Brasile e che tra quindici giorni, ad Abu Dhabi, chiuderà la sua carriera in F1. E’ stato emozionante l’affetto che gli hanno dimostrato. In questi anni Felipe si è dimostrato un onesto gregario e un ottimo lavoratore. Ha fatto sognare i tifosi Ferrari che hanno festeggiato insieme a lui – anche se per pochi secondi – il titolo mondiale.

Il Gran Premio del Brasile è stato importante anche per diverse scuderie come Toro Rosso, che ha conquistato con Carlo Sainz il sesto posto, e Sauber che in zona cesarini  ha agguantati due punti con Nasr, sopravanzando in classifica la Manor (undicesima con un punto). Per alcuni momenti della gara Manor e Sauber sono state anche appaiate in classifica. E’ stata una bella lotta. Sui due muretti si saranno vissuti momenti di tensione.

F1 | Gp Brasile – IL PUNTO “Chapeau, Verstappen!”

 

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Un gran premio difficilissimo, corso in condizioni impegnative durato la bellezza di tre ore, che ci ha regalato un Verstappen incredibile. Ha fatto divertire il mondo intero con staccare, rimonte, controsterzi nonostante una strategia azzardata da parte del suo muretto che gli poteva costare caro. Ci ha fatto rivivere un GP di altri tempi. Il ragazzino, se gestito bene, ha davanti a sé un futuro importante a cui è impossibile dare un limite.

Verstappen ha sfruttato al 100% tutto il potenziale della sua Red Bull che si è adattata benissimo alle particolari condizioni mettendo in risalto grip e carico aerodinamico della vettura. Un Verstappen che ha surclassato Ricciardo, a parità di vetture e strategia. Devo dire che, ancora una volta, non mi trovo d’accordo coi commissari a riguardo della penalità inflitta all’australiano (entrato in corsia box nonostante fosse chiusa in quell’istante). Cinque secondi sono troppo pochi.  Il pit-stop gli avrebbe potuto regalare un vantaggio notevole se le condizioni fossero cambiate, pagando una penalità minima.

Tutto secondo copione in casa Mercedes. Lewis Hamilton vince e Nico Rosberg arriva secondo. Un Hamilton che è andato costantemente all’attacco in tutto il fine settimana. Lui doveva solo vincere. Più difficile la corsa di Rosberg – sotto il profilo psicologico –  che aveva tutto da perdere.

La Ferrari saluta il Brasile col quinto posto di Sebastian Vettel. E’ stato bravo a recuperare la macchina senza riportare danni, al contrario di Kimi Raikkonen. Seb ha salvato un fine settimana non esemplare per se stesso, dopo esser stato battuto in qualifica dal compagno. Dopo l’errore si è reso protagonista di una bella rimonta.

Una corsa che ha regalato duelli importanti. La Force India ha consacrato il quarto posto nel mondiale davanti alla Williams e la Sauber potrebbe aver salvato il bilancio – ai danni della Manor –  anche se resta un gran premio in calendario

Aspettiamo Abu Dhabi per il gran finale, ma continuare a seguirci perché nei giorni successi approfondiremo alcune tematiche del fine settimana brasiliano

F1 | Gp Brasile – Pista spettacolare, ma a rischio

Meno due. Dopo un cammino lungo diciannove appuntamenti, la Formula 1 è pronta a sbarcare in Brasile – San Paolo – per il penultimo round della stagione. Arriviamo su una pista impegnativa con la prima curva, in discesa, insidiosa e teatro di spettacolari contatti e sorpassi. Sarà la preoccupazione principale per Nico Rosberg che proverà a chiudere la partita col compagno su una pista in cui storicamente va forte.

Il Gran Premio del Brasile sarà anche l’ultima gara in “casa” per Felice Massa che proverà a regalare al suo pubblico un risultato importante, anche se la sua Williams sembra battere la fiacca. Una pista che lo ha incoronato campione del mondo per alcuni secondi, prima di consegnare lo scettro in modo definitivo a  Lewis Hamilton. San Paolo è stata terra di conquista anche per l’ultimo titolo mondiale pilota targato Ferrari grazie a Kimi Raikkonen. Una Ferrari  chiamata ad affrontare una situazione confusa. Ancora una volta dovrà fare i conti con il telaio e l’aerodinamica della Red Bull.

Sul fronte mescole, la Pirelli porterà Hard, Medium e Soft. Diversamente da Ferrari e Red Bull che porteranno sette mescole si soft per pilota, Hamilton e Rosberg avranno ciascuno otte set di “gialle” quattro di “bianche” medie e un solo set di “rosse” Soluzioni differenziate in casa Ferrari con cinque set di medie per Vettel e una hard contro le quattro medie di Raikkonen e due hard.

San Paolo fa parte di quelle realtà che potrebbero perdere il Circus, rinunciando a firmare il rinnovo. Auspico un grande afflusso di pubblico poiché è una pista che merita di restare in calendario per il layout affascinante e il calore del pubblico.

Una pista che mi rievoca importanti ricordi. Proprio col papà di Max Verstappen, Jos, nel 2003 avremo potuto conquistate un risultato storico. Ci trovavamo nelle posizioni di vertice quando, con l’arrivo della pioggia, finì fuori pista alla Curva do Sol.  Stessa situazione con Christian Fittipaldi che, purtroppo, non rientrò ai box per montale le rain, nonostante le indicazioni del muretto. 

Abbiamo avuto il piacere di collaborare con diversi piloti brasiliani – Tarso Marques, Christian Fittipaldi, Moreno Roberto – oltre ad aver firmato il nostro esordio nel mondiale di F1 il 5 aprile 1985 (a Rio) Proprio con Marques, nel 2001, abbiamo conquistato la top-10 chiudendo la corsa al nono posto, così come con Piero Martini nel 1990 (9°),  e Gianni Morbidelli  nel 1991 (8°) e 1992 (7°)  

 

Minardi Story – Brasile, dove tutto iniziò

Il 5 aprile 1985, col Gran Premio del Brasile, il Circus inaugurava la nuova stagione e Gian Carlo Minardi e il Minardi Team F1 firmavano il debutto in Formula 1. Dopo essersi costruita una buona reputazione in qualità di costruttore nelle formula minori, la scuderia faentina era pronta a scrivere un nuovo capitolo della sua storia, dividendo il paddock con colossi del calibro di Ferrari, Williams, McLaren, Brabham, Ligier, Renault, Alfa Romey e Tyrrel. Per il suo esordio Gian Carlo decide di affidare l’unica M185 al giovane Pierluigi Martini

Venerdì 5 aprile, in occasione delle prime prove libere, avevamo realizzato di essere arrivati in Formula 1. Il sogno era diventato realtà” ricorda Gian Carlo Minardi. Un sogno e un’avventura lunga la bellezza di ventuno stagione durante le quali ha saputo costruirsi una reputazione importante diventando trampolino di lancio per piloti, meccanici e ingegneri. Il primo Gran Premio, corso sulla pista di Jacarepagua a Rio, terminò a venti giri dalla bandiera a scacchi per un problema al motore.

Le soddisfazioni però non mancano. Nel 1990, a San Paolo, “Piero” Martini piazza la Minardi M190 in quarta fila grazie all’ottavo tempo assoluto, chiudendo la corsa nella top-ten, al nono posto. Il miglior risultato in gara viene raggiunto nel 1992 da Gianni Morbidelli che porta la sua M192 al settimo posto – partendo dalla ventitreesima posizione in griglia –  dopo aver conquistato l’ottava posizione l’anno precedente al volante della Minardi M191, davanti alla Lotus di Mika Hakkinen e alle spalle della Benetton del brasiliano Moreno. La vittoria quest”anno andò ad Ayrton Senna (McLaren) davanti a Patrese (Williams) e Berger (McLaren). Erano gli anni delle pre-qualifiche, di un parco macchine composto da quasi quaranta vetture e dei punti assegnati ai primi sei classificati. Nel 2001 col brasiliano Tarso Marques entriamo nuovamente nella top-10, chiudendo al nono posto.

FocusMessicoGp – Hamilton andava penalizzato. Ecco perchè

Quanto successo negli ultimi giri del Gran Premio del Messico continua a tenere banco nel Circus. In particolare, sotto accusa, sono finiti i team-radio colorati di Sebastian Vettel, rivolti ai collegi e a Charlie Whiting,  e la penalizzazione per il contatto con Daniel Ricciardo. Christian Horner  e Max Verstappen attaccano il ferrarista per aver insultato via radio il direttore di gara. Da parte sua “Seb” avrebbe fatto mea-culpa con una lettera alla Federazione.

Trovo ridicolo che Verstappen continui ad attaccare Vettel. Come sono convinto che spetti al team principal (Christian Horner) gettare acqua sul fuoco su questa vicenda. Tutto questo è la conseguenza della linea morbida scelta dalla FIA che archivia l’episodio – spiacevole – con un semplice richiamo, accogliendo una lettera di scusa.

Le regole continuano a non venire applicate, o ad essere oggetto di interpretazioni da parte di una commissione che cambia ad ogni gara. Durante il fine settimana a Città del Messico abbiamo avuto più di due episodi lampanti, all’inizio e alla fine della corsa.

INIZIO GARA – Al via del gran premio, Lewis Hamilton arriva lungo in staccata rientrando in pista con un notevole vantaggio sul resto del gruppo. Stessa situazione per Max Verstappen. Il giovane pilota della Red Bull però trova la sagoma della Mercedes di Rosberg. Fortunatamente nel contatto nessuno dei due subisce dei danni.

FINE GARA – Max Verstappen, attaccato da Sebastian Vettel, arriva nuovamente lungo in frenata. Questa volta non ha nessuna macchina da speronare. Pertanto è costretto a tagliare la chicane, restando davanti alla Ferrari senza perdere tempo, favorendo anche la rimonta di Ricciardo. Arriviamo così al duello. In staccato Vettel si sposta (azione non più permessa con la nuova regola) lasciando comunque spazio a Ricciardo che, al tempo stesso, allunga la frenata di 50-60 metri, bloccando le ruote. Vettel imposta la sua curva e i due piloti si toccano. Anche in questo caso, se non ci fosse stata la Ferrari, Ricciardo sarebbe andato dritto, prendendo la via di fuga.

La sicurezza prima di tutto, ma non deve andare a discapito della regolarità sportiva. La pista è delimitata da due strisce bianche e se un pilota trae un vantaggio tagliando una curva allora deve essere sanzionato con un drive-through. L’errore è ammesso, ma nel caso specifico sia Hamilton che Verstappen hanno ottenuto un vantaggio importante (Hamilton è rientrato in pista un centinaio di metri su Rosberg), causato anche dalla “tranquillità” di trovare asfalto ed erba. Con sabbia e ghiaia staremo parlando di tutt’altra gara. Non basta semplicemente dimostrare di aver rallentato. Servono penalty concrete. I 5” fanno ridere

In questi giorni ho rivisto il duello, diventato leggenda, tra Villeneuve e Arnoux targato 1979. Mi viene da sorridere pensando ai giorni nostri. Troppe regole, confuse, oggetto di interpretazioni e poco spettacolo

La Formula 1 deve decidersi a cambiare rotta. Gli ascolti sono in caduta libera così come la credibilità di questo sport…

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F1 | Gp Messico – PAGELLE

In vincitore di questo fine settimana è il pubblico che merita un bel 10, sia per l’allegria che mettono che per la presenza decisamente numerosa.

Lewis Hamilton – 8,5 pole position e vittoria ma resta il neo della prima curva. Un errore da fargli perdere il mondiale senza queste vie di fuga moderne

Sebastian Vettel – 8 con una macchina indecifrabile e una Ferrari in regresso rispetto al 2015, da quinto/sesto posto che ha abbandonato il sogno di agguantare il titolo di vice-campione tra i costruttori in favore della Red Bull, si è reso protagonista di una gara solida. Non mi sono piaciuti le sue esternazioni nei team-radio

Nico Hulkenberg – 8 bella gara che sottolinea quanto sia forte la Force India, nonostante i problemi. Ha quasi consacrato il quarto posto nel mondiale ai danni di un colosso chiamato Williams

Nico Rosberg – 8 qualcuno dice che si sia accontentato, io direi che ha gestito al meglio la corsa ottimizzando il risultato. In Brasile potrebbe tentare il colpaccio, visto che la pista gli si addice molto. Fa bene a conservare la vettura

Piloti Williams – 7 gara discreta per Bottas. Bello vedere quanta voglia abbia ancora Massa di lottare, nonostante manchino solamente due gp alla fine della sua carriera in F1 e una macchina non al top.

Daniel Ricciardo – 7 ha fatto vedere delle belle cose in gara, anche se il pit-stop iniziale non ha portato a grandi risultati

Kimi Raikkonen – 6,5 diversamente da altre domeniche è stato autore di una gara anonima

Max Verstappen – 5 non può continuare a correre contro tutti e andrebbe redarguito. Purtroppo il team continua a difenderlo, non aiutandolo a crescere. Sta sbagliando strategia. Salvo gli olandesi, i suoi tifosi si stanno allontanando

Commissari sportivi – 5 è da un pezzo che non condivido il loro operato. Anche Ecclestone dovrebbe fare un’autocritica.

Focus MessicoGP – Minardi “Usati due pesi due misure. Colpa anche delle vie di fuga”

Il fantastico pubblico che ha colorato l’intero fine settimana del Gran Premio del Messico non merita uno spettacolo come quello di domenica. Nel giro di poche ore sono cambiati tre piloti per il terzo gradino del podio. Da Verstappen siamo passati a Vettel, per chiudere la serata, dopo alcune ore e a festeggiamenti conclusi, con Ricciardo terzo e il ferrarista al quinto posto (penalizzato di 10”)

Quanto vissuto è l’ennesima dimostrazione che i regolamenti non sono chiari e che si continuano ad usare pesi diversi.

La colpa però è soprattutto di queste vie di fuga moderne, asfaltate e con l’erba, che danno un eccesso di sicurezza ai piloti. Il primo esempio lo abbiamo visto a pochi metri dal via della corsa.

Lewis Hamilton, arrivato lungo alla frenata, ha tagliato la curva, consapevole di trovare una via “pulita”. In presenza della classica ghiaia, quasi sicuramente si sarebbe insabbiato. Certamente non sarebbe rientrato in pista con un vantaggio così importante sul gruppo. Forse non avrebbe neanche tentato l’attraversamento

Stesso discorso vale per Max Verstappen. Al via si è appoggiato a Rosberg – per fortuna senza danni per entrambi – Successivamente, non trovando nessuno da speronare, è andato dritto (senza perdere tempo), così come Daniel Ricciardo. Stando ai nuovi regolamenti – modificati a cinque gare dalla fine (e già questa è un’altra assurdità) – Sebastian Vettel non avrebbe potuto cambiare direzione una volta superato il punto di frenato, ma al tempo stesso il pilota della Red Bull – senza la presenza del ferrarista – sarebbe andato dritto alla curva. E’ arrivato a ruote fumanti. Da parte sua, Vettel aveva lasciato lo spazio a Ricciardo, come richiesto da regolamento.

Ancora una volta sono stati usati dei metri diversi poiché non vedo così tante differenze tra gli episodi di Hamilton, Verstappen, Vettel. Mi viene da pensare che si voglia arrivare a tutti i costi all’ultima gara con ancora il titolo da assegnare, come possono aver pesato i team-radio di Vettel sulla decisione finale.

Non condivido assolutamente il comportamento di Vettel, poiché durante il fine settimana ha gridato (insultato) contro  colleghi e commissari. Sono convinto che la radio vada usata solamente per gestire al meglio la macchina e la corsa. Tutte le altre esternazioni sarebbero da reprimenda.

Sono rammaricato dal comportamento di Horner, che difende a spada tratta il suo giovane pilota. E’ compito del Team Principal insegnare e tenere calmo i suoi piloti, specialmente quando si ha un ragazzino di 19 anni.

La Formula 1 deve decidersi a cambiare rotta. Gli ascolti sono in caduta libera così come la credibilità di questo sport…

F1 | Gp Messico – IL PUNTO “Penalità ridicola a Vettel. Hamilton graziato”

Un Gran Premio del Messico dove il pubblico esce vincente nei confronti di una Formula 1 che spesso ci regala gare piatte. Nei paesi in cui il Circus fa il suo ritorno dopo diversi anni, ritrova un pubblico appassionato che crede in questo sport, dimostrando quanto sia ancora importante questo spettacolo.

Dopo aver vissuto 68 giri senza grandi emozioni, tra il 69esimo e 71esimo passaggio la corsa si infiamma con un duello a tre, tra Verstappen-Vettel-Ricciardo. L’olandese, per difendersi dall’attacco decisivo del ferrarista, taglia la curva e l’ingegnere lo intima a restituire la posizione al tedesco. Il pilota Red Bull prosegue la sua corsa con “Seb” che si dimostra aggressivo anche nei team-radio, venendo attaccato da Ricciardo. I due piloti arrivano ad un leggero contatto – senza conseguenza per entrambi – conservando le rispettive posizioni. Risultato: Verstappen penalizzato di 5″ e Vettel sul podio.

Corretta la penalizzazione di Verstappen, troppo spesso graziato e favorito dai commissari. Torna così sul podio la Ferrari con un risultato insperato dopo le qualifiche. I team-radio del ferrarista dimostrano tutto il nervosismo che si respira all’interno della scuderia che continua a soffrire la concorrenza. Vettel però è stato molto bravo mettendo in pista tutta la sua grinta, regalando a lui e al team il podio. La doccia fredda arriva poche ore dopo: 10” di penalità a Vettel e podio per Ricciardo. Decisione che trovo assurda. E’ stato un semplice contatto di gara. Torniamo al discorso  affrontato già parecchie volte: se penalizziamo questi episodi portiamo la F1 verso il baratro.

Di contro, invece, per i commissari tutto regolare il taglio di chicane, al via, di Lewis Hamilton. Ancora una volta i commissari hanno avuto un occhio di riguardo per il tre volte campione del mondo che vince senza difficoltà il gran premio del Messico. Col secondo posto Rosberg fa un ulteriore passo verso il mondiale, titolo che solo lui può perdere. Il tedesco della Mercedes sa che non può commettere il minimo errore quando mancano solamente due gare alla fine

Devo fare i complimenti alla Force India e a Nico Hulkengerg. Il quarto posto nel mondiale costruttori sta diventando una realtà. Risultato eccellente sia dal punto di vista sportivo che finanziario.

Nelle prossime ore torneremo ad affrontare in modo puntuale le penalizzazione.

Save the Date | L’Historic Minardi Day raddoppia

Dopo il successo dello scorso 25 giugno che ha richiamato oltre settemila appassionati all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, sono già iniziati i lavori attorno alla seconda edizione dell’Historic Minardi Day.

Si rinnova l’appuntamento con la storia del Minardi Team e del motor-sport tra i cordoli del tracciato del Santerno che ha regalato un viaggio lungo trent’anni, facendo riassaporare i sapori e i suoni dei V8, V10 e V12 degli anni ’80, ’90 e 2000, a dieci anni dall’ultimo Gran Premio di Formula 1.

Oltre cinquanta monoposto di Formula 1, insieme a vetture di Gran Turismo, Formula 2, Formula 3 e F.3000 hanno animato la prima edizione, insieme al Team Principale Gian Carlo Minardi e ai piloti e ingegneri che hanno fatto parte della scuderia faentina. Miguel Angel Guerra, primo pilota che ha corso sotto i colori del Minardi Team in Formula 2, gli italiani Paolo Barilla, Giancarlo Fisichella, Giovanni Lavaggi, Pier Luigi Martini, Gianni Morbidelli, Jarno Trulli, Matteo Bobbi e Thomas Biagi, il brasiliano Tarso Marques e gli spagnoli Adrian Campos e Sala Luis Perez, insieme agli ingegneri Gabriele Tredozi e Aldo Costa hanno firmato autografi, scattato foto e risposto alle domande dei tifosi, oltre a portare in pista le Minardi F1 dei collezionisti. Successo anche per la mostra “Da Minardi a Toro Rosso”, con 39 vetture schierate per una “passeggiata” nel mondo del Motorsport “made in Faenza”: si partiva dalle prime vetture di Formula 2 costruite da Gian Carlo Minardi per arrivare alla M185, la prima Minardi F1 che debuttò il 5 aprile del 1985 in Brasile, fino alla Minardi PS05 per concludere con tutta la gamma della Scuderia Toro Rosso, fino alla STR 10.

La prima novità per il 2017 sarà il raddoppio delle giornate. I propulsori dell’Historic Minardi Day si accenderanno sabato 6 maggio spegnendosi solamente domenica sera 7 maggio

“Dopo i consensi ottenuti a giugno, abbiamo decido di crescere, portando a due le giornate dedicate all’Historic Minardi Day, anticipando l’evento al mese di maggio. Ancora una volta, al centro, saranno poste le vetture sportive che hanno scritto pagine importante di questo sport, con tante Formula 1, ma non solo – commenta Gian Carlo Minardi – La formula resta la medesima. Paddock e box saranno aperti ai tifosi, che potranno toccare con mano le macchine pronte a scendere in pista e incontrare i loro beniamini. L’anno scorso abbiamo avuto un grandissimo afflusso di giovane e questo mi ha fatto veramente piacere, un trend decisamente controcorrente a quanto sta accadendo nel mondiale di F1. Un segnale importante”

Nelle prossime settimane saranno annunciate le altre novità riguardanti la seconda edizione dell’Historic Minardi Day. Iniziamo se segnare in calendario l’evento: 6 e 7 maggio 2017, Autodromo Imola – Seconda Edizione Historic Minardi Day

F1 | E’ di Morbidelli il miglior risultato in Messico

E’ con Gianni Morbidelli che Minardi Team ha colto il miglior risultato all’Autodromo Hermanos Rodriguez. Era il 16 giugno 1991 e il Circus faceva capolinea a Città del Messico per il sesto appuntamento del Mondiale

Quell’anno la scuderia fondata da Gian Carlo Minardi schierava Pierluigi Martini, alla sua quinta stagione col team faentino, e il 23enne Gianni Morbidelli al volante della Minardi M191 motorizzata Ferrari. Per la prima volta nella sua storia la Scuderia del Cavallino Rampante forniva il suo propulsore ad un altro team.

Su un parco macchine composto da trentaquattro monoposto, ventisei presero parte al gran premio, superando le pre-qualifiche e le qualificazioni.

La Minardi, alla sua settima stagione nel mondiale, piazza “Piero” Martini in quindicesima posizione e Gianni Morbidelli in ventitreesima, rispettivamente a 2.5 sec e 3.6sec dalla pole di Riccardo Patrese su Williams.

Se la gara di Martini dura solamente quattro tornare – autore di un testacoda – Gianni Morbidelli si rende protagonista di una rimonta importante, chiudendo al settimo posto e sfiorando la zona punti (in quegli anni la F1 attribuiva i punti solamente ai primi sei classificati), a un giro da Riccardo Patrese (Williams-Renault), Nigel Mansell (Williams-Renault) e Ayrton Senna (McLaren-Honda). Col  ritiro dei ferraristi Alesi e Prost, Maranello taglia il traguardo della corsa grazie alla Minardi.

Con il sistema di punteggio attuale, la Minardi avrebbe centrato la zona punti già in occasione del Gran Premio del Messico 1986 – alla sua seconda stagione in Formula 1 – grazie all’ottavo posto firmato da Andrea De Cesaris (partendo dalla 22esima posizione in griglia) al volante della Minardi M186 motorizzata Motori Moderni. Erano gli anni dei motori turbo e il Minardi Team lottava contro i colossi del calibro di BMW, Renault, Honda, Ferrari, Alfa Romeo con un propulsore privato.  In quattordicesima posizione concludeva invece Alessandro Nannini.

Nel 1988 lo spagnolo Luis Perez-Sala, in coppia  col connazionale Adrián Campos, portava la M188 motorizzata Ford in undicesima posizione.

F1 | Il Circus arriva in Messico, mentre Sepang pensa di lasciare

A sette giorni dall’ennesima doppietta targata Mercedes nel Gp USA, il Circus della F1 fa il suo ritorno all’Autódromo Hermanos Rodríguez, per la sua seconda edizione dopo il restyling e il rientro nel mondiale.

Si arriva in un paese molto vicino al motorsport, che dodici mesi fa ha accolto in grande stile il ritorno del campionato riempiendo gli spalti. Speriamo che questo trend possa continuare a lungo poiché, purtroppo, in giro si sentono suonare campane a morto. L’ultimo campanello d’allarme arriva dalla Malesia, Sepang Circuit, i cui organizzatori stanno pensando di non rinnovare l’accordo.

E’ un segnale poco rassicurante poiché parliamo di un evento supportato dallo Stato e non dal pubblico pagante. Al momento non vedono nel ritorno dell’audience televisivo e mediatico un buon investimento per lo sviluppo del paese.

Essendo posizionato a 2300 metri di altitudine, i team dovranno lavorare sul bilanciamento della vettura poiché l’aria rarefatta influenza negativamente l’aerodinamica e sul setup della centralina e sulla carburazione. Inoltre è caratterizzato da un lungo rettilineo iniziare e da una parte mista che sollecita anche la meccanica con oltre 5500 cambiate nell’arco del gran premio. L’anno scorso Nico Rosberg aveva dato inizio ad una striscia di vittorie, nonostante il titolo già assegnato ad Hamilton, proseguito anche in questa stagione. Ventisei lunghezze separano Hamilton dal tedesco quando mancano solamente tre appuntamenti alla fine. Per laurearsi campione a Rosberg bastano, si fa per dire, altrettanti secondi posti. Sarà una bella lotta tra i due portacolori di casa Mercedes, che vuole provare a battere tutti i record.

Nonostante i proclami, non credo che la Ferrari possa recuperare i cinquantatré punti che la separano dalla Red Bull, nella ricorsa al secondo posto nel mondiale costruttori, così come Daniel Ricciardo potrà iniziare a festeggiare il suo terzo posto tra i piloti.

Come successo ad Austin, gli pneumatici e le strategie avranno un ruolo importante. La Pirelli porterà per la prima volta le SuperSoft, insieme alle Soft e Medium. Ancora una volta la Ferrari ha deciso di puntare sulle mescole più soffici, portando sei set di SuperSoft come la Red Bull, una in più rispetto alla Mercedes. Cinque set di Soft per Raikkonen contro i quattro di Vettel che avrà un set in più di medium rispetto al compagno (2 medium). Nico Rosberg predilige le mescole a banda bianca (medium) con quattro set, contro le tre di Hamilton. C’è da dire che la Mercedes ha dimostrato di sapersi adattare molto bene a qualsiasi soluzione. Strategia uguale per Ricciardo e Verstappen con tre medium, quattro soft e sei supersoft.

Non ci resta che guardare la gara che scatterà alle ore 20.00 (ora italiana)

F1 | Gp USA – Pagelle

Lewis Hamilton – 10 qualifica e gara perfetta. Ha gestito con serenità e tranquillità l’intero fine settimana, nonostante una tensione da mondiale. I Gran premi diminuiscono inesorabilmente e siamo arrivati a quota meno tre gare. Arrivava da settimane difficili ma ha reagito da campione

Nico Rosberg – 9 nonostante una partenza non perfetta, ha gestito bene le emozioni portando a casa il risultato perfetto per lui. Con tutti secondo posto, il mondiale sarà suo

Daniel Ricciardo – 9 molto bravo in qualifica, mettendo la sua macchina davanti a quella del compagno, e in partenza inserendo la Red Bull tra le due Mercedes.

Fernando Alonso – 8 fantastica la sua gara. E’ riuscito a gestire molto bene la sua McLaren segnando anche una serie di giri veloci migliorando costantemente le sue prestazioni. Importanti i sorpassi su Massa e Sainz che gli sono valsi la quinta posizione finale

Carlos Sainz – 8 in qualifica ha compiuto un capolavoro conquistando la Q3. Sesto posto importante in gara considerando un motore Ferrari targato 2015.

Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen – 7 difficile dargli un voto basso poiché le loro prestazioni sono proporzionali alla qualità della vettura. Stanno dando il massimo mettendo entusiasmo e determinazione. Sono consapevoli del momento difficile della Ferrari.

Felipe Massa e Sergio Perez – 7 hanno saputo lottare con caparbietà conquistando punti importanti. Arriveranno all’ultima gara a giocarsi il quarto posto tra i costruttori

Romain Grosjean – 7 proprio sul circuito di casa, ha riconquistato la zona punti

F1 | Gp USA – Il PUNTO di Gian Carlo Minardi

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Un Gran Premio che ha stravolto le previsioni della vigilia coi ritiri in casa Red Bull e Ferrari. C0m’era prevedibile Lewis Hamilton sta giocando tutte le sue corte per provare a ribaltare una situazione che lo vede inseguire il suo compagno, conquistando la sua cinquantesima vittoria proprio davanti a Nico Rosberg che col 54esimo podio raggiunge Niki Lauda.

Una Ferrari che, indipendentemente dai giri veloci arrivati grazie alla scelta delle gomme, si conferma terza forza del mondiale dietro a Mercedes e Red Bull. Sfruttando il problema tecnico capitato a Verstappen, avrebbe potuto rosicchiare qualche punto alla Red Bull, vanificato dall’errore al pist-stop di Kimi Raikkonen. Al limite del regolamento l’azione del finlandese, che è rientrato in corsia box in retromarcia.

Bella la gara di Fernando Alonso che chiuda al quinto posto, davanti ai diretti avversari della Toro Rosso. Ha guidato con grinta, segnando diversi giri veloci in successione. Nonostante le difficoltà in rettilineo ha portato a casa un risultato prezioso per la McLaren-Honda.

Un Gran Premio stravolto nelle strategie. Le gomme non hanno risposto come ci si aspettava e i team hanno cambiato i programmi in corsa. In casa Ferrari hanno usato anche le mescole Medium.

Ci aspettano ancora tre gare e potremo arrivare all’ultimo appuntamento con ancora il titolo da assegnare in casa Mercedes.  Abbiamo visto in azione la virtual safety-car, ma continuo a trovare discutibile questo sistema di sicurezza. Diversi piloti ne hanno tratto beneficio, tra cui anche Rosberg. Avrei visto meglio la classica vettura di sicurezza. Con questo vi auguro una buona notte e vi do appuntamento in Messico