F1 | Gp Singapore, IL PUNTO di Gian Carlo Minardi “In pochi metri Vettel ha vanificato una grande pole”

Un gran premio – il primo corso sotto la pioggia a Singapore – che si è concluso dopo pochi metri dal via, con l’uscita di scena di tre – Vettel, Verstappan, Raikkonen – dei cinque protagonisti di questo mondiale.

Una giornata estremamente negativa per la Mercedes e per Lewis Hamilton si è trasformata in un quasi trionfo, poiché è mancata solamente la doppietta, grazie al cannibale Daniel Ricciardo, sempre abilissimo a sfruttare ogni occasione che gli si presenta. La Red Bull è una macchina che si dimostra a suo agio in questi tracciati tortuosi.

Uno zero gravissimo sia per Sebastian Vettel che per la Ferrari in ottica campionato, anche se mancano ancora sei gare alla fine. La carambola è stata innescata dal tedesco che ha commesso un errore che potrebbe essergli fatale, trascinando un incolpevole Max Verstappen e Kimi Raikkonen, protagonista a sua volta di una straordinaria partenza.

In pochi metri è stato vanificato il lavoro di un fantastico weekend sia da parte degli uomini di Maranello che dallo stesso Vettel, autore di un giro incredibile in qualifica. Come ho già avuto modo di sottolineare più volte è un mondiale condizionato dagli errori. Chi saprà commetterne di meno probabilmente si laureerà campione.

Dal canto suo Lewis Hamilton è stato abile a gestire la corsa senza prendere inutili rischi, portandosi a casa una vittoria che vale oro.

Molto bravo anche Carlos Sainz, quarto con la Toro Rosso e primo tra le scuderie di seconda fascia. E’ stato autore di una gara gestita con le unghie e coi denti conquistando punti importanti per la Toro Rosso nella lotta con la Williams per il quinto e sesto posto. Una Williams che, a sua volta, si è difesa col giovane Lance Stroll.

Restiamo in attesa di vedere cosa decideranno i commissari dopo aver sentito i tre protagonisti della carambola iniziale.

Gian Carlo Minardi

F1 | Gian Carlo Minardi “Movimenti importanti per tutta la F1”

Tutto secondo copione. Da qualche settimana  era il segreto di Pulcinella e a Singapore sono arrivati a cascata i comunicati ufficiali che hanno completato il mosaico, inaugurando un 2018 ricco di novità sul campo tecnico.

Dopo tre stagioni alquanto disastrose, si interrompe il matrimonio tra McLaren e Honda (oltre 200 le penalità pagate in griglia) col team inglese pronto ad abbracciare per le prossime tre stagioni (a partire dal 2018) i propulsori Renault lasciati liberi dalla Toro Rosso. A sua volta, il colosso giapponese, pur di non abbandonare il Circus, aveva riattivato nelle ultime settimane i contatti con la scuderia di Faenza, annunciando oggi un triennale.

“Per la Formula 1 sono stati movimenti positivi. Da una parte l’arrivo della Renault a Woking potrebbe portare la McLaren nelle zone alte della classifica, puntando a diventare la terzo-quarta forza del Mondiale già a partire dal 2018”

“Nonostante le difficoltà evidenti di Honda, l’accordo triennale con Toro Rosso è molto importante poiché porta all’interno della scuderia una garanzia notevole. Un team di seconda fascia potrà contare sull’appoggio, tecnico ed economico, di una casa ufficiale.

Nelle ultime stagioni la Toro Rosso ha cambiato numerosi fornitori, creando rallentamenti nella progettazione e sviluppo della monoposto. Ho vissuto in prima persona questa situazione. Trovarsi nel mese di settembre, o peggio ancora a novembre, senza un accordo è destabilizzante per il team. Auguro ai giapponesi di trovare finalmente la retta via” analizza Gian Carlo Minardi, interpellato dai microfoni di www.minardi.it a seguito dei comunicati ufficiali diramati da Singapore

Novità anche sul fronte piloti. Dopo tre stagioni lo spagnolo Carlos Sainz Jr saluterà la Romagna, per trasferirsi ad Enstone al fianco di Nico Hulkenberg prendendo il sedile di Jolyon Palmer. Nonostante le indiscrezioni parlassero di un avvicendamento a partire già da questa stagione (da Sepang), lo spagnolo concluderà la stagione coi colori della Scuderia Toro Rosso, prima di trasferirsi nei box della Renault restando comunque sotto contratto con la Red Bull, formando sicuramente una coppia molto interessante col tedesco.

“La Renault deve venire fuori da queste sabbie mobili. Una casa ufficiale non può trovarsi a lottare per il settimo/ottavo posto. Lavorare sulla coppia piloti è un primo passo. Sicuramente ci saranno altri movimenti. Oggi sono stati messi importanti tasselli sul 2018.

Da sottolineare l’ottimo lavoro svolto a Singapore da Giovinazzi coi colori della Haas, fermando il cronometro a pochi decimi da Grosjean, svolgendo prove di durata finalizzate al gran premio” conclude il manager faentino

F1 | Gp Singapore, Minardi “Gara tattica. Qualifica importante ma non determinante”

La Formula 1 arriva questo fine settimana a Singapore, teatro del primo gran premio della storia del Circus in notturna che quest’anno festeggia la decima edizione. Il Marina Bay Street Circuit è uno di quei circuiti che non ha ancora la certezza di avere un suo seguito nel calendario. Perdere questo appuntamento vorrebbe dire perdere un pezzo del made in Italy poiché l’intero impianto di illuminazione è firmato da un’azienda romagnola.

E’ una pista molto impegnativa (5065 metri) per macchine, motore, piloti e gomme. Anche se si corre di notte, il tasso di umidità è molto alto e le 23 curve sollecitano particolarmente la gomma posteriore sinistra e la Pirelli ha scelto le mescole più morbide con Soft-SuperSoft e Ultra-Soft. Tradizionalmente si arriva alla soglia delle due ore di gara, causa anche la presenza della safety-car che proprio per il particolare layout della pista è una presenza costante in tutte le edizioni.

Le curve lente e i numerosi cambi di direzione potrebbero favorire la Ferrari che è chiamata a reagire dopo i distacchi accusati a Monza. Singapore potrebbe rappresentare un vero e proprio spartiacque per lo sviluppo del campionato. Qualora la Ferrari dovesse stare davanti alle Mercedes, si potrebbe sperare in un finale di stagione avvincente.  Un eventuale nuovo successo degli uomini di Toto Wolff potrebbe far cadere il sipario.  Sebastian Vettel è il pilota che ha conquistato il maggior numero di successi al Marina Bay (quattro) contro le due vittorie rispettivamente di Lewis Hamilton e Fernando Alonso. L’anno scorso fu invece Nico Rosberg a firmare l’albo d’oro.

Sarà una gara molto tattica dove la qualifica ti da una grande mano, anche se la pole position non è garanzia di vittoria poiché ogni minimo errore viene pagato pesantemente vista la vicinanza dei muri.

Sarà un weekend molto impegnativo anche nelle retrovie. La risoluzione del contratto tra McLaren e Honda è un dato di fatto, con l’arrivo della Renault a Woking e il trasloco del colosso giapponese verso Faenza (Toro Rosso) anche se mancano le comunicazioni ufficiali. Movimenti importanti anche sul fronte piloti con Carlos Sainz pronto a salutare Faenza per trasferirsi ad Enstone al fianco di Nico Hulkenberg. In Toro Rosso dovrebbe venire promosso Gasly. Insieme ai propulsori giapponesi potrebbe arrivare Matsushita, lasciando a piedi il russo Kvyat.

Si sta parlando anche del futuro della serie e di come strutturare i weekend. Mi fa piacere leggere che Ross Brawn sia aperto ai venerdì mattina dedicati ai piloti provenienti dalla F2. E’ da anni che sostengo l’importanza di questa iniziativa volta a valorizzare i giovani.

C’è tanta carne al fuoco e a Sepang (Malesia) potremo vedere già qualche movimento. Facciamo un passo alla volta. Ora tocca a Singapore.

Gian Carlo Minardi

F1 | Intervista a Gian Carlo Minardi “Liberty Media ha apprezzato il lavoro fatto per il GP”

Il weekend di Monza ha consacrato la Mercedes che con Lewis Hamilton si è portato al comando anche della classifica pilota, ai danni di Sebastian Vettel che non è riuscito ad andare oltre il terzo posto, accusando però un distacco di trentasei secondi dal vincitore. Tra i protagonisti nel paddock di Monza anche Gian Carlo Minardi che a fine settimana ci ha rilasciato un’intervista esclusiva

Gian Carlo, dopo Monza le probabilità iridate della Ferrari sono evaporate?

La Mercedes arriva da due weekend perfetti, supportata da un vantaggio tecnico importante. A Monza non mi aspettavo un distacco così importante ai danni della Ferrari che può controbattere la concorrenza solamente con la serenità e la voglia da parte di tutto il team di ritrovare quei decimi per provare ad impensierire Hamilton e Bottas. C’è bisogno anche di un Kimi Raikkonen che non guidi a corrente alternata. In qualifica, sotto il diluvio, è riuscito a stare davanti a Vettel, per poi perdersi in gara. Il sorpasso subito da Daniel Ricciardo è stato disarmante. Non ha neanche provato a difendersi. Certamente la bilancia si è spostata molto verso la Mercedes, ma nulla è perduto. Ci sono ancora molte gare davanti a partire da Singapore. A Maranello però dovranno guardarsi le spalle anche dalla Red Bull.

La giornata di sabato del Gran Premio d’Italia è stata l’occasione anche per parlare dell’attuale congelamento dei setup

Quanto abbiamo assistito sabato, durante il turno di qualifiche, è qualcosa che non dovrebbe mai succedere. Quell’episodio è figlio di un regolamento a dir poco inutile poiché non regala un maggiore spettacolo – anzi esattamente l’opposto come abbiamo visto con un ritardo di oltre 2 ore – e non porta ad un risparmio economico ai team (tema sempre attuale in F1). Come esistono le gomme rain, deve esserci la possibilità di modificare gli assetti in funzione delle condizioni climatiche. A Monza la situazione è stata esasperata poichè la gara sarebbe stata assolutamente asciutta. Devo fare un plauso al pubblico che pazientemente ha aspettato il corretto svolgimento.

Altro tema caldo sono le penalizzazioni per la sostituzione  dei componenti legati alla power-unit

Altra regola assolutamente da eliminare o modificare. Leggere che un pilota è stato penalizzato di 35 posizioni (quando va bene) con una griglia formata appena da venti macchine mi fa sorridere. E’ ridico che sia il pilota a pagare per un errore tecnico. Già sarà incavolato per non aver potuto finire la qualifica, in aggiunta si vede costretto a partire praticamente dal fondo. Se proprio si vuole mantenere questa regola dovrebbe essere il team a pagare, con la decurtazione di punti nelal classifica costruttori o con una multa economica. Il sistema va rivisto assolutamente poiché si falsano le forze in campo e i risultati. A Monza, senza la penalità delle Red Bull avremo potuto avere una classifica ben diversa e altri colori sul podio. Aggiungo una cosa: la Mercedes, col la supremazia tecnica che si ritrova, può permettersi di cambiare la power-unit, partire dal fondo e arrivare comunque a podio. Non mi sembra una cosa molto sportiva

Abbiamo visto un bellissimo abbraccio con Fernando Alonso

Ci siamo visti sabato, alla fine delle prove libere quando aveva segnato il settimo tempo. Abbiamo scherzato su come avesse fatto ad ottenere quel tempo. L’ho visto molto sereno nonostante le traversie che sta attraversando. Mi fa sempre piacere incontrarlo, anche se purtroppo non abbiamo potuto soffermarci troppo visti i suoi numerosi impegni.

Hai incontrato la nuova proprietà?

Ho avuto il piacere di incontrare e conoscere Chase Carey, personaggio molto espansivo che ha apprezzato il lavoro fatto dall’Automobil Club in occasione della parata. C’è molto da migliorare, ma è stata una bella esperienza, così come bisogna aggiornare alcune strutture del circuito di Monza. Ho toccato con mano le novità introdotte da Liberty Media, come la nuova passerella all’ingresso dell’autodromo che permette ai tifosi di incontrare da vicini i piloti. A riguardo della parata, sarebbe opportuno che i team obbligassero tutti i piloti a partecipare.

A Monza c’era anche una parte del Minardi Team con la F1 Experience

E’ stato un weekend ricco di emozioni. Ho rivisto con piacere diversi amici come il Presidente della Federazione Jean Todt, Jean Alesi e Ermete Amadesi il papà dei Leoni della CEA che a Monza hanno festeggiato i 50 anni, insieme a molti altri con cui abbiamo parlato di F1. Inoltre è stata l’occasione per fare una piccola rimpatriata con Paul Stoddart, Patrick Friesacher e Zsolt Baumgartner – che guidano le vetture biposto portando gli ospiti – e l’ingegner Gabriele Tredozi.

F1 | McLaren – Renault. L’annuncio in settimana

E’ proprio il caso di dire che la pioggia ha smosso le acque. Nella giornata di sabato, condizionata dalla pioggia battente che ha posticipato lo svolgimento delle qualifiche valide per il Gran Premio d’Italia di oltre due ore, Zack Brown avrebbe stretto un accordo con Cyril Abiteboul per la fornitura delle power-unit Renault già a partire dal 2018.

Si chiuderebbe così la collaborazione col colosso Honda dopo tre anni di grandi sofferenze, caratterizzati da numerosi ritiri e problemi, non ultimi quelli che hanno contraddistinti i gran premi di Spa-Francorchamps e Monza.

L’annuncio della fornitura e della nuova partnership potrebbe arrivare già in settimana, nella giornata di giovedì.

La Honda, per cercare di restare nel Circus, potrebbe avvicinarsi nuovamente a Toro Rosso. Già nei mesi scorsi si erano segnalati diversi incontri tra le due parti dopo la rinuncia da parte della Sauber (che proseguirà con la fornitura di Maranello). In queste ore Yusuke Hasegawa, capo Motorsport Honda, sarebbe in volo verso il Giappone per definire il nuovo programma.

Gian Carlo Minardi

F1 | Gp Italia, Minardi suona la carica “Strada in salita per la Ferrari, ma si può recuperare”


Che il circuito di Monza fosse terreno fertile per la Mercedes non lo abbiamo certamente scoperto domenica, ma quello che ha stupito è il distacco inflitto agli avversari, Ferrari in primis. Se Lewis Hamilton e Valtteri Bottas hanno potuto guidare in “serenità”, senza correre alcun rischio e utilizzare tutta la potenza del motore (il finlandese ha solamente dovuto scarpinare i primi giri per prendersi il suo secondo posto ai danni di Ocon e Stroll che lo avevano sopravanzato nel nubifragio di sabato) la Ferrari con Sebastian Vettel è stata costretta ad aggredire ogni centimetro della pista coprendo le 53 tornate con un ritmo da qualifica, pagando ugualmente costantemente un distacco di 7-8 decimi al giro.

I trentasei secondi di distacco accusati da Vettel nei confronti di Hamilton (che salgono a 60” ai danni di Kimi Raikkonen) sono preoccupanti e pericolosi per il proseguo del mondiale. Dopo la bella prova di SPA, ci si aspettava una difesa maggiore da parte del team di Maranello, che invece si è dovuta guardare le spalle anche da un’arrembante Red Bull-Renault guidata da uno scatenato Daniel Ricciardo (partito dalla 17esima posizione per colpa di queste assurde penalizzazioni – 25 nel suo caso -), protagonista – tra l’altro – di un sorpasso eccezionale ai danni di Raikkonen alla prima variante.

Col senno del poi, a Maranello devono ringraziare anche l’irruenza di Max Verstappen che ancora una volta si è rivolta contro l’olandese. Protagonista di una partenza straordinaria (partendo 14esimo grazie alle 20 posizioni di penalità) senza la foratura avrebbe potuto lottare per tranquillamente per il podio.

Il risultato del Gran Premio d’Italia cambia quelle che potevano essere le previsioni da qui alla fine della stagione poiché la Mercedes ha messa a segno una stoccata notevole, dimostrando di esser migliorata anche nei tratti più lenti. Il punto forte è nascosto nella power unit. Nei primi giri riescono costantemente a prendere quel vantaggio che gli permette di gestire la corsa, tenendo gli avversari fuori dalla zona-DRS.

Tra quindici giorni ci sarà un altro appuntamento fondamentale, Singapore, e pertanto bisogna mettersi subito al lavoro senza cadere nel caos delle responsabilità. La Ferrari deve ritrovare la competitività per provare a stressare la Mercedes, con un occhio alla Red Bull. Anche se in salita, la strada è ancora lunga e non è il momento per mollare, anche se per la prima volta la Mercedes è davanti in entrambe le classifiche.

Come ho già avuto modo di scrivere, un plauso bisogna farlo a tutti gli appassionati che hanno scaldato le tribune di Monza (specialmente nella fredda giornata di sabato), ma bisogna essere più sportivi. Non si può fischiare un campione del calibro di Hamilton.

Gian Carlo Minardi

F1 | Gp Italia, IL PUNTO di Minardi “Dopo il Belgio mi aspettavo distacchi minori. Cornice di pubblico fantastica”

La Mercedes ha stra-dominato il Gran Premio d’Italia, ma il vincitore numero uno sono stati i tifosi e gli appassionati accorsi in massa in tutte e tre le giornate riempiendo l’autodromo. In particolare la giornata di sabato è stata veramente lunga e fredda e la direzione di gara non è stata impeccabile nelle comunicazioni. Per fortuna si è conclusa per il meglio con lo svolgimento delle qualifiche. Il pubblico ha dimostrato il proprio affetto verso la F1, il Gran Premio d’Italia a Monza e verso una Ferrari che deve ancora crescere.

Fin dalle prove libere del venerdì si era intuito che la Mercedes avrebbe fatto sul serio e i distacchi inflitti oggi ai diretti avversari la dice lunga su quello che è lo strapotere a disposizione di Lewis Hamilton e Valtteri Bottas.

Dopo il risultato di Spa-Francorchamps francamente mi aspettavo un divario meno accentuato. I trentasei secondi dal vincitore accusati da Vettel sono una nota dolente per il proseguo del mondiale. Certamente non è tutto finito, anzi ci sono ancora molte gare da qui alla fine, ma questa doppietta può far gioire doppiamente la Mercedes in virtù di quei appuntamento a loro meno favorevoli.

Quello che preoccupa è la rinascita della Red Bull supportata da un Daniel Ricciardo fortemente propositivo che ha marchiato il giro più veloce della corsa. L’irruenza di Verstappen ha giocato contro all’olandese che, dopo l’ottimo start, avrebbe potuto giocarsi il podio.

Ennesima delusione in casa McLaren (anche se non c’erano molte speranze viste le caratteristiche di Monza), mentre la Williams è riuscita a marchiare punti importanti in ottica mondiale per provare ad agguantare il quinto posto (a discapito della Toro Rosso) grazie ad una bella gara del giovanissimo Stroll che ha chiuso davanti a Massa.

Non ci resta che aspettare Singapore. Nei prossimi giorni vi racconterò le emozioni e le impressioni che ho raccolto direttamente a Monza

Gian Carlo Minardi

F1 | Gp Italia, Minardi “Ferrari dovrà lottare contro l’overboost Mercedes”

La Formula 1 è pronta a sbarcare questo fine settimana nel Tempio della Velocità di Monza per il Gran Premio d’Italia (giunto quest’anno all’88esima edizione) per regalarci un’altra avvincente sfida tra Ferrari e Mercedes. Dopo il positivo risultato dello scorso weekend c’è grande attesa verso Vettel e Raikkonen, ma gli uomini di Toto Wolff partono certamente favoriti potendo contare anche sul loro overboost che gli permette di prendere quel vantaggio da tenere gli inseguitori fuori dalla zona DRS come si è visto a Spa-Francorchamps sia al pronti-via che alla ripartenza dopo l’uscita della safety-car.

La Ferrari giocherà il tutto per tutto per provare a lasciare il circuito di casa ancora in vetta al mondiale con Sebastian Vettel provando a rosicchiare qualche punto nel Costruttori, ma la differenza la potrebbe fare anche il meteo poiché le previsioni parlano di pioggia abbondante sia venerdì che sabato, con solamente la gara asciutta. Sarà una lotta tecnico-tattica che premierà chi sbaglierà di meno.

Power Unit messe a dura prova
Si arriva su un circuito che mette a dura prova la resistenza delle power-unit poiché per oltre il 70% della pista il motore viene spinto al massimo. Si raggiungeranno velocità incredibile e ancora una volta tutti i record, sia in qualifica che in gara, verranno battuti. Dopo le 65 posizioni di penality (su 20 macchine) inflitte a Stoffel Vandoorne in Belgio assisteremo ad una nuovo capitolo? Non capisco perché si debba continuare con questa farsa, ma soprattutto perché debba essere il pilota a pagare per un errore del team o del motorista.

Red Bull in difesa
Dopo il podio conquistato nelle Ardenne da Daniel Ricciardo, la Red Bull sarà chiamata ad un weekend in difesa (per non parlare della McLaren-Honda) poiché Monza è un circuito di pura velocità a differenza di Spa dove il carico aerodinamico ha un ruolo di primaria importanza viste le curve ad ampio raggio. Dovranno guardarsi le spalle dai motorizzati Mercedes.

Ocon-Perez: arriverà la parola fine?
Mi auguro di non dover assistere ad un nuovo capitolo della diatriba targata Perez-Ocon anche se sono allibito dal non intervento da parte della FIA. Il Team, nonostante le varie dichiarazioni, sta dimostrando di non esser in grado di gestire i suoi piloti, supportati da sponsor di vitale importanza per il team stesso. Pertanto deve essere la Federazione a mettere un freno come già successo in passato con altri piloti.

Vi aspetto numerosi a Monza per far sentire il vostro supporto a tutti i protagonisti di questo fantastico sport.

Gian Carlo Minardi

F1 | Il Gp d’Italia e l’eredità Minardi

Nei giorni scorsi abbiamo affrontato insieme a Gian Carlo Minardi un argomento che ha caratterizzato l’intera carriera dell’imprenditore faentino nel motor sport – dalle formule minori fino all’approdo nella massima serie – nonchè per tutte le ventuno stagioni: i giovani piloti e la F1.

Prendendo spunto dalle dichiarazioni del Team Principal Haas, l’ex-costruttore faentino aveva apertamente dichiarato che oggi in Formula mancano i personaggi (salvo rare eccezioni) con la voglia di scommettere sulle nuove leve, facendole crescere e assicurandogli un futuro nella serie.

Tra pochi giorni scatterà il Gran Premio d’Italia, giunto quest’anno all’88esima edizione, e nonostante l’uscita dal Circus del team faentino a fine 2005 la griglia di partenza vede tra i suoi protagonisti ancora un alfiere la cui carriera è partita proprio da Faenza: parliamo ovviamente di Fernando Alonso. Per il Minardi Team il gran premio di Monza è sempre stato abbastanza ostico anche se nel 1989 sfiorarono la zona punti con Pierluigi Martini e Luis Perez-Sala che chiusero la gara rispettivamente al settimo e ottavo posto (a quell’epoca i punti venivano assegnati ai primi sei classificati).

Il Gran Premio d’Italia 2003 ha segnato però un record, che ha ripagato gli enormi sforzi affrontati fino a quel momento dalla scuderia faentina e dal suo fondatore. Su una griglia di partenza di venti piloti, ben nove (quasi il 50% dei partecipanti) erano “targati” Minardi formando la line-up di altre quattro scuderie: Jos Verstappen e Nicolas Kiesa (Minardi), Fernando Alonso e Jarno Trulli (Renault), Giancarlo Fisichella e Zsolt Baumgartner (Jordan), Mark Webber e Justin Wilson (Jaguar) e Marc Genè (Williams). Un record oggigiorno difficile da eguagliare e da battere!

Per la cronaca la corsa finì col quinto posto dello spagnolo Genè, settimo di Webber davanti ad Alonso, decimo “Fisico” davanti al compagno di box Baumgartner e all’austriaco Kiesa

 

F1 | Ocon-Perez, Minardi “La FIA deve intervenire”

Il Gran Premio di Spa-Francorchamps ha visto un nuovo capitolo dell’accesa sfida in casa Force India tra Esteban Ocon e Sergio Perez. L’episodio clou avviene al trentesimo passaggio sul velocissimo tratto che immette all’Eau Rouge-Raidillon col messicano che tocca con la sua posteriore destra l’ala anteriore del compagno di box mandandola in frantumi, forando il proprio pneumatico.

Il contatto costringe la direzione di gara a chiamare in pista la safety-car per dare la possibilità ai commissari di pista di togliere i detriti in un punto molto pericolo

“Fortunatamente i due piloti sono riusciti a rientrare ai box e nessuno si è fatto male, ma è arrivato il momento che la FIA intervenga in modo decisivo nei confronti dei due piloti, per mettere la parola fine a questa diatriba prima che qualcuno si faccia male” commenta in modo deciso Gian Carlo Minardi

“Non è la prima volta che Ocon e Perez arrivano ad un contatto e la Force India non si sta dimostrando in grado di gestire il rapporto tra i suoi piloti. Oggi è andata molto bene, ma avrebbero potuto mettere in pericolo anche gli altri piloti o il pubblico stesso” conclude il manager faentino

“Quanto abbiamo visto va ben oltre la battaglia in pista tra due piloti”

L’ennesimo contatto è costato diversi punti alla scuderia con sede a Silverstone che chiude il weekend con solamente un nono posto e due punti all’attivo, anche se il quarto posto nel Mondiale Costruttori resta saldo.

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F1 | Gp Belgio, IL PUNTO di Minardi “Vince Hamilton ma la Ferrari risponde. Ora tutti a Monza”

Da Spa-Francorchamps abbiamo avuto la risposta che ci aspettavamo dalla Ferrari. Un secondo posto importante per il team e per Sebastian Vettel (fresco del rinnovo triennale), poiché ha saputo difendere la leadership su una pista non a loro favorevole. Non solo si è evitata la doppietta Mercedes, ma Raikkonen ha chiuso davanti al connazionale nonostante una severità eccessiva nei suoi confronti da parte dei commissari.

Hamilton e Vettel, due grandi Campioni del Mondo, hanno lottato fino alla fine sul filo dei millesimi, come dimostra il giro più veloce in gara del ferrarista (arrivato al 41esimo giro) che gli è valso anche il nuovo record della pista, dopo la fantastica pole position (la 68esima con record) del britannico che ha raggiunto Michael Schumacher.

Un bellissimo biglietto da visita per la Ferrari in vista del prossimo Gran Premio di Monza, il primo organizzato direttamente dall’Automobil Club, la cui prevendita di biglietti sta andando veramente molto bene. In questo momento, il vero asso nella manica della Mercedes è dato dall’overboost come si è visto in particolar modo allo start e alla ripartenza al rientro della Safety-car.

Se lo Stop&go con 10” di penalità inflitto a Kimi Raikkonen per non aver rallentato in regime di bandiere gialle a seguito dell’uscita di Max Verstappen (la cui vettura era già bordo pista) mi sembrano veramente eccessivi, credo sia arrivato il momento che la FIA intervenga in modo decisivo e pesante nei confronti di Ocon e Perez, per mettere la parola fine a questa diatriba prima che qualcuno di faccia male. Quanto abbiamo visto va ben oltre la battaglia in pista tra due piloti. La Force India non si sta dimostrando in grado di saper gestire i suoi due piloti.

Gian Carlo Minardi

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F1 | Gp Belgio. Pista pro-Mercedes. Minardi “La migliore difesa è l’attacco”

Terminata la pausa estiva ci prepariamo ad entrare nell’ultima parte di un campionato che si sta dimostrando molto equilibrato. Mancano ancora nove appuntamenti alla fine e, almeno sulla carta, Ferrari e Mercedes hanno quattro gran premi favorevoli ciascuno. Vincerà chi sarà più bravo a mettere in pista gli ultimi sviluppi e chi commetterà meno errori, poiché fino ad oggi sia Vettel che Hamilton non sono esenti da colpe.

Si parte con Spa-Francorchamps e Monza, due piste pro-Mercedes, prima di arrivare a Singapore che potrebbe essere lo spartiacque anche per il mercato-piloti. In questa ultima parte di stagione entreranno in gioco anche le possibili penalty per la sostituzione dei componenti legate alla Power-Unit. Sebastian Vettel è leggermente in svantaggio rispetto a Lewis Hamilton.

Si arriva su una pista molto impegnativa sia per le vetture che per i piloti con carico aerodinamico e velocità importanti.

Tradizionalmente il meteo è molto variabile e per la prima volta nelle Ardenne Pirelli porterà le Ultra-Soft. Le prove libere del venerdì saranno determinanti per studiare il comportamento di questa mescola e capire i giri che si potranno effettuare prima di passare al compound più duro.

Così come a Monza, anche in Belgio, la prima curva rappresenta un incognita importante. Storicamente la Source è stata fatale a molti piloti tra cui anche Fernando Alonso che perse un mondiale con la Ferrari quando Grosjean gli decollò pericolosamente sopra.

La Red Bull potrebbe essere il terzo incomodo, pronta a rubare punti pesanti con Verstappen e Ricciardo, sfruttando il buon carico aerodinamico prima di giocarsi il tutto per tutto a Singapore. Il bel gesto visto in Ungheria da parte degli uomini di Toto Wolff potremo non rivederlo. Hanno regalato a Vettel tre punti che potrebbero risultate anche determinanti.

Gian Carlo Minardi

F1 | Minardi “In Formula 1 mancano i personaggi con la voglia di scommettere”

La due giorni di test sulla pista di Budapest, oltre a riportare in pista Robert Kubica in un appuntamento ufficiale con la Renault e ai debutti di Luca Ghiotto al volante della Williams e Charles Leclerc (pilota FDA) sulla Ferrari senza dimenticare il grande lavoro portato a termine da Antonio Giovinazzi durante le prove libere del Gran Premio di Ungheria e a Barcellona durante i test Pirelli, ha riacceso l’attenzione sulle difficoltà dei giovani ad affacciarsi alla massima serie.

Con l’addio della Manor i team presenti in griglia sono scesi solamente a dieci. Certamente un imbuto sempre più ristretto per i tanti giovani piloti che scalano la piramide delle categorie propedeutiche fino ad arrivare alla nuova Formula 2.

Ad alimentare l’attenzione ci ha pensato questa volta Gunther Steiner. Il Team Principal della Haas, alla sua seconda stagione in F1 – attualmente al settimo posto nel mondiale costruttori – ha sottolineato la mancanza dei piccoli team come la Minardi che nelle sue 21 stagioni è stata in grado di lanciare numerosi giovani piloti che si sono poi confermati nelle scuderie di primo livello scrivendo il proprio nome nell’Albo d’Oro.

“Il DNA della Minardi è stato quello di lavorare sempre coi giovani, fin dalla Formula 2 proseguendo poi questa attitudine anche in Formula 1. La Minardi però ha lavorato e scommesso non solamente sui giovani piloti, formando anche meccanici, addetti stampa, tecnici e ingegneri che hanno poi trovato sbocchi nei team più blasonati”

“Da anni sostengo che in Formula 1 manchino i personaggi con la voglia e la capacità di scommettere sui giovani, portando nel paddock volti nuovi. Ultimamente assistiamo solamente a importanti cambi di casacca. Personalmente avevo stipulato una collaborazione con l’università di Bologna, la quale ci segnalava gli studenti più meritevoli, da inserire all’interno dell’organico del team Minardi” prosegue il manager. “I top team che puntano al mondiale devono avere nella loro line-up campioni già formati. Spetta agli altri il compito di scovare, o far crescere, i giovani del futuro trovando il mix perfetto tra esperienza e talento. Pertanto diventa fondamentale appoggiarsi ad un Junior Team” ricorda Gian Carlo Minardi, interpellato dai microfoni del blog www.minardi.it

Nella sua analisi il manager e ingegnere a capo della scuderia americana commenta “Quando c’era Minardi, era quasi felice di essere ultimo, perché sapeva che aveva il dovere di portare i giovani in Formula 1. Sicuramente avrebbe preferito stare più avanti, ma ci poteva convivere, perché quello era il loro modello di business”.

Di contro il manager faentino ricorda anche i successi conquistati dalla sua scuderia, come il settimo posto nel mondiale nel 1991 e gli sforzi compiuti pur di debuttare in Brasile il 4 aprile 1985

“Nella sua storia la Minardi ha conquistato piazzamenti importanti nonostante risorse economiche limitate e regolamenti più restrittivi.

Ho vissuto il periodo in cui la griglia di partenza era formata da ben più degli attuali dieci team, con punteggi assegnati solamente ai primi sei classificati.

Inoltre non avevamo la stessa tutela nella fornitura dei motori e delle gomme che, come dico sempre, sono nere e tonde. Quando abbiamo avuto la possibilità di avere motorizzazioni importanti come il Ferrari (i primi assoluti a diventare clienti di Maranello) abbiamo conquistato il settimo posto nel mondiale costruttori. Altri team ci hanno messo molti più anni a raggiungere i medesimi risultati.

Nel 1985, pur di debuttare, ci siamo dovuti costruire in casa un motore turbo (Motori Moderni) lottando con le case ufficiali. Nel 2000, per proseguire l’avventura, abbiamo comprato i vecchi Cosworth (ribattezzati Fondmetal prima ed European dopo), mentre oggi il regolamento tecnico impone ai costruttori presenti di fornire più team e specifiche tutte identiche per quanto riguarda le gomme” conclude l’ex costruttore.