F1 | Gp Brasile, Minardi “La Mercedes cercherà il triplete”

Dopo aver conquistato il quarto titolo mondiale costruttori di fila in occasione del gran premio di Austin e aver festeggiato il titolo piloti con Lewis Hamilton il weekend successivo, la Mercedes negli ultimi due appuntamenti tenterà il colpaccio. Gli manca solamente la doppietta nella classifica pilota. Ad oggi tra Hamilton e Bottas c’è Sebastian Vettel che può contare su quindici punti di vantaggio sul finlandese.

La Mercedes non ha più nulla da perdere e sia ad Interlagos che ad Abu Dhabi potrà spremere al massimo vettura e power unit per aiutare il suo pilota e prepararsi alla prossima stagione in cui i team avranno a disposizione solamente tre unità motrici per ciascun driver. Diminuiscono i motori, ma aumentano i circuiti in calendario e i chilometri da percorrere. Certamente una bella sfida per tutti motoristi, dove i tedeschi la fanno da padrone. Come ho già avuto modo di esprimere, non sono favorevole a questa scelta tecnica poiché comporterà un elevato aumento dei costi (anziché abbassarsi). Tutti staranno lavorando per raggiungere la massima affidabilità e i problemi accusati da Renault negli ultimi appuntamenti ne sono un esempio.

Il casa Ferrari il momento è delicato poiché sono chiamati a fare dei cambiamenti e l’eventuale perdita del secondo posto creerebbe non pochi problemi di stabilità e serenità all’interno del team.

Si arriva in Brasile, Interlagos per il penultimo appuntamento del mondiale, su un tracciato storico, corto e veloce che anche quest’anno potrebbe premiare il telaio della Red Bull. Certamente la pole dell’anno scorso verrà battuta, ma in qualifica bisognerà fare attenzione al traffico. Anche il meteo potrebbe coprire nuovamente un ruolo importante. Resta aperta anche la sfida tra Toro Rosso-Haas-Renault. La TR parte svantaggiata anche se forse è già orientate al 2018 dove monterà la nuova power-unit giapponese.

Ci aspetta un weekend ricco di sfaccettature.

Gian Carlo Minardi

La Formula 1 del futuro, Minardi “Un plauso a Liberty Media ma non è facile trovare il mix giusto”

Dall’ingresso in Formula 1, Liberty Media ha voluto attribuire al mondiale un’impronta volta a riavvicinare il pubblico e gli appassionati introducendo novità che hanno creato una prima spaccatura con la gestione precedente. Apprezzabile l’iniziativa di portare vetture e piloti al di fuori del paddock durante il weekend di gara, conquistando i centri storici delle capitali o la nuova presentazione di ciascun pilota che ha preceduto la partenza del gran premio di Austin.

“Liberty Media sta dando un’impronta molto americana a questa nuova era della Formula 1, puntando con decisione sull’aspetto coreografico come abbiamo visto proprio ad Austin. Anche se si tratta di cambiamenti non determinanti per migliorarne lo spettacolo in pista, hanno portato una ventata di freschezza sul fronte della cronaca nel pre-griglia” racconta Gian Carlo Minardi

L’ultima proposta in ordine cronologico riguarda una griglia di partenza composta da una prima fila con tre vetture, in modo da aumentare le possibilità di bagarre nella prima fase di corsa. Sul fronte dei regolamenti tecnici invece, dal prossimo anno, ciascun pilota avrà a disposizione per l’intera stagione un numero massimo di tre power-unit (contro le quattro unità di quest’anno). L’obiettivo dichiarato è quello di contenere i costi

“Se da una parte si tratta di uno step importante per trasportare questa tecnologia sulla vetture di serie, dall’altro certamente non porterà ad una diminuzione dei costi, anzi comporterà una ricerca esasperata nello sviluppo delle varie componenti che dovranno durare sette gran premi col risultato di un innalzamento vertiginoso dei costi. Se già oggi abbiamo dei costruttori in difficoltà a concludere il chilometraggio richiesto non oso pensare cosa potrà succedere il prossimo anno” prosegue il manager faentino che punta il dito contro l’attuale sistema di penalità per lo sostituzione dell’unità motrice o delle sue componenti principali

“Trovo assurdo che sia il pilota a pagare per un problema tecnico con delle penalità incredibili che destabilizzano lo spettatore stesso. Quando leggo penalità del calibro di 20-25-30 o addirittura 35 posizione in una griglia composta da venti piloti mi viene quasi da sorridere. Le prime volte non volevo crederci. Dovrebbe essere il team a prendersi le responsabilità provvedendo a pagare una sanzione pecuniaria o vedendosi decurtare dalla classifica costruttori dei punti”

Se da un lato vi vuole allungare la vita dei motori, dall’altra Liberty Media vorrebbe eliminare le prove libere del venerdì in favore di un calendario composto da 25 gran premi

“Sono un numero di gran premi esorbitante nonché un impegno notevole sia per gli addetti ai lavori (per i team più piccoli è difficile organizzare un turnover coi meccanici e tecnici) che per lo spettatore. Si sarebbe costretti a correre in periodi particolari dell’anno come durante le festività o l’estete. Un calendario così intenso andrà veramente in favore dell’audience?” sottolinea Minardi

“Non è facile cambiare il format e trovare il giusto equilibrio. Sono però del’avviso che si debba intervenire velocemente su un’area specifica, ossia il gruppo di lavoro intorno a Charles Whiting per evitare quegli episodi spiacevoli che possono anche sfalsare il risultato di una gara. Come c’è un unico direttore di gara sarebbe corretto avere anche un unico gruppo di commissari, dall’inizio alla fine del mondiale. Solo così si limitata la possibilità di errori o valutazioni soggettive”

“Inoltre si potrebbero posizionare dei dissuasori per evitare che il pilota superi il track-limit. Si è lavorato molto sulla sicurezza dei circuiti scegliendo di avere tracciati con vie di fuga asfaltate. Questo ha dato ai piloti una maggiore sicurezza. Le penality post-gara danneggiano l’immagine dello sport e disorientano lo spettatore” conclude Gian Carlo Minardi, di ritorno dal Salone Auto e Moto d’Epoca di Padova insieme ad ACI e ACI Storico

Le dichiarazioni del Presidente Sergio Marchionne, rilasciate dal circuito del Mugello in occasione delle Finale Mondiali Ferrari riguardanti la permanenza della scuderia nel mondiale di F1, faranno certamente discutere ma dovranno far meditare la nuova proprietà.

La Formula 1 non può fare a meno della Ferrari, ma è altrettanto vero che la Ferrari non può fare a meno della Formula 1.

Il Mondiale non può essere solo uno show poiché la Ferrari è un Costruttore importante, così come Mercedes Renault e McLaren, e come tali hanno degli interessi legati allo sviluppo della tecnologia da trasportare sullo  vetture stradali.

F1 | Gp Messico, IL PUNTO di Gian Carlo Minardi “Chapeau Verstappen” Hamilton campione


Con la vittoria in Messico, per Max Verstappen si chiude un weekend favoloso in cui gli è mancata solamente la pole position, sfuggita per merito di un altrettanto strepitoso Sebastian Vettel. L’olandese della Red Bull si è reso protagonista di una grande partenza aiutato anche dalla sua incoscienza e da essere libero da qualsiasi pressione. Rispetto ad Hamilton e Vettel infatti non aveva nulla da perdere e si è conquistato la prima posizione di prepotenza dettando successivamente il ritmo.

Un mondiale che rispecchia le forze in campo con una Red Bull in grande crescita e una Renault che sta lavorando molto bene in ottica 2018. Il contatto iniziale fa parte di un episodio di gara, anche se ci ha privato di due grandi primi attori. Bravo Vettel che è riuscito a rimontare fino ai piedi del podio, anche se purtroppo per lui non è bastata per tenere aperto il mondiale che per la quarta volta è finito tra le mani di Lewis Hamilton. I due zeri hanno pesato nella ricorsa al titolo.

Anche il mondiale piloti è stato assegnato, ma i prossimi due gran premi saranno molto interessanti soprattutto in prospettiva 2018 poiché sono convinto che finalmente la Mercedes spremerà la sua vettura e le sue power-unit, considerando che oramai non hanno più nulla da perdere. I due piloti saranno liberi di lottare e potremo vederne il reale potenziale.

Si chiude una gara incolore per le seconde guida di casa Mercedes e Ferrari. Un podio è sempre un risultato positivo, ma il distacco accusato da Bottas e Raikkonen nei confronti di Verstappen è troppo ampio. Solo i problemi accusati dai rispettivi compagni di box gli hanno dato la possibilità di trovarsi in quelle posizioni. Certamente sono stati autori di un risultato poco positivo.

Gian Carlo Minardi

F1 | Gp Messico, Gian Carlo Minardi “Speriamo sia un weekend senza penality”

E’ già ora del gran premio del Messico. Si arriva su un circuito particolare, posizionato ad oltre 2000 mt s.l.m. che richiede un’adeguata configurazione delle power unit con un rettilineo tanto lungo da far firmare nel 2016 a Bottas il nuovo record di 372,5 km/h con la sua Williams. L’anno scorso avevamo vissuto un weekend decisamente caotico con diverse penalizzazione che avevamo mutato la classifica finale. Un po’ come successo ad Austin la scorsa settimana.

Mi auguro pertanto che possa essere un fine settimana sereno e aperto alle varie valutazioni. Nei confronti di questa F1 moderna è prioritario intervenire sul gruppo di lavoro intorno al direttore di gara, che dovrebbe essere il medesimo per l’intera stagione. Solo in questo modo si possono limitare al minimo i possibile errori di valutazione dei singoli episodi di gara. Con un medesimo gruppo si avrebbe un unico metro di giudizio evitando gli spiacevoli episodi che certamente non fanno bene all’immagine di questo sport.

Sono convinto che Liberty Media dovrebbe intervenire proprio su quest’area, contestualmente alle varie novità che sta introducendo e che pensa di introdurre, per aumentare l’appeal del Circus. Proprio in questi giorni si è parlato della possibilità di portare a 25 i gran premi, eliminando le prove libere del venerdì. 25 gare sarebbe un impegno notevole sia per i protagonisti stessi – team e piloti – ma anche per lo spettatore.

Tornando al gran premio la Pirelli lascia a casa le mescole Media usate nella passata stagione dando spazio alle Soft-SuperSoft-UltraSoft. Sarà un gran premio in cui la Ferrari dovrà pensare a difendere il titolo di vice-campione piloti e costruttori soprattutto da una Red Bull che già l’anno scorso andò molto bene. Anche quest’anno sarà un cliente scomodo e molto forte.

Dopo aver festeggiato la conquista del titolo costruttori ad Austin, la Mercedes cercherà di raddoppiare la festa col titolo piloti. Dopo il successo in Texas Lewis Hamilton è veramente ad un passo. Resta invece molto aperta la lotta per il quinto posto con quattro team racchiusi in un manciata di punti. La Toro Rosso si presenterà, ancora una volta, con una line-up nuova. A Kvyat non è bastato il punto conquistato ad Austin per guadagnarsi la conferma e la fiducia della Red Bull che dovrà far posto al rientrante Gasly al fianco del 28enne Brendon Hartley

Gian Carlo Minardi

F1 | GP USA, IL PUNTO di Gian Carlo Minardi. Vince Hamilton davanti alle due Ferrari. “Regolamenti discutibili”

Se l’assegnazione del titolo piloti è solamente posticipato, in casa Mercedes si sono aperti i festeggiamenti per la conquista del titolo Costruttori, a cui vanno i miei più calorosi complimenti. Anche ad Austin Lewis Hamilton ha dominato in lungo e in largo. La differenza prestazionale tra le due macchine è importante e lo si è visto sia in qualifica che nel sorpasso ai danni di Vettel – autore di una bella partenza – dopo pochi giri dal via.

Dopo la debacle delle ultime gare, la Ferrari ha trovato il compromesso tra prestazione e affidabilità. Molto probabilmente sacrificando parte degli ultimi sviluppi, legati soprattutto alla power-unit, contendendo agli avversari un ulteriore vantaggio. Anche se la matematica tiene in gioco ancora Sebastian Vettel, il mondiale pilota si può dire concluso. La Ferrari dovrà pensare al 2018, mentre il tedesco dovrà cercare di portare a casa almeno il titolo di vice-campione ai danni di un Bottas che in quest’ultima parte sembra in difficoltà, come dimostra il cronometro.

E’ stato un gran premio che ci ha regalato diverse lotte e sorpassi, altre alle novità iniziali con una scenografia molto americana. Bellissima la rimonta di Max Verstappen che dimostra quanto stia crescendo la Red Bull. Peccato per un regolamento al quanto discutibile che lo ha privato di un podio meritato. Questi episodi ledono l’immagine dello sport. Sarà importante vedere come si comporterà la FIA davanti alle esternazioni pesanti che il giovane Verstappen ha rivolto ai commissari. Purtroppo esiste un regolamento e come tale va rispettato. Quotidianamente assisto a questo tipo di irregolarità nelle gara di Formula 4 e credo che in un mondiale si debba dare il buon esempio.

Verstappen è stato “vittima” dei circuiti moderni, con ampie carreggiate e vie di fuga asfaltate. Guarda caso nei tracciati storici questo non succede poiché si rischia di restare insabbiati. Da troppo tempo sostengo che sia sbagliato avere ad ogni gran premio un gruppo di lavoro diverso poiché difficilmente si riesce ad avere lo stesso metro di giudizio nel valutare gli episodi. Si rischia di avere un giudizio soggettivo, anziché oggettivo. Come c’è un unico direttore di gara, nella figura di Charlie Whiting, sarebbe corretto che il suo gruppo di lavoro fosse sempre il medesimo dall’inizio alla fine del mondiale. Non mi sembra una cosa così impossibile e difficile da applicare.

Da sottolineare anche la mossa vincente della Renault con “l’acquisto” di Sainz che ha già portato punti importanti dimezzando il divario dalla sua ex-squadra, la Toro Rosso, che si è dovuta accontentare di un solo punto, chiudendo il weekend anche alle spalle della Williams di Felipe Massa che rafforza il quinto posto tra i costruttori.

Gian Carlo Minardi

F1 | Gp Stati Uniti, Hamilton batte 4 a 1 Vettel

Parte questo fine settimana da Austin l’ultimo poker di gran premi che ci porterà fino ad Abu Dhabi per il gran finale, passando per il Messico e Brasile, consegnandoci il nuovo campione del mondo. Il Circus della Formula 1 arriva in Texas, circuito impegnativo con venti curve e diversi sali-scendi nonché terreno fertile per Lewis Hamilton e la Mercedes che hanno trionfato la bellezza di quattro volte nelle cinque edizioni della corsa, lasciando solamente un sigillo al suo diretto avversario Sebastian Vettel, ancora a digiuno però coi colori della Ferrari.

Dopo le ultime debacle la Ferrari è chiamata a dare un segno di riscossa, dimostrando di essersi lasciata alle spalle le difficoltà e di aver risolto i problemi di affidabilità. Probabilmente saranno stati costretti a fare un passo indietro nello step evolutivo che aveva evidenziato un aumento nelle prestazioni, sacrificando contestualmente l’affidabilità. Non sarà un weekend per provare ad attaccare il britannico, ma per difendere il secondo posto, tra i piloti e costruttori, da Valtteri Bottas e dalla Red Bull.

Williams nel mirino
Si accende la sfida nelle retrovie con quattro team racchiusi in una forbice di appena ventiquattro punti. Ad aprire le fila la Williams, quinta, che si sta difendendo prepotentemente dagli assalti di Toro Rosso, Haas e Renault. Al momento il team diretto da Franz Tost è quello più in difficoltà, dovendo fare i conti coi nuovi rapporti politici con Honda che ha voluto Gasly per provare a vincere la Super Formula in Giappone, costringendo la scuderia ad affiancare al rientrante Kvyat il debuttante Hartley mentre la Renault potrà far affidamento sulle qualità dell’ex “torero” Carlos Sainz per conquistare quei punti che gli mancano per lasciare l’ottavo posto. Tra i team “minori” solamente la Force India potrà dormire sonni tranquilli da qui fino al 26 novembre grazie ad un campionato eccezionale in cui è riuscita ad imporsi per il secondo anno consecutivo come quarta forza del mondiale.

Vettel incontra i giovani piloti
Durante lo stage formativo a Fiorano tra i piloti selezionati da FDA e dalla Scuola Federale, in preparazione del Supercorso ACI Sport di inizio novembre, è arrivato a sorpresa anche Sebastian Vettel che si è intrattenuto coi ragazzi. Prosegue il lavoro e il connubio tra le Federazione e la Ferrari volto alla crescita dei giovani piloti partendo proprio dal kart. Questo fine settimana, a Monza, calerà il sipario sul campionato italiano di Formula 4 con l’italiano Lorenzo Colombo  impegnato a difendere il terzo posto.

Gian Carlo Minardi

Carlos Sainz pronto a fare lo sgambetto alla Toro Rosso

Il Gran Premio del Giappone è stata l’ultima corsa dello spagnolo coi colori della Scuderia Toro Rosso. A partire dalla trasferta negli Stati Uniti Sainz dividerà il box Renault col tedesco Nico Hulkenbeg, prendendo il posto dell’appiedato Palmer.

Si preannuncia un finale incandescente nelle posizioni di rincalzo poiché tra la Toro Rosso (sesta nel mondiale costruttori) e la Renault (all’ottavo posto) ci sono solamente dieci lunghezze. In mezzo l’americana Haas con all’attivo un punto in più del costruttore transalpino.

Franz Tost sarà chiamato ad affrontare una vera e propria allerta pilota. Rimasto orfano del figlio d’arte in grado di conquistare 48 dei 52 punti (i restanti quattro sono a firma di Kvyat) trascinando la scuderia in scia al quinto posto della Williams, tra una settimana dovrà fare a meno anche del giovane Gasly, chiamato a sua volta a sostituire l’appiedato Kvyat dal Gran Premio della Malesia. Il transalpino sarà infatti impegnato in Giappone a conquistare il titolo nell’ultimo round del Campionato Super Formula. La Honda avrebbe deciso di non svincolare il pilota.

Se da una parte Carlos Sainz proverà ad aiutare la Renault a scalare la classifica proprio ai danni del suo ex-team, la Toro Rosso tenterà di controbattere la rimonta col ritorno di Kvyat al volante della STR12, mentre è ancora incerto a chi andrà il secondo sedile.

Il passaggio dello spagnolo al fianco di Nico Hulkenberg rientra nella trattativa che porterà nel 2018 i motori Honda a Faenza, lascando anzitempo le power-unit francesi che continueranno ad alimentare la Red Bull di Verstappen e Ricciardo.

“Mi auguro che l’eventuale perdita in denaro derivante dai mancati diritti televisivi sia compensata da accordi economici di cui non siamo a conoscenza poiché in tutti questi movimenti la Scuderia Toro Rosso ne esce, per il momento, indebolita. Si vedono privati del loro pilota di punta, che passa ad un diretto avversario, in un momento cruciale della stagione. Potrebbero attaccare il quinto posto della Williams, ma anche scivolare indietro fino all’ottavo posto con un grave danno in termini di budgets per il 2018” commenta Gian Carlo Minardi

L’ex FIA Budkowski approda in Renault. Minardi “Azione scorretta”

A pochi giorni dall’annuncio di Marcin Budkowski di lasciare il ruolo ricoperto in FIA, la casa francese ha annunciato il suo ingaggio in qualità di direttore esecutivo. Per la Renault si tratta di un acquisto molto importante poiché l’ingegnere polacco, ex responsabile tecnico della Federazione in Formula 1, nonostante non sia un nome conosciuto agli appassionati, è a conoscenza dei segreti tecnologici di tutti i team visto il suo ruolo di spicco all’interno della FIA.

Fin dal momento della sua decisione si sono scatenate reazioni da parte dei team principal, preoccupati proprio per la concretizzazione di questo scenario. Il costruttore transalpino, con questo annuncio repentino, avrebbe voluto giocare di anticipo proprio per evitare dei provvedimenti in aggiunta ai tre mesi di gardening che il polacco dovrà scontare prima di iniziare a coprire il suo nuovo ruolo all’interno del team proprio legato allo sviluppo e alla produzione del telaio R.S. 32.

“Trovo veramente sconcertante questa situazione considerando il ruolo cruciare coperto da Budkowski all’interno della FIA in tutti questi anni. Essendo a conoscenza della maggior parte dei segreti tecnologici dei team, sia attuali che in ottica 2018, trovo assurdo che possa trasferirsi all’interno di un team con un periodo di gardening così ristretto” commenta Gian Carlo Minardi ai microfoni di Minardi.it

“Chi copre dei ruoli così importanti all’interno della Federazione non dovrebbe avere la possibilità di lavorare successivamente in un team. Almeno questa è la mia idea. Mi sembra una scorrettezza. La Renault avrà certamente un vantaggio” conclude il manager faentino

F1 | Gp Giappone, IL PUNTO di Gian Carlo Minardi “Ferrari paga lo step evolutivo”

Per gli amici ferraristi non è stata una sveglia felice. Ci si aspettava il pronto riscatto e invece è arrivato il secondo ritiro in tre gare per Sebastian Vettel. Questo di Suzuka forse è più pesante poiché era un po’ l’ultima spiaggia per provare a tenere aperto il mondiale e contrastare Lewis Hamilton che sta giocando, conservando la sua Mercedes in virtù delle ultime gare.

Una Ferrari che sta pagando, con l’affidabilità, il grande step evolutivo della power-unit e aerodinamico. Una Ferrari che ha dimostrato di essere competitiva – anche se concede qualche decimo in qualifica ai diretti avversari – ma che sul ritmo gara potrebbe dire la sua. A beneficiarne invece è la Red Bull che mette in bacheca altri due podi chiudendo il gran premio del Giappone in seconda e terza posizione, davanti Valtteri Bottas, e si prepara ad attaccare il secondo posto tra i costruttori proprio ai danni del team di Maranello che saluta il week end con solamente dieci punti all’attivo (quinto posto di Kimi Raikkonen protagonista di alcuni errori). Il finlandese ha pagato la strategia del team e la penalità di cinque posizioni per la sostituzione del cambio. Ha ritardato il pit-stop per rallentare il lavoro di Verstappen togliendolo di fatto dalla lotta per il podio. E’ chiaro il suo ruolo di seconda guida.

Ci sono ancora quattro gare e la matematica non condanna ancora gli uomini di Arrivabene, ma ci vorrebbe una vera e propria catastrofe per fermare la cavalcata del campione britannico e della corrazzata tedesca. La Ferrari deve continuare a lavorare soprattutto in virtù del 2018 per risolvere velocemente i problemi di affidabilità che stanno attagliando la SF70H sfruttando le ultime corse, vista la mancanza di test.

Un plauso alla Force India che continua a stupire portando nuovamente due macchine in zona punti e davanti ai diretti avversari confermando il quarto posto tra i costruttori. Ad Austin (tra quindi giorni) invece Carlos Sainz sostituirà Palmer in Renault al fianco di Hulkenberg col ritorno in Toro Rosso di Kvyat. Probabilmente sarà una mossa dettata dagli accordi commerciali tra le due parti, ma non condivido questa mossa in questo momento della stagione con la Toro Rosso impegnata a difendere la sesta posizione, provando ad attaccare la Williams.

Gian Carlo Minardi

F1 | Gp Giappone, Minardi “Vettel deve ritrovare la serenità”

E’ già tempo del Gran Premio del Giappone, appuntamento cruciale per Sebastian Vettel dopo gli ultimi due weekend segnati da episodi negativi. Non ci sarà possibilità per un’ulteriore prova d’appello anche se è inutile continuare a piangersi addosso.

Indipendentemente da quanti successo a Sepang (a a Singapore) e nonostante le forti esternazioni del Presidente Marchionne – che non condivido poiché siamo davanti ad un team giovane che deve lavorare passo dopo passo per ricostruire un ciclo vincente – bisogna guardare avanti e a Suzuka il tedesco dovrà portare via forzatamente dei punti a Lewis Hamilton. L’impresa è sicuramente ardua. La Ferrari è chiamata ad affrontare cinque finali.

Certamente resta il rammarico per l’occasione persa poiché vedendo la gara e i tempi segnati lo scorso fine settimana, Vettel avrebbe potuto conquistare 25 punti guadagnandone 10 sul britannico.

Si arriva su una pista storica, veloce e impegnativa dove ogni errore può costare caro viste le vie di fuga ridotte. Non vedo ancora una Red Bull al pari di Ferrari e, soprattutto, Mercedes nonostante le dichiarazioni di Hamilton, ma l’aerodinamica potrebbe sopperire alle mancanze della power unit Renault, intromettendosi nuovamente nella lotta tra i due pretendenti. Gli otto punti portati via al campione britannico da Verstappen sono linfa vitale per Seb. Inoltre le difficoltà accusare dalla Mercedes potrebbero essere un’arma in più per gli uomini di Arrivabene anche se le temperature che avremo in Giappone saranno molto diverse dalla Malesia e Singapore.

Dal canto suo Vettel deve dimostrare di essere un campione del mondo capace di non farsi condizionare dagli episodi negativi, ritrovando velocemente la serenità. Ultimamente ho visto un pilota poco tranquillo, anche nelle dichiarazioni, e il contatto nel giro d’onore con Stroll è un esempio lampante.

Ci aspetta un fine settimana interessante auspicando di assistere nuovamente ad una gara ricca di emozioni.

Gian Carlo Minardi

F1 | Gp Malesia, IL PUNTO di Minardi “Occasione persa per la Ferrari. Red Bull termometro del mondiale”

Nella sua ultima apparizione nel calendario del Mondiale di Formula 1 il circuito di Sepang ci ha regalato uno dei weekend più emozionanti della stagione con duelli importanti sia in testa alla classifica che nelle retrovie, oltre alla rimonta di Sebastian Vettel costretto a partire dal fondo dopo il problema nelle qualifiche. Dopo diciannove edizioni la Malesia saluta il Circus, anche se mi auguro di poterla rivedere nel prossimo futuro.

Si chiude con un quarto posto il weekend nero della Ferrari. Un risultato che va decisamente stretto agli uomini di Maranello vedendo i tempi segnati da Vettel e la sua gara perfetta (con giro più veloce). Un vero peccato perché in due gare in cui la Ferrari aveva mostrato di essere presente e una competitività importante il lavoro e’ stato vanificato da problemi di affidabilità ed errori dei piloti. Singapore e Sepang sarebbero state due tappe importanti nella lotta al titolo. La rimonta su Ricciardo nell’ultima parte ha causato un maggiore consumo delle gomme, negandogli l’affondo finale. La Ferrari ha pagato un dazio estremamente pesante qui a Sepang e ora il tedesco è chiamato ad una rimonta non facile, ma neanche impossibile. Resta il rammarico anche per il problema accusa da Kimi Raikkonen.

Lewis Hamilton invece esce rafforzato nonostante una vittoria sfuggita in favore di un Verstappen e una Red Bull che si stanno confermando vero termometro del campionato. Molto bello il sorpasso dell’olandese ai danni del campionato britannico.

Si sta confermando un mondiale condizionato dagli errori.

Gian Carlo Minardi

F1 | A Sepang debutta Gasly, Minardi “Toro Rosso vuole attaccare la Williams”

A sorpresa la Scuderia Toro Rosso ha annunciato l’ingaggio di Pierre Gasly, il giovane driver francese già all’interno del Junior Team Red Bull e protagonista nella Super Formula in Giappone nonché campione in carica della Gp2 (ora Formula 2).

Il suo arrivo alla corte di Franz Tost era stato dato per certo nelle settimane scorte vista l’imponente corte della Renault per portare ad Enstone Carlos Sainz Jr proprio a partire dal gran premio della Malesia, in sostituzione di Jolyon Palmer. Con la rinuncia della buona uscita di 3 milioni di dollari offerta dal costruttore transalpino al figlio d’arte britannico si pensava che il debutto fosse ormai posticipato alla prossima stagione.

Nel fine settimana di Sepang, così come nei prossimi cinque appuntamenti, Gasly farà coppia proprio con lo spagnolo prendendo il posto di Daniil Kvyat, autore di una stagione travagliata e ricca di incidenti ed errori. Nella classifica costruttori, la Toro Rosso occupata il sesto posto con 52 punti – dieci in più della Renault e sette in meno della Williams – di cui solamente 4 sono stati portati dal pilota russo.

“Troppo pochi confrontando i 48 punti conquistati fino ad oggi dal suo compagno di squadra” commenta Gian Carlo Minardi interpellato dai microfono di www.Minardi.it “Attualmente la Toro Rosso occupa la sesta posizione nel mondiale, ma da qui alla fine della stagione vuole giocare tutte le carte per attaccare la Williams espropriandola della quinta posizione.

Per raggiungere questo ambizioso obiettivo da solo Sainz non può bastare” prosegue il manager faentino “Provano a sfruttare la voglia di emergere di un giovane pilota. Sono sicuro che Kvyat saprà trovare il riscatto dopo una stagione difficile”

F1 | Gp Malesia, Minardi “Per Vettel inizia la prima finale”

Per Sebastian Vettel e la Ferrari inizia la prima di sei finali. Sepang sarà una tappa cruciale dopo la débâcle di Singapore per tentare di ridurre il divario da Lewis Hamilton. Proprio l’anno scorso il campione britannico, con la rottura del motore, ha perso il titolo mentre nel 2015 Vettel ha festeggiato il primo sigillo coi colori della Ferrari. Il tedesco è il pilota che può vantare il maggior numero di successi (quattro) lungo i 5.543 metri di Sepang che quest’anno saluterà il mondiale dopo diciannove edizioni.

L’abbandono della Malesia deve far riflettere la nuova proprietà poiché ci sono tante altre realtà (vedi Monza e Silverstone) che faticano a coprire gli esorbitanti costi nonostante numeri record di presenze. L’attuale sistema non funziona e non può reggere poiché gli organizzatori hanno solamente l’introito dei biglietti per far fronte ai costi di gestione. Troppo poco per sopravvivere.

Tornando al weekend, sarà una gara molto tattica dalle molte variabili, a iniziare dal meteo. Tradizionalmente abbiamo assistito a piogge importanti, ma ci sono state edizioni in cui l’asfalto ha raggiunto anche i 59°C. Sul fronte delle gomme la Pirelli porterà all’esordio su questa pista le SuperSoft, sui cui la Ferrari ha puntato in modo decisivo al contrario di Mercedes che ha privilegiato le Soft. Altra grande variabile sarà la safety-car.

Con la doppietta dell’anno scorso, ma soprattutto forte degli ultimi risultati, Daniel Ricciardo e Max Verstappen saranno due avversari molto temibili che potrebbero infastidire la rimonta delle rosse di Maranello.

La Toro Rosso intanto ci ha riservato un’importante sorpresa portando al debutto Pierre Gasly al fianco del confermatissimo Carlos Sainz che però saluterà la scuderia a fine stagione per passare sotto le vesti della Renault. Appiedato quindi il russo Kvyat autore di una stagione travagliata in cui è riuscito a raccogliere solamente quattro punti. La Toro Rosso vuole giocare tutte le carte per conservare il sesto posto, provando ad attaccare la Williams, attualmente davanti in classifica. Per farlo i soli punto dello spagnolo non bastano, provando a sfruttare la voglia di emergere del giovane driver francese.

Gian Carlo Minardi