F1 | McLaren-Williams, Minardi “Manca un timone alla guida”

Con il gran premio di Francia tornato in calendario a distanza di dieci anni dall’ultimo apparizione, McLaren e Williams hanno mostrato l’entità di una crisi che non sembra voler finire. Dal gran premio di Spagna Fernando Alonso e Stoffel Vandoorne non segnano punti e a Le Castellet il belga ha chiuso solamente al dodicesimo posto con il vincitore della 24 Ore di Le Mans costretto al ritiro per la rottura della sospensione posteriore a pochi chilometri dal traguardo

Addirittura peggiore la situazione in casa Williams, relegati al decimo e ultimo posto della classifica costruttori, alle spalle della Sauber. Su otto appuntamenti, solamente in due weekend il team di Grove è entrato nella top-ten e da quattro gara la casella resta inesorabilmente vuota. Entrambi i team , in qualifica, non sono riusciti a superare la barriera della Q1.

Una situazione che fa male al cuore pensando che stiamo parlando delle due scuderia più vincenti della storia della Formula 1, dopo la Ferrari. Insieme vantano 19 Mondiali piloti, 17 Costruttori e 296 vittorie.

In tutte le due realtà manca un timone. Da quando Ron Dennis è stato allontano dalla McLaren è iniziata una débâcle di cui non ci vede la fine. Una McLaren che per tre anni ha puntualmente dato la colpa alla Honda di tutti i problemi, quando invece si sarebbe dovuto guardare all’interno del team. A pagarne le spese è stato Dennis, autore del ritorno del binomio che nel passato aveva scritto pagine memorabili di questo sport” analizza Gian Carlo Minardi

Nonostante non abbia mai avuto un rapporto felice con Dennis, causa della sua arroganza e voracità, si è sempre dimostrato un personaggio abile nel guidare i suoi uomini. Nonostante un due volte Campione del Mondo non riescono ad uscire da questa crisi e per loro non sarà facile, nel futuro prossimo, convincere piloti di un certo calibro. Stessa situazione in casa Williams, dove si sente la mancanza di Frank. Ad ogni GP commettono errori inspiegabili. Inoltre quest’anno si concluderà il rapporto con la Martini e non sarà facile attirare nuova linfa” prosegue il manager faentino che conclude “E’ un peccato mortale assistere a questa caduta, perché parliamo dei due team più vincenti della storia dopo la Ferrari

F1 | Gp Francia, IL PUNTO di Gian Carlo Minardi

Con la vittoria di Hamilton e il quinto posto di Vettel è tornato il divario di 14 punti che c’era tra i due driver prima del Gran Premio del Canada. Qui in Francia si è ribaltata nuovamente la situazione, questa volta in favore del britannico. E’ la conferma che siamo davanti ad un campionato combattuto sul filo di lana dove saranno gli errori a fare la differenza. Questa volta è toccato al ferrarista compierne uno.

Vettel è partito molto bene provando subito alla prima curva l’attacco ai danni di Bottas, arrivando però al contatto. Non bisogna farsi prendere dalla foga, soprattutto quando si corre su un tracciato in cui i sorpassi, come abbiamo visto, sono possibili. E’ stato un gran premio con diversi sorpassi e tra le seconde guide non si è fatto trovare impreparato Kimi Raikkonen che, oltre a portare punti importanti alla Ferrari, ha conquistato un bel podio davanti alla Red Bull che con Verstappen si è reso protagonista di un bel gran premio chiuso alle spalle del vincitore.

Il Paul Ricard sulla carta era una corsa a vantaggio della Mercedes e i riscontri cronometrici di Hamilton ne sono stati una conferma, specialmente vedendo i tempi record seganti dal 23esimo al 26esimo passaggio.

E’ stato ancora un weekend decisamente positivo per Leclerc che ha “regalato” all’Alfa Romeo Sauber un punto importante nella ricorrenza del 108esimo compleanno della casa milanese, dimostrando di essere ormai maturo per un salto di qualità. Umori decisamente diversi in casa Williams e McLaren che stanno pagando pesantemente errori di valutazioni e di organizzazione. Inspiegabile la situazione della Williams che, nonostante possa contare sul fantastico motore Mercedes, non sta proseguendo gli sviluppo e crescita che si era intravisto negli ultimi anni. Certamente non è aiutata dai suoi due piloti. E’ evidente che i problemi McLaren siano da cercare al suo interno e la previsioni indovinata di Alonso fa capire che siano ben consapevoli dei lori limiti. Sono tra i due team più blasonati della storia della F1 ed è molto triste assistere a questa involuzione.

Ora entriamo in un mese di luglio molto intenso e caldo con quattro appuntamenti (Austria, Inghilterra, Germania e Ungheria) racchiusi in cinque settimane in cui non ci sarà tempo per respirare, alla fine del quale avremo un quadro molto significativo.

Gian Carlo Minardi

F1 | Ricciardo al centro del mercato-piloti 2019. Hamilton la chiave di volta

Ferrari, Mercedes, McLaren, Renault e, naturalmente, Red Bull. Mai come in questo Daniel Ricciardo che, è al centro del mercato piloti.

Si è dato dieci giorni di tempo per decidere. La Red Bull dal prossimo anno abbandonerà i propulsori Renault per passare alla forniture giapponese che equipaggia già i cugini della Toro Rosso. Un’incognita in più per l’australiano, anche se la Power Unit Honda, rispetto alle catastrofiche stagioni con la McLaren, ha dimostrato di aver compiuto passi da gigante in termini di affidabilità e prestazioni.

La vittoria nella 24 Ore di Le Mans e la poca competitività della McLaren, potrebbero spingere Fernando Alonso a salutare la F1 già a fine di questa stagione puntando verso nuove sfide liberando di fatto un sedile a Woking. Per Ricciardo ci sarebbe pronto un contratto da 20 milioni di dollari, ma alla porta dell’australiano avrebbe bussato anche la Renault. Ci potrebbe essere uno scambio con Carlos Sainz attualmente ancora sotto contratto con il team di Milton Keynes.

Sebastian Vettel si sarebbe opposto all’arrivo di Daniel Ricciardo in Ferrari, chiudendo di fatto le porte di Maranello all’ex compagno di scuderia, nonostante Kimi Raikkonen abbia ventilato la voglia di concludere definitivamente la sua avventura nel mondiale di F1, lasciando libero un sedile molto appetibile che potrebbe essere occupato dal monegasco Leclerc.

Non ho ancora vinto un mondiale e, nonostante McLaren e Renault non siano le mie principali scelte, un eventuale approdo non si tramuterebbe in un passo indietro nella mia carriera, ma semplicemente un investimento nel futuro. L’obiettivo è cercare di avere una monoposto per puntare al massimo traguardo, ma se questo non fosse possibile, allora subentreranno altre valutazioni” commenta Daniel RicciardoL’arrivo di Honda in Red Bull non è stato una notizia shock, poiché sapevo di questa possibilità. Ora cercherò di capire quali saranno gli sviluppi. Con Toro Rosso Honda ha fatto dei passi in avanti

Prima di prendere una qualsiasi decisioni Ricciardo guarderà anche a Brackley dove c’è Lewis Hamilton in scadenza di contratto a fine 2018.

Ad oggi Hamilton non ha ancora firmato il prolungamento di contratto con la Mercedes e Ricciardo aspetterà di vedere cosa succederà in casa Mercedes prima di prendere qualsiasi decisione. Qualora Hamilton non dovesse rinnovare si scatenerebbe un effetto a catene nel paddock con un giro di sedili importanti. In questo fanta-mercato, fossi nella Ferrari, non mi farei sfuggire il britannico per costruire un Dream-Team con Vettel, nonostante il tedesco abbia imposto il suo veto sull’arrivo dell’australiano” commenta Gian Carlo Minardi

Per Maranello sarebbe un grande colpo avere in squadra due grandi piloti per puntare sia al titolo piloti che costruttori, portando via alla concorrenza il principale attore e avversario. In alternativa l’idea giovane di Leclerc mi piace molto che, a sua volta, liberebbe un posto in Sauber per Giovinazzi” prosegue il manager faentino che si dice sempre più convinto di un ritiro dalla F1 del neo-vincitore della 24 ore di Le Mans Fernando Alonso “McLaren avrà bisogno di un top driver così come la Renault. Potrebbe essere un mercato scoppiettante, ma molto dipenderà da Hamilton

F1 | Gp Francia, PRESENTAZIONE di Gian Carlo Minardi

Con le prove libere di venerdì la Francia ritroverà, dopo dieci anni, il suo Gran Premio. La Formula 1 tornerà però al Paul Ricard, uscito dal calendario nel lontano 1990 col successo di Alan Prost su Ferrari.

Dopo la vittoria a Montreal, Sebastian Vettel guida la classifica mondiale con un punto di vantaggio su Lewis Hamilton. Il Mondiale ricomincia e sarà importante non commettere errori e la Ferrari dovrà continuare a fare la corsa sul britannico di casa Mercedes. La Red Bull, che ha annunciato la nuova collaborazione con Honda a partire dal 2019, abbandonando la Power Unit Renault, potrebbe essere svantaggiata rispetto alle dirette avversarie proprio sul fronte motore, anche se Ricciardo e Verstappen restano avversari temibili nonché possibili arbitri del mondiale.

Sul fronte Costruttori, a Maranello hanno bisogno del contributo di Raikkonen che dovrà cambiare approccio ai GP portando punti importanti alla squadra. Diversamente si farà fatica a vincere il titolo nonostante una macchina che si sta dimostrando competitiva.

Si torna su un tracciato rinnovato nelle strutture e sul fronte sicurezza, anche se in queste settimane erano in corso dei lavori per sostituire parzialmente l’asfalto nelle vie di fuga in favore della ghiaia. Il layout sarà quello utilizzato fino al 1985, anno del mio debutto in F1, con la prima variante “Verriere” resa più lenta e il lunghissimo rettilineo Mistral è stato “spezzato” da una chicane.

Sul fronte gomme la Pirelli porterà le Soft, le Supersoft e le Ultrasoft col battistrada ribassato di 0,4 millimetri che in Spagna hanno fatto tanto discutere. Negli ultimi GP le gomme hanno disatteso le aspettative sul numero di pit-stop, degrado e differenza di prestazione tra una mescola e l’altra.

A partire da questo fine settimana, la griglia di partenza si arricchisce di un nuovo titolo, grazie alla vittoria di Fernando Alonso alla 24 Ore di Le Mans.

Gian Carlo Minardi

F1 | GP Francia 1994, Piero Martini conquista il quinto posto

Il prossimo fine settimana la Francia tornerà ad ospitare le monoposto di Formula 1 in occasione dell’ottava tappa del mondiale, a dieci anni dall’ultima edizione sul tracciato di Magny-Cours vinta da Felice Massa su Ferrari davanti a Lewis Hamilton e Kovalainen, entrambi su McLaren-Mercedes.

A riportare i transalpini nel calendario sarà il tracciato del Paul Ricard che nell’ultima edizione del 1990 vide trionfare Alain Prost su Ferrari.

Per i colori del Minardi Team il gran premio di Francia è sinonimo del quinto posto conquistato da Pierluigi Maritini nell’edizione del 1994 (corsa sul tracciato vicino alle cittadine di Magny-Cours e Nevers nel dipartimento della Nièvre in Borgogna), partendo dalla sedicesima posizione. Erano gli anni in cui solamente ai primi sei classificati venivano attribuiti un punteggio. Un risultato incredibile.

All’esordio nel Mondiale nel 1985 del Minardi Team il gran premio di Francia era ospitato a Le Castellett così come le successive cinque edizioni, ma i piazzamenti più importanti arrivano negli anni ’90 a Magny-Cours con il nono posto sempre di Martini nel 1991, l’ottavo posto di Morbidelli l’anno successivo al volante della M192 spinta dal V12 Lamborghini e di Fittipaldi nel 1993 oltre al già citato quinto posto con la M194.

Nel 2003, durante le qualifiche del venerdì, Jos Verstappen porta in vetta la Minardi PS03 sfruttando la pista asciutta e le gomme slick facendo esplodere tutto il box di gioia. In quella stagione le qualifiche si disputavano su due giri veloci, uno il venerdì e l’altro il sabato, successivamente sommati per disegnare la griglia. Dopo un abbondamene acquazzone, sul finale di sessione la pista si asciuga e nel loro unico giro i piloti Minardi abbandonano le mescole rain portando in vetta il team faentino. Un risultato che ci piace ricordare.

Il quinto posto di Martini conquistato in Francia fu molto importante in termini di punteggio. Insieme a Michele Alboreto quella del ’94 fu una stagione positiva conclusa con il sesto posto a Montecarlo e il quinto posto in Spagna. Con l’attuale regolamento gli arrivi a punti sarebbero stati maggiore sia in quella stagione che in molte altre edizioni del gran premio di Francia. A distanza di dieci anni ritorna in calendario in un Paul Ricard rinnovato nelle strutture e lievemente nel layout a fronte della sicurezza anche se in queste settimane erano in corso diversi lavori per sostituire l’asfalto posizionato nelle vie di fugai n favore del ritorno della ghiaia” racconta Gian Carlo Minardi

F1 | Al Paul Ricard torna il battistrada ridotto. Minardi “Pirelli dovrebbe darci delle spiegazioni”

A distanza di dieci anni dall’ultima edizioni vinta da Felipe Massa su Ferrari (sul tracciato di Magny-Cours), torna in calendario in Gran Premio di Francia, sulla pista del Paul Ricard. Contestualmente faranno il loro ritorno le gomme Pirelli col battistrada ridotto di 0,4 millimetri dopo l’esordio nel gran premio di Spagna (vinto dalla Mercedes con Lewis Hamilton) tra non poche polemiche.

Abbiamo interpellato Gian Carlo Minardi “La Pirelli dovrebbe darci qualche spiegazione poiché puntualmente i pronostici sulle strategie e sulla durata delle mescole vengono disattese. Nonostante l’inserimento delle due nuove mescole Hypersoft e Ultra-Hard che hanno fatto a salite a sette la gamma dei pneumatici slick, negli ultimi gran premi è mancata la differenza di prestazione tra una mescola e l’altra. C’è troppa omogeneità che livella le prestazioni a discapito dello spettacolo” commenta

Il Paul Ricard sarà un appuntamento cruciale sotto questo aspetto considerando l’asfalto molto abrasivo, la presenza di alcune curve ad ampio raggio e le mescole scelte dal costruttore milanese (soft, super soft e ultra soft n.d.r). Diversamente diventa inutile avere tutta questa scelta che si tramuta solamente in un costo eccessivo senza un ritorno tecnico” conclusa il manager faentino

Appuntamento quindi tra una settimana col Gran Premio di Francia, ottavo round del mondiale.

Le Mans | Minardi “Toyota corre contro il suo passato”

Questo fine settimana tutta l’attenzione degli appassionati sarà rivota verso il circuito della Sarthe che ospita l’86esima edizione della 24 Ore di Le Mans. Mai come quest’anno vede già la favorita alla vittoria finale: la Toyota TS050-Hybrib che vedrà al via due equipaggi composti da Alonso-Buemi-Nakajima e Conway-Kobayashi-Lopez.

Sarà tutt’altro che una passeggiata per la squadra giapponese, se in una 24 ore possiamo utilizzare questa parola. Dopo il ritiro di Porsche e Audi, partono certamente come favoriti, ma il loro compito non sarà certamente cosa facile poiché le incognite di una maratona come Le Mans sono innumerevoli e imprevedibili. Non dimentichiamoci come sono finite le ultime due edizioni in cui hanno regalato la vittoria ai diretti avversari a poche ore dalla bandiera a scacchi causa ritiri. Il loro principale avversario sarà l’affidabilità, ma avranno certamente fatto tesoro degli errori commessi nel recente passato” analizza Gian Carlo Minardi

Oltre all’affidabilità le due Toyota avranno come avversari principali la Rebellion R13 e la BR “E’ un’edizione della maratona con poche LMP1 in cui mi Toyota dovrà salvaguardare anche la sua immagina correndo su ritmi importati senza risparmiarsi pur di puntare alla vittoria. Diversamente sarebbe una delusione” prosegue il manager faentino.

Occhi puntati su Fernando AlonsoInsieme ad Alonso ci sono tantissimi piloti con un passato in F1 (sono addirittura 24 i piloti presenti in griglia che corrono o hanno corso nel mondiale n.d.r), ma per lo spagnolo quest’edizione potrebbe essere il trampolino di lancio verso nuovi lidi, lontani dalla F1. La non competitività della McLaren e la contestuale non disponibilità di sedili importanti porterà un pilota di 37anni a guardarsi intorno, puntando verso la Indy o le gare endurance dove quest’anno è già impegnato nel FIA WEC. Da quanto si apprende, in casa Ferrari Sebastian Vettel avrebbe imposto il suo veto all’arrivo di Daniel Ricciardo che resterà in Red Bull a fianco di Max Verstappen

Grande interesse per i colori italiani sarà rivolta nella classe GTE Pro, con uno schieramento a tre punte da parte di Ferrari che vedrà l’esordio anche di Antonio Giovinazzi, con una sfida tra Porsche, Ford, Aston Martin e Chevrolet “La sfida in GTE sarà molto interessante, considerando anche la lotta tra Ferrari e Porsche con l’ex Gimmi Bruni, anche se il BoP non sembra essere a vantaggio della vettura di Maranello penalizzata nelle velocità di punta. La Ferrari si presenta al via con tre equipaggi di tutti rispetto capitanati da Rigon e Pier Guidi a cui ci è aggiunto anche Giovinazzi sulla terza Ferrari 488 di AF Corse insieme a Vilander e Derani

F1 | Gp Canada, IL PUNTO di Gian Carlo Minardi

La Ferrari conquista la terza vittoria stagionale e si riporta al comando della classifica mondiale con Sebastian Vettel che ha ottimizzato al meglio l’intero weekend conquistando pole e vittoria. Una Ferrari che non era partita nel migliore dei modi, ma che è riuscita a ribaltare la situazione tra il venerdì e il sabato con un gran lavoro sia del tedesco che dei suoi tecnici. Deluce Kimi Raikkonen che ha chiuso la corsa alle spalle sia delle due Mercedes che delle due Red Bull.

Sottotono anche Lewis Hamilton che ha sofferto in modo particolare le qualifiche e, di conseguenza, anche la corsa chiudendo solamente al quinto posto. Positiva invece la corsa di Valtteri Bottas e dei due pilota Red Bull. Daniel Ricciardo, nonostante una corsa in difesa, ha chiuso al quarto posto alle spalle di un bravo Verstappen. Saranno l’ago della bilancia in una lotta molto equilibrata tra Mercedes e Ferrari.

Come succede già da qualche gara la Pirelli ha disatteso le aspettative poiché le mescole non hanno mostrato quella differenza di prestazioni che ci si poteva aspettare. Erano attese diverse strategie che puntualmente non si sono verificate. Tra quindici giorni la F1 tornerà in Francia, al Paul Richard, e la Pirelli porterà le mescole con il battistrada ridotto di 0,4 millimetri che hanno esordito in Spagna.

Fernando Alonso ha “festeggiato” il traguardo dei 300 gp con un ritiro, anche se avrà modo di cercare il pronto riscatto tra una settimana in occasione della 24 Ore di Le Mans. Il futuro dello spagnolo è sempre più lontano da questa F1 e potrebbe orientarsi tra le gare endurance o Indy. Le Mans è un traguardo molto ambito tra tutti i piloti che possono vantare uno o più titoli mondiali e per Alonso sarebbe un altro bel traguardo anche se quest’anno è un’edizione più povera vista la mancanza di diversi primi attori. Gli faccio comunque un grande in bocca al lupo e lo seguirà certamente in questa nuova sfida.

Archiviamo un gran premio avaro di emozioni, anche se è una situazione abbastanza normale quando assistiamo ad un livellamento tecnico come quest’anno con Ferrari, Mercedes e Red Bull molto vicine tra di loro. Alle loro spalle invece le sfide non mancano come dimostra anche la classifica di oggi con le due Renault di Hulkenberg e Sainz, la Force India di Ocon e la Sauber di Leclerc alle spalle del finlandese ferrarista.

Appuntamento tra quindici giorni in Francia.

Gian Carlo Minardi

F1 | Gp Canada, PRESENTAZIONI di Gian Carlo Minardi

Questo fine settimana la Formula 1 arriva a casa di Gilles Villeneuve, su una pista decisamente diversa da Montecarlo caratterizzata da velocità elevate seguite da frenate importanti che dovrebbero regalarci sorpassi, dove le condizioni atmosferiche e la safety-car sono terreno fertile per variabili importanti.

Un gran premio che parte già in salita per Daniel Ricciardo e la Red Bull, costretta a sostituire la MGU-K andata in crisi durante il gran premio di Montecarlo (vinto comunque dell’australiano), pagando dieci posizioni di penalità sulla griglia. Occhio però a Verstappen che potrebbe diventare il terzo incomodo nella lotta tra Ferrari e Mercedes. La Renault poterà una versione aggiornata della sua Power Unit così come la Mercedes che doterà tutti i team della specifica 2.

Sul fronte pneumatici la Pirelli preannuncia numerosi pit-stop confermando le mescole viste quindici giorni fa con hypersoft, ultrasoft e supersoft. Diversa strategie in casa Ferrari e Mercedes con Maranello che predilige la mescola più morbida, al debutto in Canada, con otto set per ciascun pilota contro i cinque per Hamilton/Bottas.

Sono state due settimane interessanti contraddistinte dall’annuncio del cambio di casacca “speedy” di Simone Resta che saluta Maranello per approdare immediatamente alla Sauber. Questa operazione mi fa pensare che sia un’ulteriore passo verso il ritorno concreto dell’Alfa Romeo in F1 che proprio in questi giorni ha lanciato la nuova supercar 8C. La Ferrari ha bisogno di un junior team, soprattutto dopo quanto visto nel principato col sorpasso facile di Hamilton ai danni di Ocon al volante della sua Force India motorizzata Mercedes.

Sinceramente non mi scandalizzo per questi episodi poiché ci sono sempre stati anche tra Red Bull e Toro Rosso. La Mercedes sta investendo molto denaro sia in piloti che nella Force India che ha chiuso gli ultimi due campioni al quarto posto, quindi mi auspico che presto anche la Ferrari vada in questa direzione aiutata, magari, da una Sauber più competitiva. Inoltre un maggiore coinvolgimento di Maranello potrebbe essere anche un aiuto per i nostri piloti.

Gian Carlo Minardi

F1 | Gp Montecarlo, IL PUNTO di Gian Carlo Minardi


Con la vittoria nel gran premio di Montecarlo, Daniel Ricciardo raggiunge Hamilton e Vettel a quota due successi ciascuno e la differenza nel punteggio è data solamente dai vari piazzamenti, aprendo ad un campionato estremamente interessante con la Red Bull che diventa l’ago della bilancia nella lotta tra Mercedes e Ferrari.

Sarà interessante vedere come si comporterà adesso il team, considerando che Max Verstappen è già fuori dai giochi. Imperdonabile il suo errore a pochi minuti dalla fine delle Prove Libere 3 col quale ha compromesso l’intero suo weekend. Dopo tre stagioni trovo inaccettabile quell’errore e in Red Bull dovrebbero intervenire anche perché il futuro di Ricciardo è sempre più lontano da Milton Keynes, ma sempre più vicina a Marenallo. Qualora si concretizzasse l’addio, Marko ed Horner dovranno risolvere un problema non di poco conto sul fronte pilota, che si aggiunge all’incognita fornitura power-unit. Hanno ancora un opzione nei confronti di Carlos Sainz jr, attualmente impegnato col team Reanult, ma per la prima volta potrebbero dover optare per un pilota fuori dal loro ambiente.

Abbiamo assistito ad un gran premio estremamente tecnico e competitivo con cinque vetture racchiuse in sei secondi. Con questi numeri, in un tracciato come Montecarlo, è praticamente impossibile assistere a sorpassi al vertice. Con autorevolezza e determinazione Ricciardo si è conquistata la vittoria nonostante i problemi sulla sua vettura, con Vettel ed Hamilton che chiudono alle sue spalle.

Resto sempre più perplesso da queste gomme. La differenza suI tempo sul giro tra Hypersoft, Ultrasoft e Supersoft è stata praticamente nulla.

Tra quindi giorni si torna in pista col Gran Premio del Canada

Gian Carlo Minardi

F1 | Gp Montecarlo, si accende il mercato piloti. Ricciardo-Ferrari, ma Vettel punta su Raikkonen

Per il sesto appuntamento del mondiale, questo fine settimana la Formula 1 farà tappa a Montecarlo. Come da trazione i motori si accenderanno con un giorno di anticipo – il giovedì per le prove libere – fermandosi venerdì. Dopo le ultime due vittorie conquistate dalla Mercedes, la Ferrari è chiamata a dare una risposta concreta cercando di ripetere il risultato 2017, archiviato con la doppietta Vettel-Raikkonen davanti alla Red Bull di Ricciardo.

E’ fuori discussione che, stando ai risultati dei primi cinque gran premi (con due vittorie a testa per Lewis Hamilton e Sebastian Vettel) saranno le strategie e gli errori a fare la differenza. L’attuale distacco tra i due piloti (17 punti a vantaggio del britannico) è dettato dai migliori piazzamenti. Sulla carta la Ferrari ha davanti a se due appuntamenti (Montecarlo e Canada) favorevoli e sarà importante sfruttarli al massimo.

Oltre alla lotta tecnica tra Mercedes, Ferrari e Red Bull il lungo weekend monegasco sarà cruciale per l’inizio del mercato piloti. Da sempre il principato è teatro di innumerevoli riunioni, soprattutto durante la pausa del venerdì, che andranno a disegnare la griglia del 2019, anche perché con l’arrivo del mese di giugno partiranno i programmi tecnici legati alla nuova vettura.

A guidare le fila ci sarà ancora una volta la Ferrari con Kimi Raikkonen il cui contratto è in scadenza a fine anno. Maranello ha un’opzione su Daniel Ricciardo il quale potrebbe approdare anche in Mercedes al posto di Valtteri Bottas. Di contro Sebastian Vettel non vede di buon occhio l’arrivo dell’australiano (con cui ha già diviso i box in casa Red Bull) puntando ad un prolungamento del rapporto col finlandese. Se questo dovesse accadere sarebbe abbastanza allucinante poiché per tornare a vincere il Mondiale Costruttori la Ferrari ha bisogno di due top driver e, soprattutto, creare un confronto diretto tra i due piloti.

Al momento ci sono molti nodi da sciogliere:

– In casa Red Bull è in scadenza il contratto per la fornitura dei propulsori Renault. I transalpini hanno già fatto sapere che potrebbero proseguire l’avventura in F1 anche senza fornire le Power Unit alla Red Bull che, dal canto suo, può raccogliere informazioni sul fronte Honda tramite la Toro Rosso.

– In casa Toro Rosso tiene banco il caso Brendon Hartley, autore di numeri errori e di un inizio di stagione negativo, soprattutto se paragonato col compagno Gasly. Si è fatto il nome di Pascal Wehrlein (pilota Mercedes), ma nelle ultime ore anche Lando Norris avrebbe bussato alle porte di Franz Tost soprattutto dopo l’arrivo in casa McLaren dei nuovi capitali canadesi di Mr. Latifi. Sarebbe uno scenario inconsueto poiché per la prima volta Red Bull si troverebbero a dover cercare un driver fuori dal suo gruppo. Al momento esiste solo un’opzione con Carlos Sainz che potrebbe essere richiamato per rimediare all’eventuale partenza di Ricciardo.

– Nelle prove libere e nei test collettivi al Montmelò abbiamo rivisto al volante Robert Kubica che ha dimostrato quanto sia ancora importante il pilota nella F1 moderna. Il polacco è riuscito a dare al team numerose indicazioni per lo sviluppo di una vettura che sta relegando un team storico e vincente come la Williams all’ultimo posto. E’ evidente che la scelta giovane correlata al business non sta dando i risultati sperati.

– In casa Alfa Romeo Sauber sta pagando invece la scelta di Charles Leclerc. Il monegasco ha già conquistato 9 punti ( sette in più del compagno Ericsson). Arrivare sui tracciati già conosciuti, gli ha dato quella tranquillità fondamentale per concentrarsi sullo sviluppo della macchina, oltre che accumulare quel chilometraggio indispensabile per raggiungere il feeling pilota-vettura.

– In Spagna abbiamo rivisto al volante di Sauber e Ferrari anche Antonio Giovinazzi, autore di un grande lavoro. Sarebbe bello vederlo in pista regolarmente.

Gian Carlo Minardi

F1BlogTech | Tante chiacchiere ma niente arrosto…

Barcellona, 13 Maggio 2018. Un weekend pieno di polemiche e discussioni che hanno nascosto un complicato ma davvero interessante quadro tecnico. Andiamo dunque ad analizzare i motivi delle diverse performance dei tre top team.

Queste le caratteristiche del circuito di Barcellona: è un tracciato da medio/alto carico aerodinamico e di media severità per i propulsori.

Presenta una configurazione molto completa e si tratta infatti di un circuito che può ben delineare ed esaltare le caratteristiche di una vettura.

Il primo settore è molto veloce quindi conta l’efficienza aerodinamica in rettilineo. Non dimenticandoci però di curva tre dove c’è bisogno di un ottimo bilancio aerodinamico ( rapporto tra il carico sull’asse anteriore e il carico totale). Bilancio aerodinamico che ritorna molto importante nel secondo settore, abbinato al giusto carico aerodinamico.

Il terzo settore è invece un intermedio in cui conta più di tutto la motricità e dunque la capacità di scaricare i cavalli a terra, assieme anche ad un comportamento equilibrato nella sequenza di curva 13.14 e 15.

In primis risulta importante evidenziare qual’è stata e cosa comporta la tanto discussa modifica sulle gomme.

Sono stati eliminati 0,4 mm di battistrada alla mescola (ovvero il 12% del suo totale). Una modifica molto “leggera” ma che comunque porta ad una diminuzione della parte della gomma sottoposta a deformazione. In questo modo si va a diminuire l’energia (in questo caso calore) che viene trasferito alla gomma.

Un’operazione comunemente attuata quando è necessario eliminare del calore in eccesso che si genera sullo pneumatico (si parla di 7/10° in meno).

In questo caso Pirelli è intervenuta per evitare i dannosi (dal punto di vista della performance) e pericolosi fenomeni di blistering che si erano evidenziati su diverse vetture durante i test invernali.

La modifica non va dunque a diminuire le performance della gomma, ma influisce invece sulla sua durata. Questa premessa ci fornisce un primo importante elemento di analisi, da collegare ai prossimi dati.

Il grafico con il distacco percentuale rispetto alla pole position evidenzia un inversione di posizione rispetto a Baku tra la Ferrari e la Mercedes, evidenziando da subito come i dati emersi dalle qualifiche non siano tragici per i tifosi della Rossa.

Un weekend con un piccolo scivolone ci può stare, basti guardare alla Mercedes in Cina e alla sua successiva riscossa.

Più negativo il quadro per la Red Bull, che con la sua linea di tendenza, va a creare, assieme a quella della Mercedes, quasi un iperbole. Si evidenzia così un trend esattamente inverso rispetto alle Frecce d’argento.

Spostandoci sul grafico con il confronto fra il tempo realmente segnato in Q3 e quello “ideale” (dato dalla somma dei migliori settori), notiamo che i piloti, a differenza degli scorsi appuntamenti, sono riusciti in media a mantenere delle performance molto vicine ai loro ideali.

Ricciardo è l’unico che poteva aspirare a qualcosa di più, portandosi a ridosso di Raikkonen e davanti al compagno di squadra.

Questa discrepanza molto contenuta fra i tempi (reali e ideali) delinea una generale facilità a portare la gomma in temperatura una volta compreso quale fosse la mescola migliore per la propria vettura e per il proprio feeling. Inoltre la scelta poteva anche essere influenzata dall’analisi del guadagno che si poteva avere montando la SS. Si sapeva infatti che la SS tendeva a calare di performance (e a surriscaldarsi) già nel terzo settore, ed era dunque fondamentale capire se effettivamente il guadagno nel primo e nel secondo settore era tale da compensare il tempo perso nel terzo.

Il grafico con il confronto tra la posizione di qualifica e la velocità massima rilevata alla speed trap non ci offre particolari spunti di analisi.

Notiamo un generale livellamento tra i vari rilevamenti, in particolare tra Mercedes e Ferrari, a conferma dell’efficacia degli ulteriori aggiornamenti per la mappatura da qualifica apportati sulle frecce d’argento dopo il Gp di Baku. Situazione inversa per la Ferrari che si si è ritrovata a dover essere più cauta dopo i problemi nelle PL2, che hanno portato ad un grave danneggiamento dell’ICE 1 sulla vettura di Raikkonen.

Analizzando i grafici con i distacchi percentuali nei diversi settori, si può subito notare che Mercedes ha fatto davvero la differenza rispetto alla Ferrari nel secondo settore.

Dagli onboard si nota che Vettel ha avuto del sottosterzo in curva 4 e in curva 5 che gli ha fatto perdere molto tempo. Si è poi portato avanti questo distacco fino al terzo settore.

Vettel in questo intermedio è risultato invece il più veloce insieme a Ricciardo (comunque un buon segnale in vista di Montecarlo), recuperando parzialmente il gap formatosi precedentemente.

Entrambi i piloti si trovavano su gomma soft che, come ho sottolineato prima, garantiva una performance più continua nell’arco dell’intero giro.

Proprio qui le due Mercedes ( e Verstappen) su gomma supersoft sono state relegate ad un distacco dello 0,60%. Parlando della Ferrari ci tengo a sottolineare come, i vari complottisti e tutti gli “esperti” che attribuiscono la causa delle performance Ferrari solo alle nuove gomme, si sbaglino.

Negli scorsi gran premi abbiamo potuto constatare come la SF71H fosse una delle vetture in griglia con la migliore gestione della finestra termica delle gomme. Chiaramente ci sono state delle difficoltà anche per loro, (perché di fatto nessun team ha ancora realizzato un tyre model e capito esattamente come funzionino queste Pirelli 2018) ma di sicuro non erano impiccati agli estremi delle finestre operative come ad esempio lo è o lo era (questo lo capiremo nei prossimi Gp) la Mercedes.

Capite dunque che è estremamente improbabile che con un cambiamento così, definiamolo “moderato”, una vettura passi dall’avere una gestione ottimale della gomma alla situazione di non riuscire neanche a mandarla in temperatura (in certi momenti).

Ci devono essere state per forza altre variabili che hanno causato tale performance.

La prima è legata ad un livellamento delle potenze delle PU (come vi ho accennato prima).

La seconda a rigor di logica è legata ad un set up meccanico non ottimale della vettura. Sappiamo infatti che la Ferrari è scesa in pista con diversi aggiornamenti tecnici al posteriore, fra i quali il più importante è un nuovo attacco del braccio del mozzo posteriore.

E’ dunque probabile che i tecnici abbiano riscontrato delle difficoltà nella scelta del set up, che abbinato alle variazioni sulle gomme, hanno portato la rossa ad una cattiva gestione della SS in qualifica. La scelta per il Q3 è dunque ricaduta sulla soft, con la quale i piloti avevano un miglior feeling ma che ovviamente non poteva garantire performance da pole.

In gara invece ci sono stati degli errori di strategia causati forse da una previsione errata del degrado della gomma (gara che adesso analizzeremo nel dettaglio).

Ritengo dunque assolutamente inutile qualsiasi polemica esterna su quanto accaduto questo weekend.

Sta ai team giudicare il tutto e solo i prossimi gran premi potranno darci conferma di quanto abbia inciso il fattore gomme e di quale sia il ranking parziale della stagione (essendoci state troppe variabili durante questo Gp).

GRAFICI SULLA GARA (a cura di Niccolò Arnerich)

LE SIMULAZIONI DI GARA DEL VENERDI’ Nelle prove libere non si è vista molta differenza tra la gomma SS e la gomma S, con quest’ultima che sembrava perfino avere una miglior performance. La SS, secondo quanto riportato dalla Pirelli, non garantiva una buona stabilità in frenata.

Questo è stato uno dei fattori per cui i team hanno deciso di non usare le SS in gara. Inoltre i team non hanno usato la gomma rossa anche per tentare la strategia ad una sola sosta, partendo con la S e montando poi la M. Due tipi di gomma che non davano problemi in frenata, a differenza della SS, e che offrivano una buona prestazione.

Tutti i team delle prime file hanno quindi optato per questa strategia e nessuno ha provato qualcosa di differente.

Solo Alonso è partito con SS e ha provato la strategia ad unica sosta SS-M.

Grafici sulle simulazioni di strategia. Li potete trovare su nostri social (Twitter e Facebook) durante ogni weekend di gara dopo le seconde prove libere.

LA STRATEGIA DI GARA, LA PARTENZA Molto importante lo start a Barcellona poichè la pista offre pochi punti di sorpasso e guadagnare alcune posizioni in partenza è fondamentale. I primi tre hanno avuto una partenza molto pulita con Vettel che è riuscito a sopravanzare Bottas prendendogli la scia prima di curva uno.

Per quanto riguarda i passi gara, le performance tra Ferrari e Mercedes durante le prove libere erano piuttosto simili

LE CONDIZIONI DELLA PISTA Le temperature dell’asfalto non sono andate oltre i 35°C. A metà gara si è scesi per alcuni minuti a 29°C per poi tornare sui 35°C.

IL PRIMO STINT Al primo giro è entrata la SC in pista, ma nessun team, giustamente, ha pittato.

Nel primo stint Hamilton è riuscito a tenere un passo molto competitivo su S, ( una mescola HWR). Infatti era di ben 4 decimi al giro più veloce di Vettel e di 5 rispetto a Bottas. L’inglese ha quindi costruito un gap di sicurezza molto ampio sui due piloti alle sue spalle e si è messo a fare il ritmo.

Vettel non è mai riuscito a mantenere la gomma Soft nella giusta temperatura. Ciò ha provocato non pochi problemi di bilanciamento alla SF71H e, alla lunga, ha generato anche un degrado più marcato rispetto alla W09. Vettel è comunque riuscito a difendersi da Bottas che in diverse volte si è avvicinato di molto.

Dal grafico del passo gara con la correzione dell’effeto peso si nota molto chiaramente come il ritmo di Hamilton sia stato molto competitivo e anche come Vettel abbia avuto un degrado della gomme ben più marcato rispetto agli altri top drivers.

Il degrado maggiore è stato causato soprattutto da un assetto non perfetto della vettura durante tutto il week-end. Il degrado, ripetiamo, non è stato causato dai 0,4mm di spessore tirati via dai compound dalla Pirelli per questa gara e dal conseguente minor moving sensation della gomma.

Per quanto riguarda il primo stint analizzando anche l’evoluzione del degrado troviamo conferma di ciò che è già stato visto nel grafico precedente.

Inoltre, da questo grafico si può ben vedere il miglioramento della Red Bull durante lo stint. Questa, ormai, è una caratteristica della RB14. Infatti, la vettura non manda in temperatura subito la mescola, ma ci mette alcuni giri e per questo non riescono subito ad esprimere la loro performance.

IL SECONDO STINT E IL TERZO STINT (focus su Vettel) La Ferrari non poteva neanche impensierire Hamilton prima dello stop. Doveva piuttosto preoccuparsi del possibile under-cut di Mercedes con Bottas. Per coprire questo tentativo, infatti, Vettel si è fermato per primo al 17°giro e ha montato la Media per andare fino in fondo. Una sosta comunque molto anticipata, sintomo di un degrado maggiore.

Bottas si è fermato al giro successivo, mettendo la M anche lui, e provando l’overcut su Vettel. Questa strategia avrebbe potuto funzionare perchè il tedesco era rallentato dalla Haas di Magnussen, ma lo stop Mercedes è stato molto lento (3,9s). Ciò non ha permesso al finlandese di scavalcare la Ferrari.

Al 25° giro Raikkonen ha avuto dei problemi alla Power unit e la Mercedes, pensando ad una VSC, ha fermato Hamilton il quale è passato quindi alla Media. Notevoli i giri di Hamilton prima del pit stop, ancora molto competitivi.

Decisiva la VSC, dovuta allo stop di Ocon, al 42° giro. Il muretto Mercedes ha fatto uscire i propri uomini facendo pensare alla Ferrari di voler fare un free stop e montare una gomma nuova per fare un ultimo stint da qualifica e tentare il sorpasso su Vettel in pista, guadagnando così il secondo posto. Gli strateghi Ferrari, memori anche del gp della Cina, hanno deciso di coprire questa strategia e di fermare Vettel.

La Mercedes, però, non si è fermata e la gomma nuova non ha dato quel miglioramento sperato. Per di più, il pit stop Ferrari è stato molto lento e facendo così perdere la posizione anche su Verstappen.

Si sapeva che non c’era molta differenza tra gomma nuova e usata e soprattutto si sapeva che in un circuito come quello di Barcellona è difficile superare. Per questi motivi, a nostro parere, la decisione di fermarsi sotto regime di VSC era sbagliata, anche nel caso che se non si fossero fermati loro, si sarebbe fermato Bottas. Questa strategia non avrebbe fruttato e tenere la posizione su Bottas sarebbe stato più sicuro.

Vettel nell’ultimo stint non è riuscito a sorpassare Verstappen, il quale stava correndo anche con l’ala danneggiata. I due Mercedes, in prima e seconda posizione, hanno continuato a tenere un ritmo molto buono soprattutto perché rallentando il loro passo avrebbero fatto uscire la gomma dalla giusta finestra operattiva.

Grafico del Race Pace con l’Effetto Peso. Si nota un miglioramento di Vettel, anche se non ai livelli di Mercedes, che stava controllando la gara.

Bottas e Hamilton stavano gestendo, ma comunque continuavano a fare tempi molto buoni poichè, stando a quanto detto dal finlandese, dovevano mantenere in temperatura le gomme. 21 L’evoluzione del degrado durante il secondo stint

In questa tabella si riassumono in numeri i passi gara dei primi quattro piloti

Nel primo grafico si analizza il passo gara “puro”, ossia senza il Fuel Weight Effect.

Questo grafico invece mostra il passo gara tenendo conto del Fuel Weight Effect, ossia la perdita di peso della vettura durante la gara a causa del consumo di carburante.

Infine il grafico dell’evoluzione del degrado durante tutto l’arco della gara.

I TEAM DI SECONDA FASCIA Per la consueta analisi dei team minori, analizzeremo Magnussen, Sainz, Alonso e Perez.

I primi due si sono tenuti sulla strategia considerata più “sicura” ossia quella ad uno stop S-M. Alonso ha provato qualcosa di diverso utilizzando nel primo stint la gomma SS. Per questo ha dovuto allungare di un po’ il secondo stint su gomma gialla. Perez è andato su una strategia a due soste dopo essersi accorto che la gomma media, montata al primo stop, non funzionava. Ha quindi pittato per montare una gomma Soft, più adatta alla vettura.

Sottolineiamo nuovamente come la Renault abbia un eccessivo degrado. Infatti, nelle ultime gare, sono sempre stati tra i primi a doversi fermare. Ovviamente, fermarsi troppo presto li relega nel traffico e ciò rende la gara più difficile.

Anche per i team minori proponiamo il grafico del Fuel Weight Effect.

Infine anche il grafico del degrado cosiddetto “non lineare”

Per il momento è tutto! Ci vediamo a Montercarlo!! 😉

ps: occhio alle sorprese che ci potrebbero regalare le Red Bull

Gianluca Medeot

F1 | Gp Spagna, IL PUNTO di Gian Carlo Minardi

Lewis Hamilton e la Mercedes dominano il Gran Premio di Spagna con Valtteri Bottas che completa l’ottima prestazione col secondo posto regalando al team la prima doppietta stagionale davanti alla Red Bull di Verstappen. Che fossimo davanti ad un weekend non facile per la Ferrari lo si era già intuito fin dalle prove e il risultato della corsa e i tempi sul giro sono stati una conferma. Non credo che la Ferrari abbia sbagliato la strategia richiamando al 42esimo giro Sebastian Vettel, in quanto avevano problemi di gomme. Un quarto posto che lascia dell’amaro in bocca anche se lasciano Barcellona con dei punti. Peccato per il ritiro di Kimi Raikkonen.

E’ stato un gran premio all’insegna di Lewis Hamilton che ha girato su tempi importanti mettendo tra lui e il suo compagno di box 20” a cui bisogna aggiungerne ulteriori 6” per trovare in classifica Verstappen e 7” ai danni di Vettel. Bravo l’olandese che nonostante il contatto durante il doppiaggio di Sirotkin e l’ala anteriore danneggiata è riuscito a portare a casa il terzo posto ai danni del ferrarista, che montava gomme più fresche.

Per questo fine settimana la Pirelli ha optato per delle mescole nuove con un battistrada più basso di 4 millimetri, che ritroveremo in altri due GP, Francia e Inghilterra. Sinceramente non capisco questa alternanza tecnica che destabilizza lo sviluppo progressivo delle vetture poiché un battistrada minore influisce anche sui parametri aerodinamici. Sarà interessante vedere se nei prossimi appuntamenti (Montecarlo, Canada) in cui tornerà il battistrada tradizionale saranno confermati i distacchi. Quello che è certo è che la Mercedes, in gara, ha confermato la supremazia mostrata in qualifica e nei test invernali.

Dietro i tre top team, punti importanti sono stati conquistati da Magnussun, Sainz, Alonso (reduce dal primo successo nel WEC sul tracciato di Spa), Perez e Leclerc.

Tra quindici giorni sarà Montecarlo ad ospitare il Circo della F1 e la Ferrari dovrà provare a recuperare il terreno perso qui in Spagna.

Gian Carlo Minardi