F1 – GP Brasile: IL PUNTO…. di Gian Carlo Minardi
Voglio iniziare facendo una considerazione prettamente personale sulle Red Bull: con la supremazia che hanno dimostrato anche in questo week end è evidente che erano consapevoli del potenziale a loro disposizione e di poter puntare ad una doppietta, salvo ovviamente a problemi di affidabilità o incidenti di gara.
Una volta superstato indenne la prima curva e visto che tutto funzionava per il meglio hanno deciso di lasciare ancora una volta liberi i piloti cosa che certamente non faranno nell’appuntamento finale tra sette giorni, salvo il caso cui il ferrarista non dovesse essere più coinvolto nella lotta per il titolo. Sono stati molto bravi a tenere aperto il campionato fino alla fine e sotto il marketing gli giova moltissimo.
Ad Abu Dhabi avranno la possibilità di firmare una nuova doppietta, decidendo quindi all’ultimo momento se usare o meno gli ordini di scuderia. Per ora si sono aggiudicati il campionato costruttori, un titolo importanti per tutto il team – anche economicamente parlando e per l’immagine – e per Adrain Newey che si è imposto con tre scuderie diverse, con la possibilità di giocarsi il titoli piloti all’ultima gara. Nel caso in cui Alonso dovesse essere in condizione di vincere il titolo piloti, l’ordine di scuderia arriverà certamente.
Stanno giocando con rischio, in quanto avrebbero potuto presentarsi ad Abu Dhabi con solo un punto di svantaggio. Sono molto forti e se tutto dovesse andare nel migliore dei modi avranno modo di sottolineare questa loro supremazia. Il campionato è ancora aperto anche grazie a loro e ai loro errori che in una competizione agonistica ci stanno sempre.
Tra soli sette giorni potremmo assistere al gran finale con ancora quattro piloti in lotta, anche se nel caso di Hamilton si tratterebbe di un vero e proprio miracolo. I primi tre dovrebbero essere colpiti da una catastrofe. Inoltre vedo il pilota inglese leggermente spento, così come Felipe Massa. Certamente venderà cara la pelle potendo diventare l’arbitro definitivo per il titolo 2010. Andiamo su un tracciato che dovrebbe essere favorevole proprio alle Red Bull, anche se le qualifiche avranno un ruolo importante. Sabato abbiamo visto come le cose possono cambiare velocemente. Basta un niente per ritrovarsi indietro.
Proprio per quanto riguarda la qualifica bisogna fare un plauso alla Williams per la prima fila. Il team di Frank da diversi gran premi è riuscito a piazzare con regolarità i suoi due piloti nella top 10. Complimenti anche ad Hulkenberg per gli ottimi due giri che ha saputo mettere insieme firmando così la sua prima pole position in F1. Poi purtroppo con la gara sono dovuto tornare sulla terra, conquistando comunque ancora una volta una preziosa top ten. Proprio il risultato del tedesco metterà in difficoltà non soltanto il team, ma anche lo stesso Barrichello. Frank dovrà cercare di dare un colpo al cerchio ed una alla botte. Da una parte ha tra le mani un giovane pilota che sta crescendo molto bene e che tra pochi anni potrà essere un pilota vincente, anche se non è ancora maturo per portarsi sulle spalle l’impegno di un team, e dall’altra un Maldonado con nuova linfa.
Proprio per questo li terrei tutti e due “sacrificando” Rubens. La vita sportiva ha un inizio ed una fine. Pur riconoscendo un grande lavoro al brasiliano secondo me è arrivato il momento di fare delle scelte. Molto probabilmente anche per la prossima stagione Williams dovrà rimanere con i motori Cosworth e per questo, anche se faranno dei passi in avanti come hanno fatto in questa stagione a livello talaistico e di meccanica, non riusciranno a migliorare la loro posizione in classifica.
Facendo un salto in avanti al 2011 sarà interessante vedere la reazione delle new entry, in quanto è stata inserita nuovamente la regola del 107%. E’ una spada di Damocle che io stesso ho vissuto: vuol dire fare investimenti fino all’ultimo appuntamento. Può essere uno stimolo per far meglio anche se recuperare 4-5 sec in soli due mesi non sarà certamente cosa facile. Si parla di 2-3 generazioni di monoposto.
Gian Carlo Minardi
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