F1 | GP Inghilterra 1989, Dallo spettro delle pre-qualifica alla zona punti con Martini-Sala
Questo fine settimana il Mondiale di Formula 1 arriva in Inghilterra, sullo storico tracciato di Silverstone per il decimo appuntamento. Per il Minardi Team e Gian Carlo Minardi Silverstone è sinonimo del Gran Premio di Bretagna 1989, un appuntamento cruciale per il futuro della scuderia faentina.
Lo spettro delle pre-qualifiche si avvicinava e la tensione in seno alla squadra era palpabile. Per regolamento, se la Minardi non fosse riuscita a conquistare almeno due punti avrebbe dovuto disputare le pre-qualifiche nella seconda metà della stagione, in programma il sabato mattina. La neonata M189, al debutto nelle trasferte americane di Messico e Stati Uniti, aveva sofferto di problemi ai radiatori e in occasione del round britannico le vetture di Piero Martini e Luis Perez Sala si presentarono in pista con convogliatori, radiatori dell’olio e dell’acqua completamente nuovi e non testati.
Al sabato, in qualifica, Martini e Sala ottengono l’undicesimo e quindicesimo tempo. La domenica, tre giri dopo il via della gara, il pilota romagnolo chiamò via radio i box “Temperatura dell’acqua altissima! Altissima! E’ entrato qualcosa nelle pance. Rientro!” La Minardi numero 23 piombò ai box a tutta velocità e in pochi istanti venne attorniata dai meccanici che cercarono di pulire i radiatori, senza però riscontrare nessuna anomalia, rimandandola comunque in pista. Nonostante il pit-stop non preventivano Martini riuscì a recuperare il divario tagliando il traguardo al quinto posto, davanti al compagno, facendo esplodere di gioia tutto il muretto.
“Fu un weekend memorabile” ricorda Gian Carlo Minardi “Per evitare l’incubo delle pre-qualifiche e restare nei primi dieci team dovevamo assolutamente conquistare due punti e quando Piero rientrò ai box al terzo giro decisi di rispedirlo in pista per la disperazione, tentando il tutto per tutto. Per fortuna tutto si risolve. La temperatura dell’acqua aveva superato i 120°, ma per fortuna dopo la sosta l’allarme rientrò. A quei tempi non c’era ancora la velocità limitata in pit-lane e pertanto non perdemmo troppo tempo. Per noi fu un risultato memorabile supportato anche dalle gomme Pirelli che funzionarono al 101%. Due vetture a punti e tre punti conquistati, nonostante tutte le avversità” ricorda il costruttore faentino. “Da quel momento la macchina continuo riuscendo a conquistare il quinto posto in Portogallo, la seconda fila a Jerez e Australia e il secondo tempo nelle qualifiche a Phoenix l’anno successivo”
Con grande entusiasmo, anche Delio Dragoni ricorda quell’incredibile fine settimana “Passammo dalla stalle alle stelle in un solo giorno. Un quinto e sesto posto equivaleva ad aver vinto il mondiale. Un’emozione incredibile e unica. Dovevamo assolutamente conquistare dei punti per restare nei primi dieci team e sopravanzare l’Osella, evitando così le pre-qualifiche del sabato mattina. In quel periodo solamente ai primi sei classificati venivano assegnati i punti” ricorda Delio, nelle file del Minardi Team dal 1985 al 1992 come responsabili delle gomme “Nonostante la tensione fosse palpabile, le sensazioni erano positive soprattutto dopo aver parlato col responsabile della Pirelli, il nostro fornitore. In quel gran premio le gomme si comportarono magnificamente nonostante la squadra di riferimento per il costruttore milanese fosse la Tyrrel. Inoltre dai test in galleria del vento sapevo che Silverstone sarebbe stata una pista favorevole alla nostra M189, anche se non ci saremo mai immaginati di raggiungere quel risultato così incredibile. La sua aerodinamica si adattava molto bene ai tracciati senza avvallamenti come il tracciato britannico” conclude