F.1 – Gian Carlo Minardi “Alla Ferrari serve un pilota tecnico”
Tra le voci di mercato di questo inizio di mondiale si parla sempre con più forza di un Fernando Alonso in rosso, soprattutto nel caso di ritiro della Renault e del suo acquisto da parte di Flavio Briatore. Proprio durante la trasmissione “Speed” Gian Carlo Minardi, interpellato dal presentato Nicola Zama., è tornato sull’argomento Alonso-Ferrari.
“L’acquisto della Renault da parte di Flavio non è certamente una cosa impossibile visto che già in passato aveva comprato dalla Benetton il team, per poi rivenderlo alla Renault. Proprio quest’anno abbiamo avuto il caso di Ross Brawn. Certamente dovrà apportare un ridimensionamento nell’organico, sia tecnici che piloti. Proprio per quanto riguarda Fernando, sostengo da molto che la Ferrari abbia bisogno di un pilota come Alonso per risorgere, anche se devo riconoscere a Raikkonen un ottimo week end a Montecarlo. Un pilota da Formula 1 però deve essere più continuo nei risultati. Inoltre il questo momento la Ferrari deve affidarsi ad un pilota su cui fidarsi ciecamente in quello che è lo sviluppo della monoposto. Da esterno Felipe e Kimi non mi danno quelle garanzie che io come costruttore vorrei. Ho sempre sottolineato che Massa sia un ottimo pilota e compagno di scuderia, che sta correndo al di là delle sue possibilità, ma forse nel team ci va un pilota con le caratteriste di un Alonso o uno Schumacher che riescono a condizionare le scelte: c’è bisogno di un pilota tecnico. Ad esempio lo stesso Davide Rigon, per quello che lo posso conoscere seguendolo ormai da diversi anni insieme a mio figlio Giovanni, è un pilota molto tecnico che ha bisogno di lavorare con la macchina, riuscendo poi a migliorarla. In un contesto come quello attuale dove si prova molto poco, le indicazioni che arrivano dal pilota diventano determinanti e fondamentali. Probabilmente una delle difficoltà attuali del team di Maranello è da ricercarsi in quei 13.000-14.000 Km che sono stati percorsi prima dell’inizio della stagione, dove molto probabilmente non sono arrivate alcune indicazioni che avrebbero permesso di scoprire i lati deboli del progetto F60 (Kers su tutti).”
Gian Carlo Minardi torna anche sull’argomento “giovani” e sul loro possibile ingresso nel grande circus della Formula 1 “Oggi per entrare in F1 bisogna avere la fortuna di trovarsi al posto giusto e nel momento giusto, ma soprattutto saper dimostrare cosa si è capaci di fare. Il circus ha bisogno di giovani e competenti piloti e i costruttori sono alla ricerca di piloti che possano dare certe garanzie a lungo termine, e non solo quelli con la “valigia” La dimostrazione lampante è stata proprio quest’anno il team di Ross Brawn, che ha preferito l’esperienza di Barrichello ai milioni di Senna. C’è bisogno di quei giovani che possano diventare gli Hamilton, i Vettel e i Kubica della situazione. Anche l’età è un fattore molto importante, infatti quando arrivi sui 27-28 anni diventa molto difficile entrare in F1 e l’esempio lampante è stato proprio Giorgio Pantano che, dopo aver vinto la GP2, si è trovato tutte le porte chiude e, certament,e non è un pilota fermo. Per una squadra diventa molto difficile investire su un trentenne, mentre è più facile lavorare con un giovane che ti possa garantire certi risultati a lungo termine. Abbiamo avuto l’esempio di Vettel e Buemì: se investi su questi ragazzi gli dai la possibilità di maturare. Quanto hai nel team un pilota con una grande bagaglio riesce a sfruttare la macchina in ogni occasione: la stessa Minardi con Alboreto ha sfruttato a suo vantaggio l’occasione presentagli a Montecarlo per portare la vettura a punti, oppure nelle stagioni passate in casa Red Bull il pilota con più esperienza, ma anche più lento, David Coulthard, a fine stagione riusciva ad avere più punti rispetto ad un veloce Mark Webber. Nell’economia di un campionato l’esperienza la fa da padrona e per questo bisogna dare la possibilità a questi giovani di crescere, anche perché più punti vogliono dire anche più soldi.”
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