F1 | Il Gp d’Italia e l’eredità Minardi
Nei giorni scorsi abbiamo affrontato insieme a Gian Carlo Minardi un argomento che ha caratterizzato l’intera carriera dell’imprenditore faentino nel motor sport – dalle formule minori fino all’approdo nella massima serie – nonchè per tutte le ventuno stagioni: i giovani piloti e la F1.
Prendendo spunto dalle dichiarazioni del Team Principal Haas, l’ex-costruttore faentino aveva apertamente dichiarato che oggi in Formula mancano i personaggi (salvo rare eccezioni) con la voglia di scommettere sulle nuove leve, facendole crescere e assicurandogli un futuro nella serie.
Tra pochi giorni scatterà il Gran Premio d’Italia, giunto quest’anno all’88esima edizione, e nonostante l’uscita dal Circus del team faentino a fine 2005 la griglia di partenza vede tra i suoi protagonisti ancora un alfiere la cui carriera è partita proprio da Faenza: parliamo ovviamente di Fernando Alonso. Per il Minardi Team il gran premio di Monza è sempre stato abbastanza ostico anche se nel 1989 sfiorarono la zona punti con Pierluigi Martini e Luis Perez-Sala che chiusero la gara rispettivamente al settimo e ottavo posto (a quell’epoca i punti venivano assegnati ai primi sei classificati).
Il Gran Premio d’Italia 2003 ha segnato però un record, che ha ripagato gli enormi sforzi affrontati fino a quel momento dalla scuderia faentina e dal suo fondatore. Su una griglia di partenza di venti piloti, ben nove (quasi il 50% dei partecipanti) erano “targati” Minardi formando la line-up di altre quattro scuderie: Jos Verstappen e Nicolas Kiesa (Minardi), Fernando Alonso e Jarno Trulli (Renault), Giancarlo Fisichella e Zsolt Baumgartner (Jordan), Mark Webber e Justin Wilson (Jaguar) e Marc Genè (Williams). Un record oggigiorno difficile da eguagliare e da battere!
Per la cronaca la corsa finì col quinto posto dello spagnolo Genè, settimo di Webber davanti ad Alonso, decimo “Fisico” davanti al compagno di box Baumgartner e all’austriaco Kiesa