F1 | La roulette di Montecarlo – L’analisi di Gianluca
Perché il weekend di Montecarlo è stato davvero imprevedibile come il gioco d’azzardo, già a partire dalle incredibili qualifiche che hanno visto un totale rimescolamento dei valori in campo, con una Red Bull che le ha suonate a tutti, comprese le frecce d’argento.
Non parliamo poi del gran premio che ha visto succedersi una lunghissima sfilza di colpi di scena che ci hanno fatto molto divertire.
Andiamo ad analizzare dunque qual è il quadro tecnico (anch’esso un po’ particolare) emerso dalle qualifiche.
Questa volta però non più con i grafici a radar che vi ho sempre proposto fino ad adesso, ma con dei più intuitivi istogrammi. Inoltre al posto dei tempi nei vari settori, per rendere più reale ma anche più semplice l’analisi, prenderemo in esame i distacchi percentuali dei vari piloti in ogni settore.
Per prima cosa andiamo a delineare brevemente le caratteristiche del circuito di Montecarlo: come sapete è il circuito più lento del mondiale, ma anche uno fra i più tecnici e difficili.
Su questa pista le differenze motoristiche si tendono ad appiattire e a far la differenza sono i telai e l’aerodinamica, ci sono infatti solo due zone di allungo: la salita fino al casinò e la zona del tunnel.
Analizzando invece i settori, nel primo, quello più veloce conta un po’ il Cx e c’è bisogno di una vettura precisa che nonsoffra di sottosterzo per affrontare al meglio le due curve del casinò.
Il secondo è un settore più vario, con una prima zona esclusivamente di trazione, per poi lasciare posto al carico e al bilancio aerodinamico.
Per concludere il terzo è un settore esclusivamente di trazione, dove l’erogazione della potenza, il telaio e un corretto bilancio meccanico sono fondamentali.
Ma la caratteristica più importante a Montecarlo è il piede del pilota, sta a lui staccare le scritte degli sponsor dai muretti per guadagnare decimi, dunque risulta più che mai fondamentale il richiamo al grafico dove viene messo a confronto il reale tempo in Q3 contro quello ideale (dato dalla somma dei migliori settori).
Possiamo infatti notare che solo 3 piloti, ovvero Ricciardo, Rosberg e Hulkenberg sono riusciti a mettere assieme il giro più veloce nel fatidico Q3.
In particolare Alonso e Kvyat ci sono andati molto lontani, con il Russo che sarebbe potuto essere addirittura in sesta posizione, davanti al compagno di squadra. Inutile parlare delle Ferrari, con Vettel che non ha nemmeno migliorato i tempi del Q2, ma qui ci arriveremo dopo.
Guardando invece il grafico in cui viene messa a confronto la velocità alla speed trap con la posizione in qualifica, possiamo trarre diverse conclusioni che ci confermeranno anche i dati sui settori (anche se comunque quello di Montecarlo è un rilevamento un po’ anomalo): in primis notiamo una Red Bull che finalmente si pone a livello degli avversari anche nei rettilinei, dopo gli aggiornamenti portati da Renault, poi una Ferrari e una Force India un pò meno efficienti sul rispetto al solito, chiaramente per necessità di downforce, e infine vediamo che Toro Rosso soffre sempre tantissimo a causa di una PU datata.
Ma andiamo ora a vedere cosa ci dicono i settori, partendo dalla rinata Red Bull.
Dove si è assicurato la pole Ricciardo?
I dati ci fanno subito capire che è nel terzo settore che la Red Bull ha fatto la differenza.
Una differenza davvero abissale, che ha relegato il suo primo inseguitore, ovvero Rosberg, ad un enorme un percento di distacco.
Un po’ più sofferto invece il primo settore, quello più veloce, con un distacco di circa l’un percento rispetto a Hamilton, mentre nel secondo settore (quello in cui serve tanto carico) è stato sempre lui il più veloce, subito seguito dalle Mercedes.
Emerge dunque una Red Bull estremamente competitiva e con un chiaro e forte vantaggio negli sforzi di trazione, che da sempre sono stati una peculiarità delle vetture firmate Newey, tenendo però sempre conto di un Ricciardo davvero in grande forma.
Interessante anche analizzare le velocità con una RB11 che si rivela competitiva anche in questo ambito, come vi avevo accennato prima.
Potremmo avere ulteriore conferma di questa inversione di tendenza sul veloce circuito di Montreal, ma di sicuro l’aggiornamento portato da Renault si è fatto sentire e si farà sentire, specialmente su una Red Bull che a differenza delle antenate sembra avere anche una buona efficienza aerodinamica.
Si sono così posti, con grande prepotenza come la nuova seconda forza del mondiale.
Aspettiamo però il Canada per fare ulteriori considerazioni, essendo un circuito molto più completo e non un caso a se stante ( e cucito su misura per la Red Bull) come Montecarlo.
Passiamo ora alla frecce d’argento, che forse così frecce non sono state.
Non ci sono particolari considerazioni da fare, se non che in quanto a efficienza sono sempre loro a dettar legge, notiamo infatti velocità molto buone in ogni settore, ma in particolare è il tempo nel primo e più veloce settore a confermarcelo.
E sempre dai tempi nel primo (ricordiamoci delle curve del casinò) e dalle velocità prima delle piscine possiamo notare l’ottimo bilancio aerodinamico della W06.
Per il resto, la batosta nel terzo settore, dove invece sarebbe dovuta essere molto competitiva, visti i precedenti (soprattutto a Barcellona), per noi che non siamo all’interno del team, si può spiegare con un non totale adattamento del set up meccanico alla nuova mescola ultrasoft che ha debuttato in questo weekend.
Sarà dunque molto interessante vedere come reagiranno in Mercedes in Canada sulle stesse specifiche di gomma..
Weekend complicato anche per la Ferrari (ormai è routine), con il più importante rompicapo che affligge la Rossa, che è tornato a farsi vedere, ovvero: perché non si migliora da Q2 a Q3 ?
E’ infatti inutile parlare di performance se poi queste non vengono fuori nel momento più cruciale della qualifica, quando c’è meno traffico, la pista è più gommata si girano i “manettini” e tutti migliorano.
Le cause anche in questo caso possono essere ricercate nella gomma.
Probabilmente si tratta di un problema nel non riuscire a mettere nella giusta finestra di utilizzo le coperture, altrimenti i commenti dei piloti che parlano di improvvise mancanze di grip sarebbero indecifrabili.
In realtà credo che anche in Ferrari non lo sappiano con certezza, ma è un dato di fatto che non non utilizzino sistemi per far aumentare la temperatura e diminuire le pressioni della gomma, come ad esempio Mercedes e Red Bull.
Per il resto, tenendo conto dei dati che abbiamo,notiamo una Ferrari che come al solito perde sempre di meno nel misto veloce dove c’è bisogno di un buon bilancio, ovvero nel secondo settore. Le performance non di rilievo nel primo settore si possono probabilmente spiegare con l’assetto più carico scelto per Monaco che deve aver intaccato l’efficienza aerodinamica della vettura
Molto più interessante invece parlare del terzo settore dove troviamo una Ferrari ai livelli di Mercedes. Questa inaspettata performance (soprattutto dopo le batoste in Spagna), credo che si possa spiegare sia con un buon lavoro di Ferrari nel trovare il giusto set up meccanico per far funzionare al meglio una gomma, che di suo può in un certo senso arginare i problemi di trazione, sia con l’incontestata bravura dei piloti della Rossa. Ho infatti a lungo parlato dei problemi nell’erogazione di potenza della SF16-H e di sicuri non sono cose che si risolvono da un Gp all’altro.
Importante anche fare un accenno a Force India e Toro Rosso. Partendo dalla sorellina della Red Bull possiamo dire che il weekend per loro è stato molto buono. La vettura si è rivelata molto competitiva, confermando l’ottimo telaio di cui vi ho spesso parlato. Come anche per la Ferrari il settore in cui si è rivelata più efficace è il secondo, mentre nel primo e nel terzo credo che abbia sofferto di più per lo stesso motivo, ovvero la PU.
L’unità Ferrari 2015 non è all’altezza delle PU 2016 in quanto a potenza, rendendo così la Toro Rosso molto lenta sul dritto, ma dobbiamo anche ricordarci della guidabilità di quel motore, che probabilmente va ad infierire sul telaio, con cui si cerca di compensare. Continuerà dunque ad essere una grande sofferenza per i torelli, specialmente nel prossimo appuntamento.
Weekend decisamente positivo anche per la Force India, che dopo essersi dimostrata una vettura veloce ma con problemi di carico, è riuscita a reagire alla grande a questi problemi, mettendo in pista una vettura competitiva anche sulle stradine di Montecarlo, grazie anche a qualche aggiornamento aerodinamico.
Per il momento è tutto, ci vediamo in Canada su un circuito interessante e completo, dove potremmo fare qualche analisi più veritiera ed interessante, occhio però al muro dei campioni, ciao!!!