Minardi-Alfa: quel matrimonio saltato all’ultimo
Durante la presentazione della SF15-T, la nuova vettura di Maranello affidata al piede destro di Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen per il Mondiale di Formula 1 2015, l’attenzione dei media e degli appassionati è stata attirata anche dalla comparsa del logo “Alfa Romeo” sulla carrozzeria del Cavallino Rampante.
Immediatamente la mente di Gian Carlo Minardi ha fatto un tuffo nel passato, arrivando fino al 1983, anno in cui il manager faentino decise che il suo Minardi Team era pronto per il grande salto nel Mondiale di Formula 1. Era certamente una sfida da temerari visto i livelli sconvolgenti che i costi stavano raggiungendo in quegli anni. Le strade di Minardi e del Biscione si incrociarono alla fine del 1983 quando Gian Carlo scrisse al Presidente Massacesi una lettera con la proposta di acquistare la squadra di F1 per un prezzo complessivo di 1.800.000 di Lire italiane. Non ottenendo nessuna risposta chiese di essere ricevuto di persona. Il costruttore lasciò gli stabilimenti della leggendaria Casa milanese con la promessa della fornitura dell’otto cilindri turbo.
Su queste basi partì il progetto della M184, costituita da una scocca in sandwich di Avional con interposta fibra di carbonio e kevlar, pance alte per dare spazio ai radiatori e un originale alettone triplano con mono-supporto e flap laterali. Cuore pulsante doveva appunto essere l’otto cilindri Alfa Romeo. Doveva, appunto. L’avventura Minardi-Alfa era pronta ad iniziare, ma con una doccia fredda e inattesa il Presidente Massacesi comunicò, di punto in bianco, che il matrimonio non s’ha da fare. Il danno era fatto, ma ormai troppo tardi per fermarsi ed arrendersi. Non c’era altra scelta che modificata la M184 per ospitare il motore aspirato Ford-Cosworth.
Nel 1985 iniziò comunque la grande e bellissima (permettetecelo) avventura del Minardi Team nel Mondiale di Formula 1 con al volante Pierluigi Martini, durata poi la bellezza di oltre vent’anni.