Minardi “Bisogna mettere un po’ di ordine in F1”
Ultimamente lo stato di salute della Formula 1 è alquanto cagionevole e i principali sintomi sono: forte aumento dei costi seguiti da un forte calo di audience. Due aspetti non certamente positivi per uno sport costoso che vive di sponsor e pubblicità, con l’onore di rappresentare la massima espressione dell’automobilismo.
Ma quale può essere l’antidoto? Nessuno di noi ha una bacchetta magica o la soluzione giusta nascosta nella manica e in un cappello, ma si può provare a proporre delle soluzioni o idee. Di seguito quindi vi proponiamo la ricetta di Gian Carlo Minardi
Rivedere i regolamenti sportivi: la Formula 1 è la massima espressione dell’automobilismo, ciò impone che debba avere nel suo campionato le macchine più performanti e veloci e non solamente limiti tecnici. Bisogna intervenire attraverso le regole sportive dando così la possibilità ai team di sfruttare tutta la tecnologia a loro disposizione. Non bisogna limitare la fantasia degli ingegneri. Si potrebbe imporre il numero massimo di persone che lavorano in un team, in pista, con un tetto massimo intorno a 50 persone
Ridurre il personale al pit-stop: 6 meccanici sono più che sufficienti per cambiare quattro gomme, come succede in America o alla 24H di Le Mans. In più sarebbe una grande occasione per dare visibilità agli sponsor che oggi sono coperti dai meccanici in azione.
Avvicinare il pubblico: l’ultimo gran premio deve far riflettere tutti gli addetti ai lavori. Siamo tornati indietro ai tempi delle gare che hanno fatto grande questo sport, in un tracciato reso più sicuro senza essere stravolto con vie di fuga alla vecchia maniera, ovvero ghiaia dopo i cordoli. Prezzi accessibili e, soprattutto, una visibilità che permetteva di seguire il 60% della corsa. Oggi invece abbiamo cattedrali in cui non esiste praticamente la visibilità, se non nel tratto antistante alla singola curva o rettilineo, e sotto la voce sicurezza si sono costruite via di fuga con larghe aree in cemento e erba sintetica, portando i piloti a provare staccate irreali senza correre rischi di errori fatali. In Austria invece molti piloti hanno pagato dazio proprio perché oltre il cordolo la vettura rimaneva bloccata. Inoltre un uomo di marketing come Mr. Mateschitz, oltre all’abile regia nella trasformazione del vecchio circuito di Zeltweg nel moderno Red Bull Ring, è riuscito a tenere incollate migliaia di persone alle sette di sera con l’esibizione delle auto storiche portate in pista dai piloti di ieri. Risultati che non otteniamo minimamente con la GP2 e, in alcuni posti, neanche con la F1. Abbiamo avuto la conferma che i piloti di 20-30 anni fa sono più apprezzati di quelli di oggi che si negano ai loro beniamini.
Occhio alle penalità: un ruolo importante lo assumono anche i giudici sportivi con i loro giudizi e le conseguenti penalità. Non possiamo pretendere di vedere duelli ruota a ruota, che tanto hanno dato a questo sport, se poi un pilota viene penalizzato pesantemente ad un minimo contatto o se un meccanico sbaglia a montare una gomma sulla vettura anche se la stessa non raggiunge nemmeno la pista. Lo trovo veramente assurdo. Quest’anno è successo già ben due volte. Diventa indispensabile organizzare un gruppo di lavoro uniforme per tutta la stagione. Solo in questo modo si potrà avere un giudizio costante e oggettivo.
Ridurre i costi: ma non attraverso palliativi- Come dicevo prima, si deve tagliare drasticamente il numero di persone e dare una continuità. Quest’anno i costi, con l’ingresso delle nuove PU, sono quadruplicati mentre le entrare sono praticamente azzerate. Quattro o cinque anni fa un team clienti spendeva al massimo 7 milioni per motore e cambio. Quest’anno siamo arrivati a 18-20 milioni per la fornitura!
Rivedere le riprese televisive: la F1 è uno sport che vive di quella entità in via di estinzione che si chiama Sponsor. Dobbiamo dare la possibilità alle aziende di mostrare il loro nome sulle vetture. Oggi invece abbiamo solo riprese a “campo lungo” in favore della cartellonistica sul circuito. E qui mi ricollego al discorso dei pit stop- Meno persone intorno alla macchina, più visibilità per gli sponsor in un momento in cui la vettura è ferma. Avvicinare l’inquadratura, inoltre, darebbe la possibilità di vedere i movimenti del pilota, cosa che ora succede solamente con la Camera-car.
Più spazio ai giovani: ogni domenica si tutti i circuiti tantissimi ragazzi scendono in pista con l’obiettivo di conquistare un posto nel Circus, ma l’imbuto diventa sempre più stretto e l’accesso quasi un miraccio. Purtroppo i piloti di oggi non hanno più la possibilità di mettersi in mostra davanti ai Team Principal per via del divieto dei test. Sarebbe bellissimo tornare alla prove del venerdì aperte ai rookie. Vi ricordate quanti piloti sono oggi in F1 grazie ai turni del venerdì mattina?
Insomma c’è tanta carne al fuoco e ce ne sarebbe ancora molta altra. Bisogna fare un punto a capo e mettere ordine. Ogni giorno assistiamo a grida di allarme da parte di numerosi team, e questo non è certamente positivo, anzi fa male a questo magnifico Sport.